No per Sinner non c’è pace e anche chi prima lo osannava o faceva il tifo per lui, lo vedeva come uno spiraglio e un faro per il tennis italiano adesso non gli fa sconti. Non solo un momento difficile in campo, che ora lo vede lottare a Cincinnati dopo la disfatta a Montreal, ma anche fuori. Le critiche dopo l’assenza ai giochi olimpici di Parigi non si risparmiano. Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, sicuramente è stato il più audace, non ha usato vie di mezzo nel descrivere l’assenza di Sinner: “Ma per lo sport azzurro e per l'Italia la sconfitta più bruciante è la sfida che non abbiamo visto a prescindere da come sarebbe andata a finire, quella del numero uno del tennis mondiale Jannik Sinner che da Parigi è scappato come un ladro accampando una fastidiosa tonsillite che peraltro non gli ha impedito di giocare al torneo di Montreal”. Ma il motivo dell’assenza, secondo il direttore quale sarebbe? Un motivo economico? “È chiaro a chiunque che Sinner ha disertato le Olimpiadi per evitare il rischio di perderle o di incappare in infortuni che avrebbero compromesso la possibilità di presentarsi al meglio agli imminenti Open Usa, che non hanno in palio una medaglia più o meno dorata del valore commerciale di pochi euro, ma una montagna di dollari”. Sinner di cui abbiamo analizzato nel dettaglio società e gli investimenti, gli sponsor e i guadagni starà cercando di monetizzare il più possibile?
Il sentimento che in molti mostrano, non solo Sallusti è quello della delusione “quanta tristezza vedere un campione di tale razza comportarsi come il più classico dei furbetti nostrani, quelli che in ogni campo, sportivo e non, ‘siamo italiani, viva il tricolore’ ma solo se e quando conviene alle proprie tasche”. E se lui ci è andato giù pesante, non sono da meno i commenti che hanno espresso Nargiso, in un’intervista su Libero. e Bertolucci, che su X manda un messaggio criptico: “Giornalisti di vari settori presi da euforia olimpica sono entrati a gamba tesa nello sport. Non conoscendo a fondo le dinamiche che regolano questo settore sono incappati in grossolani errori. Lo sport è complesso e non facilmente comprensibile”. Si sarà riferito a Sallusti o, uscendo a sua volta dal suo principale campo di competenza (il tennis), magari a Bruno Vespa su Paola Egonu? Molto più chiaro, invece, quello che ha detto Nargiso, che sulle pagine del quotidiano degli Angelucci difende Jannik: “lo conosciamo bene alcune sue scelte possono sembrare impopolari ma a Parigi non è andato perché stava male. Non c’è niente da imputargli e si metterà dalla parte giusta anche stavolta, vincendo e superando ancora”.