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UFFICIALE! Gennaro Gattuso è il nuovo ct della Nazionale. Tra l’operazione nostalgia del 2006 per lo staff tecnico e (solo) un anno di contratto. Cosa manca? La programmazione, come sempre

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

15 giugno 2025

UFFICIALE! Gennaro Gattuso è il nuovo ct della Nazionale. Tra l’operazione nostalgia del 2006 per lo staff tecnico e (solo) un anno di contratto. Cosa manca? La programmazione, come sempre
Gennaro Gattuso è ufficialmente il nuovo ct della Nazionale italiana - con un contratto di un anno - per sostituire Luciano Spalletti, affiancato da uno staff che potrebbe includere campioni del mondo 2006 come Andrea Barzagli, Gianluca Zambrotta e Simone Perrotta. L'obiettivo immediato è la qualificazione al Mondiale, sperando in passi falsi della Norvegia e migliorando la differenza reti contro avversari più deboli come Estonia e Moldavia. Per Ringhio la maglia azzurra è “una seconda pelle”, si legge nel comunicato. Ma la programmazione? “Portaci al mondiale, poi vediamo”. E invece del progetto, come sempre, rimane la speranza

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Un anno di contratto a Gennaro Gattuso. Ora è ufficiale: sarà lui a sostituire Luciano Spalletti come ct della Nazionale. Nello staff ci potrebbero essere Leonardo Bonucci, Andrea Barzagli, Gianluca Zambrotta e Simone Perrotta. Tutti (tranne Bonucci) campioni del mondo nel 2006. Alla scrivania sempre Gigi Buffon. La speranza è che, quasi per osmosi, possano infondere mentalità vincente agli azzurri di oggi, le cui ambizioni sono decisamente meno importanti: al mondiale, prima di vincerlo, bisogna andarci. La speranza è che la “corazzata” norvegese possa fare qualche passo falso, che i nostri possano farsi forti di qualche “goleada” con Estonia e Moldavia per migliorare la differenza reti. Ma quando le speranze sono troppe si finisce per rimanere delusi. Il tono degli ultimi giorni è quello dei momenti drammatici: bisogna rifondare, serve l’uomo giusto, una scossa. Ogni tanto spuntava una parola: programmazione. Quest’ultima esclude le altre cose. Per programmare non basta una rifondazione, serve un obiettivo; per programmare è inutile scegliere l’uomo giusto (anche se fosse stato il “santo” Claudio Ranieri); per programmare le scosse non sono per forza necessarie. Visione, obiettivi a lungo termine, investimenti sui settori giovanili: mantra ripetuti allo sfinimento. Cose banali, probabilmente, ma comunque vere.

Il comunicato della Figc
Il comunicato della Figc

Gigi Buffon lo aveva anticipato, ora c’è anche il comunicato: “Gattuso è un simbolo del calcio italiano, l’azzurro per lui è come una seconda pelle. Le sue motivazioni, la sua professionalità e la sua esperienza saranno fondamentali per affrontare al meglio i prossimi impegni della Nazionale”. Già nel linguaggio si guarda al passato, il concetto di seconda pelle ormai talmente abusato da aver perso ogni presa con il reale. L’affezione a una maglia è secondo molti un sentimento difficile da ritrovare nelle nuove generazioni. Forse è davvero così. Dove non arriva il fuoco patriottico, deve arrivare il progetto tecnico. Anche qui: dopo il 3 a 0 ecco l’invidia per la Norvegia che può contare “su uno come Nusa”, beati loro; il problema è la rosa; troppa poca tecnica, nelle nostre scuole calcio. E, ancora, quella parola: programmazione. Gennaro Gattuso si trova in mano una squadra spenta, demotivata, con poche certezze tattiche e la paura del fallimento. E un solo anno di contratto. “Portaci al mondiale, poi vediamo”, l’intenzione, tra le righe, di Gabriele Gravina e della Figc. Troppo tardi per andare per il sottile: prima i risultati. Alla faccia della programmazione.

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