Jannik Sinner è il numero uno del mondo, ha cambiato la storia del tennis italiano, ha riportato migliaia di persone a seguire uno sport che fino a pochi anni fa era riserva di nicchia. Ma proprio per questo, secondo Andrea Scanzi, dovrebbe fare attenzione. Molta attenzione. Perché, Esattamente come abbiamo scritto noi il giorno dell'uscita del singolo con Andrea Bocelli, la popolarità è una lama a doppio taglio, e l’effetto saturazione diventa quasi inevitabile a un certo punto. “Se Sinner ha un difetto, è questa bulimia odiosissima, non so se sua o di chi lo gestisce, che lo porta a fare il testimonial di ottomila pubblicità”, scrive il giornalista del Fatto Quotidiano, che non contesta il valore sportivo di Jannik, anzi lo esalta, ma si dice preoccupato per una deriva da “sovraesposizione” che rischia di ritorcersi contro. E sottolinea quello che anche noi ci eravamo chiesti: non è un talento a fine carriera, non ha bisogno ora di monetizzare utilizzando la sua immagine quando può benissimo farlo su un campo da tennis.

“Dubito che avrà problemi di soldi da qui alle prossime dodici generazioni: è un ragazzo serio e intelligente, e potrebbe quindi rallentare”. Il punto centrale è proprio questo: l’inflazione dell’immagine. E a Scanzi “più si inflaziona e più sta sulle palle”. E il riferimento va anche alla recente collaborazione con Andrea Bocelli, in una canzone promozionale definita “di una bruttezza straziante”, tanto da sembrare “una scena tagliata (giustamente) di Boris. Il ‘brano’ è un obbrobrio senza pari, caricaturale e sconclusionato, inutile e tremebondo. Roba che Fra’ Cionfoli se la giocava con agio come cantante dei Metallica”. Ma le critiche più dure Scanzi le riserva ai commentatori improvvisati, ai tifosi da bar, a chi oggi pontifica su ogni partita di tennis solo perché “c’è Sinner”. “Prima di Sinner, il tennis lo seguivamo in pochi, e la grande comunicazione ne parlava tipo una volta l’anno, spesso per boiate fastidiosamente pruriginose che nulla c’entravano col tennis”. E adesso invece tutti esperti. “Ogni volta che perde, boom: partono le mitragliate a casaccio. Follia pura”.

Il caso Bublik, secondo Scanzi, è paradigmatico. “Nel tennis è normale che un numero uno perda anche nei primi turni. Gli imbattibili non sono mai esistiti, a parte Nadal sulla terra e Federer quando non aveva avversari. Bublik è uno dei giocatori più talentuosi e divertenti del circuito”, e Sinner ha perso su una superficie insidiosa come l’erba, dopo una finale durissima al Roland Garros, dopo una sospensione controversa per il caso Clostebol. “Qualche contraccolpo psicologico concedeteglielo”, scrive, prima di prendersela con chi “non capisce niente, e dovrebbe per questo darsi al curling su ghiaia, o meglio ancora iscriversi alla sezione Scalfarotto Ivan di Italia Viva a Vitiano”. Nonostante tutto, il rispetto per il Sinner tennista non è mai in discussione: “Jannik è fortissimo e in cima alla classifica, il numero uno del mondo, un giocatore dal talento straordinario e dal valore indiscutibile. Semplicemente, un campione umano. Caro Jannik, sei un fenomeno e sei pure una persona pulita. Merce rara. Dammi retta: cerca di volerti più bene, e decidi per questo di rarefare un po’ di più le tue incursioni extra-tennistiche. O quantomeno sceglile parecchio meglio”.