Certe piste investigative si poggiano su un terreno che non si è soliti calpestare. Sophie L. è una giovane ragazza della chiesa provenzale che ha indicato ad alcuni alti prelati di Avignone il luogo in cui si troverebbero i resti di Emanuela Orlandi. Ha avuto delle informazioni dal cielo, dice. Lo scrive Gianluigi Nuzzi: “Alcuni monsignori con Sophie L. sono venuti in missione riservata in Italia per raggiungere Roma e da qui Torvaianica, alle porte di Pomezia, convinti che la tomba di Emanuela sia tuttora sotto un imponente edificio lungomare”. Se “i sacerdoti si affidano alle parole di Sophie L.”, Nuzzi coltiva qualche dubbio: “Come può questa ragazza sapere queste cose senza aver accesso a libri e rete wi-fi? C'è qualcuno che la imbocca e per quali fini?”. Nel 2021, dopo un primo contatto a fine 2020, un sacerdote e Sophie chiedono di incontrare il giornalista: “Conosco Sophie L., è esattamente come l'immaginavo, magrissima, lunghi capelli lisci castani, occhi chiari e sfuggenti. Parla poco, pochissimo, anzi quasi non parla. Mentre siamo a tavola mi accorgo che ogni volta che dialogo con i suoi amici sacerdoti, lei mi osserva, studia, fissa. Se però ricambio lo sguardo lei subito gira il volto altrove”. Per valutare le conoscenze della ragazza, però, non bastano le domande dirette. Serve che a porgliele sia Pietro Orlandi, che può richiamare aspetti delle indagini ancora sconosciuti ai giornali. Qualche giorno dopo l’incontro, racconta ancora Nuzzi, arriva una mail in cui si dice che Sophie sta ricevendo da Padre Pio “informazioni sulle ragazze scomparse negli anni Ottanta e Novanta, ma sarà lei stessa a raccontarvelo via email, perché desidera comunicare direttamente con voi. Anche Emanuela gli apparve e le raccontò, tra le altre cose, il soprannome che le aveva dato sua madre”.


Arriva il primo messaggio della ragazza. Ha paura ed è “profondamente colpita dagli orrori” subiti “per mano di questi uomini”. Poi prosegue: “Ho ricevuto molte informazioni da Emanuela, sia sul giorno della sua scomparsa, sia sulla sua vita privata”. Aggiunge anche i nomi di altre ragazze corrispondenti al caso Orlandi oltre a Mirella Gregori: Sophie cita altre sette giovani che sarebbero state fatte sparire dal clero, descrivendo situazioni, modalità della scomparsa e gli architetti dei rapimenti. Alexandra Sandri, Stefania Puglizzi, Caterina Skerl, Maria Antonietta Flora, Gisella Orou: queste le ragazze nominate. C’è anche il nome di Elisa Claps, che sarebbe stata “Sacrificata durante una messa nera per la Gloriosa Croce il 14 (intrappolata da un parente). Il sacrificio non avvenne a Roma ma a Potenza. Orchestrato da Mons. de Bonis”. In molti dei casi citati, per Sophie il responsabile è Monsignor Paul Marcinkus. “Sembra un film ma non lo è. Sembra il frutto di notizie inventate, assemblate a casaccio o è un mosaico al quale mancano ancora i tasselli principali?”, si chiede Nuzzi su La Stampa, “Perché scomodare queste povere ragazze, la loro memoria e chi soffre ancora oggi per loro?”. La mail si conclude così: “Ho molta paura, perché ciò che mi aspetta è terribile, ancora di più dopo le rivelazioni che continuo a trasmettere. Ricevo sempre più minacce e pressioni. Anche il cielo mi conferma tristemente che il tempo stringe. Faranno di tutto per farmi tacere, ma cosa posso fare contro di loro? Come posso combattere il destino che questi uomini hanno pianificato per me?”.
