La Serie A dopo le prime giornate sta già facendo discutere, tra tifosi nerazzurri delusi per un exploit sotto le aspettative, una Roma prima guidata da Daniele De Rossi e poi da Juric, e il Napoli di Antonio Conte che sembrava, almeno fino alla sconfitta per 3-0 contro l'Atalanta di Gasperini, dominare il campionato ed essere la candidata numero uno per lo scudetto. Ma è ancora così? Lo abbiamo chiesto al noto giornalista e volto di Sky Sport Mario Giunta, che ha dato grande merito al lavoro che sta facendo la Lazio di Baroni, ma non ha risparmiato nessuna critica alla Roma di Juric. E, invece, il Milan? Fonseca come si sta comportando? È un bene o un male avere Zlatan Ibrahimovic nella dirigenza rossonera? E la Juventus di Thiago Motta? Poi sul possibile ritorno di Francesco Totti in una big ha espresso le sue perplessità.
Mario, come vedi il campionato? Si parla già di fuga e di vittoria scudetto del Napoli, non è eccessivo?
Sì che è eccessivo parlare già di vittoria dello scudetto da parte del Napoli perché siamo ancora alle prime giornate, ma i numeri parlano chiaro, perché loro si stanno mettendo comunque in una posizione di vantaggio in questo momento, nonostante la sconfitta contro l’Atalanta. È altresì vero che loro adesso hanno tutta una serie di partite molto difficili, ma Conte e il Napoli erano chiamati fin da subito a dare una risposta a chi diceva che avevano avuto un inizio di campionato soft, eccetto la partita contro la Juventus a Torino. La risposta l'ha data bene andando a vincere a Milano contro il Milan, anche se è presto per parlare, ma non per dire che è una delle candidate per vincere lo scudetto.
Ci sono alternative valide al Napoli?
Sì, ci sono sempre state. Anche perché, e questo Conte lo sa benissimo, il Napoli l'anno scorso è arrivato decimo. Per cui è il Napoli a dover essere l'alternativa a chi lo scorso anno ha dominato il campionato. Quindi penso che l'Inter in primis, poi la Juventus, che si sono tolte punti a vicenda nell'ultimo scontro diretto, sono le vere alternative alla corsa scudetto che io vedo aperta a quattro squadre soltanto: Napoli, Atalanta Inter e Juventus.
E chi sostiene che l’Inter non ha più fame? Inzaghi sta puntando più alla Champions che al campionato?
È ovvio che l'Inter in questo campionato abbia un abbassamento della fame, è fisiologico e non lo dico io, ma lo sostiene anche chi a questi livelli ha giocato e vinto. È un atteggiamento inconscio dei gruppi che hanno realizzato cicli molto importanti come quello dell’Inter. Detto ciò, è anche vero che, di stagione in stagione, si va di priorità e quella dell’Inter di quest'anno, dopo che l'anno scorso era giustamente proiettata sulla seconda stella, è di rilanciarsi anche in Europa dopo l'esperienza dell'anno scorso finita ai rigori contro l'Atletico Madrid. E probabilmente dietro c'è una programmazione di Simone Inzaghi proprio in quest'ottica. Giusto e comprensibile ma questo non vuol dire che in campionato faccia male, anzi.
Lautaro segna meno e si parla subito di crisi: è in difficoltà? Poi c’è anche Marcus Thuram, che segna anche grazie al feeling con il compagno.
Sta tornando. Me ne rendo conto dai movimenti e da quello che fa. Penso che sia un momento non particolarmente fortunato perché non girano bene alcune situazioni in cui gli altri anni eravamo abituati che non appena toccava il pallone lo trasformava in oro. Sono momenti che capitano anche agli attaccanti, solo che non è cambiato il suo modo di giocare, è sempre lo stesso. La fortuna dell’Inter è che ha accanto a Lautaro un giocatore straordinario come Thuram che non è che segna grazie a Lautaro, ma segna perché è forte, perché interpreta alla perfezione il ruolo che gli sta dando Inzaghi e per la fortuna dell’Inter i due sono complementari tra loro.
Quanto conta un giocatore con Frattesi? Non è stato sottovalutato finora?
Forse lo sottovalutiamo noi che parliamo di calcio. Penso che Inzaghi abbia perfettamente in mente il ruolo di Davide all'interno della rosa e che sappia benissimo quello che deve essere il suo utilizzo. Frattesi ricopre alla perfezione il ruolo di dodicesimo uomo, ma essendo un grande club bisogna abituarsi anche alle rotazioni e a quelle che sono le scelte degli allenatori. La sua grande forza è sempre stata quella di farsi trovare prontissimo alle chiamate di Inzaghi ogni qual volta che è stato chiamato in causa. Ma non bisogna pensare che Inzaghi lo sottovaluti, perché lo ritiene una grande risorsa.
Però che in altre squadre non sarebbe il dodicesimo in campo, bensì nell'undici titolare. Non c'è il rischio che venga portato via dall’Inter nel mercato di gennaio?
Assolutamente no.
Roma: De Rossi potrebbe tornare davvero? O sarebbe un mea culpa eccessivo da parte della società? Juric rischia l’esonero?
Ho la netta sensazione che lui non abbia lo spogliatoio in mano, che a Roma sia diventato tutto abbastanza grottesco, perché non c'è una società, non c'è una dirigenza e non c'è un progetto tecnico. Prima si è partiti con un allenatore facendo un mercato stranissimo, Un'accozzaglia di giocatori messi lì, poi si è cambiato tecnico dopo tre giornate. Vi dico che De Rossi assolutamente non è stato chiamato dalla Roma, ma prima di tutto bisogna capire se lui ha la voglia di rimettersi in gioco in una situazione così complicata.
Dicci di più sulle scelte della società Roma.
La situazione della Roma è grottesca, un qualcosa che difficilmente ho visto negli ultimi anni. Tutto quello che è stato fatto dall'esonero di Mourinho in poi è stato fatto senza una strategia e senza un criterio logico. Dall'esonero di Mourinho, che aveva portato la Roma a vincere la Conference League e in finale di Europa League, la situazione della Roma è in bilico su un piano inclinato. Qualora non si trovasse una soluzione a stretto giro la squadra comincerà ad andare verso il basso in modo molto molto preoccupante.
Addirittura?
La Roma ha solo un proprietario, non ha dirigenti o figure dirigenziali che possono prendere decisioni, ha Ghisolfi che è stato preso e mandato allo sbaraglio senza però avere alcun potere dal punto di vista decisionale e questo poi si ripercuote inevitabilmente sul campo. La scelta di esonerare Daniele De Rossi dopo quattro partite è una delle scelte più folli che si sia vista nel calcio romano, e ce ne sono state eh. Soprattutto dopo avergli fatto firmare un triennale. Adesso c'è Juric che però è un uomo solo, non ha persone con cui confrontarsi, non ha nessuno che lo difenda con l'esterno e con lo spogliatoio. Oramai quello che sembra e che viga la totale anarchia a Trigoria, infatti in campo vediamo una squadra che non ha né capo né coda. È una squadra costruita male sul mercato, con tante mezze punte che non sono per nulla funzionali al gioco.
Quanto pesa la presenza di Ibra al Milan? Non è stato un errore metterlo in una posizione così apicale? Quali, invece, le decisioni di Fonseca che non ti convincono?
Bisogna capire il vero ruolo di Ibra prima di tutto. Credo che piano piano lo stia scoprendo anche lui. Penso sia un collante importante tra squadra, allenatore e tutto ciò che c'è all'esterno. Da questo punto di vista lui può aiutare, oltre a poter mettere a disposizione la sua esperienza per il mercato. Avere uomini di calcio all'interno della società non è mai un errore e chi dice questo sbaglia totalmente. Avere uno Zlatan Ibrahimovic nel quadro dirigenziale del Milan può essere solo una risorsa, ma piano piano anche lui deve imparare a gestire questo nuovo mestiere e dei nuovi aspetti su cui lavorare. Per quanto riguarda Fonseca, invece, questa squadra senza Leao è obiettivamente una squadra depotenziata: lasciarlo fuori non può essere la normalità, ma può accadere quando ti rendi conto che hai partite molto ravvicinate, per cui metti in campo il turnover. Quello di cui non si rende conto Fonseca è che quella di Leao deve essere una delle prime tre maglie consegnate da un allenatore. Se porta avanti questa sua teoria Fonseca rischia di farsi del male da solo e mi dispiacerebbe, perché è un allenatore che stimo, anche se dal punto di vista della gestione, anche nelle sue passate esperienze, ha vacillato più volte. Anche alla Roma con un altro leader di spogliatoio come Dzeko a un certo punto si ruppe qualcosa.
Si parla di un possibile ritorno Totti in Serie A ma ha 48 anni, come lo commenti? E il ritorno di Balotelli?
Non abbiamo bisogno di un ritorno di Totti. Il calcio italiano e la serie A non necessitano chiacchiere di questo tipo: il calcio giocato è una cosa mentre il marketing è tutt'altro. Francesco sa benissimo che a 48 anni si fa enormemente fatica a giocare nel nostro campionato. Se il Como avrà intenzione di portarlo a livello dirigenziale, cosa che invece dovrebbe fare la Roma, quello è un altro discorso, ma rivederlo in campo mi sembra folle e non abbiamo bisogno di tutto questo clamore per una notizia inesistente. Su Balotelli, invece, mi auguro che possa con i fatti dimostrare quello che ha sempre detto solo a parole, cioè che è ancora in grado di smontare la serie A. Vediamo, perché è vero che sono molto curioso ma anche molto scettico.
Si sono spenti i fari attorno a Zaniolo, non si parla già più di lui. È Gasperini che sta fallendo nel processo di riabilitazione?
Le ultime stagioni di Zaniolo sono state a fari spenti. È vero che è un ragazzo che si è operato a due crociati, ma non è mai riuscito nemmeno a comunicare questo suo enorme potenziale traducendolo sul campo. Non sta fallendo Gasperini, tutt'altro. Gasperini è un maestro nel rilanciare i giocatori, per cui questa è la prova del fatto che c'è qualcosa che non funziona in Zaniolo, non in Gasperini. Non cerchiamo di ribaltare la frittata per salvare delle situazioni assurde. In questo momento è il giocatore che non soddisfa le richieste dell'allenatore. Non dimentichiamoci le imprese di Gasperini con alcuni giocatori che in altre squadre venivano definiti degli incapaci.
La tua sorpresa dell’anno?
La Lazio, soprattutto per come era partita. C'era grande scetticismo attorno a Baroni, si diceva di lui che non poteva allenare determinate piazze, nonostante la sua carriera parlasse molto chiaro. Salvezze ovunque, miracolose, un po’ come vincere lo scudetto per altri allenatori. Arriva e non ci sono Felipe Anderson, Immobile, Luis Alberto, non c'era neanche Milinkovic Savic. Fanno un mercato intelligentissimo e Baroni fa la scelta coraggiosissima della doppia punta: è stato lui il primo a farlo e non Fonseca. Squadra propositiva che gioca senza paura e segue i dettami dell'allenatore. Per ora è lei la vera sorpresa del campionato.
Un giudizio su Thiago Motta?
Mi piace molto, io ho ancora negli occhi quello che abbiamo visto a Bologna, anche se è chiaro che a Torino in una squadra che si chiama Juventus le cose sono un pochino diverse. Rimango dell'idea che sia comunque un allenatore con un'importantissima visione di calcio e con coraggiose idee sia del gioco che di gestione del gruppo. La stagione che ha fatto a Bologna però è un po’ troppo poco per poter dare un giudizio definitivo, lo sto studiando in quello che è il suo percorso e il lavoro che sta facendo a Torino. Lui, essendo dovuto ripartire praticamente da zero alla Juventus, ha necessariamente davanti a sé un percorso di sali e scendi, ma sono molto fiducioso per il futuro della Juventus.
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