Lorenzo Musetti non riparte. La stagione sull’erba che nel 2024 lo aveva consacrato come il più vincente dell’intero circuito, quest’anno rischia di essere archiviata ancora prima di iniziare. Dopo la semifinale al Roland Garros, chiusa in lacrime e con un ritiro al quarto set contro Alcaraz, la risonanza ha confermato: lesione di primo grado all’adduttore sinistro. La partecipazione al Queen’s, dove l’anno scorso era arrivato in finale, è compromessa. Anzi, virtualmente già saltata. “Non anticipiamo il verdetto, ma la risonanza ha confermato quanto già si era visto a Parigi. Esistono tempi tecnici per il recupero e forzare non avrebbe senso” spiega il suo allenatore Simone Tartarini. Quindi meglio puntare direttamente su Wimbledon, dove Musetti ha in scadenza altri punti pesanti dopo la semifinale raggiunta nel 2024, battuto solo da Djokovic.

Tartarini ripercorre i mesi passati e aggiunge un dettaglio che potrebbe spiegare il susseguirsi di stop muscolari: “La preseason non l’abbiamo fatta. Doveva durare 12 giorni, ma un episodio influenzale ci ha permesso di allenarci solo tre. Anche questo può aver inciso sulle successive problematiche fisiche”. Un dato non irrilevante per chi, come Musetti, ha giocato (e spesso spinto al limite) quasi ogni grande torneo sulla terra, da Montecarlo a Roma fino a Parigi, sempre con un livello altissimo. “Lorenzo ha fatto un grande salto di qualità, ma il rammarico è non aver potuto concludere i match chiave. A Montecarlo ha vinto il primo set contro Djokovic, poi ha giocato per onor di firma. A Parigi stava lottando alla pari con Carlos. Nel terzo set, però, mi ha fatto segno con la racchetta: aveva sentito un dolore all’adduttore”. L’erba è una superficie che affascina ma è imprevedibile, pericolosa per muscoli già stressati. “Non facciamo previsioni, aspettiamo l’ok dei medici. Ma c’è sicuramente una componente sfortuna”, conclude Tartarini. Le scorie di infortuni mai veramente recuperati (dal polpaccio a Buenos Aires al nuovo edema muscolare) rischiano ora di compromettere anche l’estate.

E intanto Carlos Alcaraz, l’altro protagonista di quella semifinale francese, festeggia. Dopo le 5 ore e 29 minuti di battaglia parigina e la vittoria contro Sinner in finale, il campione spagnolo ha aggiunto Ibiza, l’isola della movida (non dimentichiamoci che, nonostante sia un campione stiamo comunque parlando di un ventiduenne che può concedersi il lusso di divertirsi e di godersi un po’ di relax dopo lo spettacolo che ci ha fatto vedere a Parigi). Foto con gli amici, tuffi in barca, una meritata pausa prima di valutare se giocare o meno il Queen’s, dove è campione uscente. “Gli ho detto di divertirsi, se lo meritava, ma di ricordarsi che è sempre un tennista” gli aveva detto il coach Juan Carlos Ferrero dopo la prima festa che si è svolta in Francia. Il programma prevede un test nei prossimi giorni per capire se sarà in grado di tornare subito in campo o se preparerà Wimbledon da lontano. “Lui vuole arrivarci con voglia”, ha aggiunto Ferrero. Il Queen’s, intanto, rischia di restare orfano di entrambi: Musetti e Alcaraz. E forse, con loro, anche un pezzo dell’estate tennistica, soprattutto se consideriamo che l'incognita degli addominali di Matteo Berrettini non è ancora risolta.