Sono giorni in cui i meccanismi che regolano il funzionamento delle curve e dei gruppi ultrà vengono analizzati in tutte le loro forme. Da una parte ci sono le funzioni legate allo stadio: vendita biglietti (con sovrapprezzi), merchandising, gestione delle risorse per trasferte e coreografie. Fuori da San Siro, invece, il controllo dei parcheggi. Poi, dentro Milano, l’influenza su personaggi come Fedez e Emis Killa. A tutto questo, è da aggiungere la presenza della ‘ndrangheta nella figura di Antonio Bellocco, poi ucciso da Andrea Beretta (nell’intervista a Klaus Davi si spiega come, in realtà, quest’ultimo non abbia nulla a che fare con la malavita calabrese). Ma il resto della curva come ha reagito? È di oggi il comunicato, diffuso via social, del Secondo Anello Verde della nord, in cui vengono stabilite le “nuove linee guida” del tifo organizzato nerazzurro: “Le continue indiscrezioni comparse sui giornali ed i messaggi trapelati nel mondo ultras, ci hanno indotto ad anticipare i tempi per non lasciare troppo spazio a interpretazioni scorrette del nostro pensiero”, comincia il comunicato. “Ci preme premettere che nulla è stato deciso ‘di concerto con le forze dell’ordine’ come cercato di far passare da alcuni messaggi e testate giornalistiche fuorvianti, le nuove linee di curva sono il frutto del lavoro congiunto di tutti i gruppi appartenenti alla nord, senza condizionamenti”. Insomma, dicono, ogni cambiamento è il risultato di un processo interno alla curva. Niente accordi con realtà esterne. Non si nega, però, che nella gestione del “mercato” che tiene viva la nord ci siano stati degli errori, conseguenze “della nostra leggerezza nel monitorare la gestione organizzativa ed economica della curva”. Ma cos’ha comportato, all’atto pratico, questa “leggerezza”?
Occorre capire quanto detto dal Secondo anello a proposito dei biglietti, “che venivano richiesti attraverso i normali canali di distribuzione dell’Inter, regolarmente pagati e l'unico vantaggio offerto dalla società per esigenze di ordine pubblico e organizzativo, era quello di avere un canale prioritario per l'acquisto dei tagliandi nell'interesse comune di permettere ai tifosi più assidui di esser presenti sempre e ovunque a guidare il sostegno alla squadra”. Dopo l’acquisto, infatti, “i gruppi avevano facoltà di richiedere un sovrapprezzo che veniva accantonato dalla curva per coprire ulteriori eventuali spese comuni straordinarie come quelle per la tutela legale dei frequentatori, magazzini per i materiali di curva, mezzi di trasporto per le coreo, eccetera”. L’Inter quindi poteva essere a conoscenza di questa rivendita a prezzo maggiorato? Il problema, comunque, sorge quando questa struttura organizzativa perde la capacità di ridistribuzione tra i vari gruppi della nord, finendo in mano a poche persone, “grazie anche all'unificazione della curva dietro un unico striscione che identificasse tutto il movimento ultras nerazzurro”. Prima di questo “accentramento di potere”, sembra suggerire il comunicato, il profitto ottenuto con le attività della curva era redistribuito equamente. E utilizzato esclusivamente per lavori legati al tifo. Anche i frequentatori più assidui, leggiamo, erano ignari di questi cambiamenti: “Il fatto che tutto funzionasse al meglio, i risultati positivi della squadra e la qualità organizzativa di chi gestiva la Nord, ha illuso tutti che si fosse raggiunto il perfetto equilibrio di curva senza rendersi conto di ciò a cui si contribuisse”. I “risultati”, però, sono solamente quelli sul campo, dato che poco dopo si dice che le “attività speculative” dei vertici della curva hanno innegabilmente valorizzato il brand della nord, aumentando dunque i ricavi. Poi il chiarimento: “Dei presunti profitti derivati da altre attività poi nessuno era a conoscenza e tutti siamo stupiti da quanto abbiamo appreso come tutti dalle ricostruzioni mediatiche”. Di ciò che veniva fatto in maniera illecita, nessuno sapeva, stando a ciò che è scritto nel comunicato.
“Adesso, forti della pesante lezione subita e degli errori commessi, la Nord si è riorganizzata azzerando l'economia di curva e ritornando alla ripartizione in gruppi che coordinano il tifo rispettando la propria geografia di curva e ripartendosi negli abituali settori storicamente occupati nel Secondo Anello Verde”. Oltre alla nomina di un “direttivo composto da un rappresentante per gruppo”, è prevista la cessazione del “servizio biglietteria” (tra virgolette anche nel comunicato). “Con questo nuovo assetto e la ripartizione dei ruoli in totale trasparenza, siamo certi che la Nord non offrirà mai più il fianco a speculazioni ed opportunismi e si tornerà ad una struttura fondata sul merito e non sul profitto”, si dice in verso la fine, chiarendo anche che, per il momento, gli striscioni dei gruppi in cui militavano gli indagati continueranno a non essere esposti. I tifosi rimarranno uniti dietro a uno “striscione comune”. Un’ulteriore precisazione in chiusura: “Dato che è trapelata anche questa indiscrezione, anticipiamo che nel caso in cui, a partire dalla prossima stagione e a fronte dei nuovi referenti che hanno sostituito le persone coinvolte a livello giudiziario, gli striscioni vietati dovessero essere consentititi, si è deciso di ridare alla curva la storica fisionomia estetica con gli striscioni di tutti i gruppi di nuovo al loro posto”.