Noto scrittore e giornalista, Aldo Cazzullo sul Corriere si è lasciato andare a un lungo rimprovero contro i tassisti del sud Italia: “La verità è che prendere il taxi a Napoli è spesso un’incognita. Puoi trovare una persona deliziosa e corretta, con cui conversare amabilmente e a cui pagare la corsa in base al tassametro, come accade in tutto il mondo. O puoi trovare uno che tenterà in ogni modo di spillarti più denaro del dovuto, inventando supplementi o extra immaginifici. Il più simpatico e sfrontato mi disse: «Dotto’, lei andava di fretta, io ho accelerato, e la velocità ha un costo»”.
Cazzullo, che ha dichiarato di frequentare spesso Napoli, solitamente si affida a tassisti conosciuti. Tuttavia, data la turnazione e le giornate che amano trascorrere al mare, non sempre sono disponibili: “L’alternativa sarebbero gli Ncc, che però costano il doppio o anche il triplo. Sempre meglio che a Palermo, dove gli ultimi due taxi che ho preso non avevano azzerato il tassametro della corsa precedente (nel secondo caso il tassametro era nascosto dal sedile davanti reclinato). Inevitabilmente ho pensato: se lo fanno a me che sono italiano, cosa accadrà a un giapponese?”. Le parole di Cazzullo non vogliono essere l’ennesimo attacco al Sud, ma tutto il contrario: “Chi ama il Sud ha il dovere di denunciare antiche furbizie che fanno il male dei molti tassisti che lavorano onestamente e in genere della città. Perché per i visitatori, stranieri e no, molto spesso una città comincia da un taxi. E la prima impressione conta”.