Il 5 per mille è il gesto solidale più democratico che ci sia, almeno sulla carta. Ogni anno milioni di italiani firmano la dichiarazione dei redditi al Fisco e con un semplice segno destinano una fetta della loro Irpef a un’associazione o ente benefico. Facile, no? Peccato che, come in ogni lotteria, ci siano i grandi vincitori, quelli che si portano a casa milioni di euro, e i piccoli… beh, quelli si accontentano di spiccioli. Nel 2024, più di 523 milioni di euro sono stati distribuiti a oltre 91 mila beneficiari. Un vero festival della solidarietà, con qualche nota stonata. La Lombardia domina la scena, come il vip indiscusso della serata, con oltre 187 milioni di euro raccolti e 4,5 milioni di preferenze. Per fare un paragone, è come se facesse shopping con il portafogli più pesante d’Italia. Il Lazio, più modesto, si accontenta di quasi 98 milioni, mentre il resto del Paese guarda e, spesso, sogna. Il top player? La Fondazione AIRC, che ha fatto man bassa di quasi 72 milioni, praticamente la rockstar del 5 per mille. Seguono Emergency, lo IEO e la Fondazione Veronesi, pronti a dividere il podio.

Poi però ci sono i “fenomeni da baraccone”: comuni che sembrano partecipare solo per simpatia, con assegni ridotti a qualche centesimo. San Bartolomeo Val Cavargna, piccolo Comune lombardo, ha ricevuto un centesimo (sì, avete capito bene: un singolo centesimo), mentre Scillato in Sicilia si accontenta di due centesimi e Nardodipace in Calabria di 26. Insomma, un vero e proprio show di microfinanziamenti, dove la solidarietà diventa quasi un gioco di prestigio. Perché succede tutto questo? Molti contribuenti, nella dichiarazione dei redditi, si limitano a firmare senza indicare un destinatario specifico. Il risultato? Le somme si spalmano in modo proporzionale tra tutti i beneficiari, con la conseguenza che chi ha ricevuto poche preferenze si ritrova con una fetta minuscola della torta. Se poi aggiungiamo che nelle zone con redditi più bassi la “torta” è naturalmente più piccola, e che tanti enti partecipano senza neanche cercare di farsi notare, il quadro è completo: vince chi fa più rumore, gli altri… pazienza. Il 5 per mille resta uno strumento potentissimo, ma se vogliamo davvero che funzioni come una leva di giustizia sociale, bisogna rivedere le regole e mettere un po’ di sale in zucca a chi finora si è accontentato del ruolo di comparsa. Perché la solidarietà, per quanto democratica, non dovrebbe mai somigliare a una lotteria truccata.
