Da quando lo scorso 22 aprile è scoppiato il controverso “caso Scurati” nella trasmissione di Serena Bortone, la Rai è finita al centro di un vortice di polemiche senza precedenti che da allora non si è mai arrestato. Dopo la presunta censura del monologo dello scrittore e la successiva “denuncia” via social della conduttrice, nei dibattiti televisivi, sulla stampa e sui social, la critica verso la trasparenza del servizio pubblico e la mancanza di libertà di stampa si è fatta sempre più grande, arrivando a parlare – come tutti sappiamo ormai molto bene – della cosiddetta “Tele Meloni”, che è stata criticata persino da un’inchiesta di Al Jazeera ed è finita in prima pagina sul quotidiano francese Le Monde con tanto di titolo “L’estrema destra si prende l’antenna” solo due settimane fa.

I casi critici da esaminare, associati a “Tele Meloni” sono stati davvero tantissimi negli ultimi mesi: a partire da quello di Antonio Scurati, passando alle polemiche su Pino Insegno, vicino a Meloni e secondo molti mantenuto per questo motivo in Rai, nonostante gli ascolti bassissimi dei suoi programmi; il massiccio sciopero dei giornalisti Rai (con il comunicato Usigrai) che a maggio denunciavano la censura del governo e un vero e proprio “attacco a chi vuole difendere i diritti democratici”; e poi gli applausi “modificati” (aggiunti con un montaggio postumo) per coprire i fischi al ministro Sangiuliano al Taobuk, festival culturale di Taormina; gli attacchi diretti della premier Meloni a Report, trasmissione di Sigfrido Ranucci, che aveva indagato, con diversi servizi, la poca trasparenza nell’accordo Italia-Albania per la gestione dei migranti, la figura del padre di Giorgia Meloni e il presidente del Senato La Russa; il passaggio al canale Nove di Amadeus, seguito nelle ultime settimane da Fiorello, oltre a quello di Flavio Insinna a La7… Insomma, seppur nell'ultimo caso citato i motivi sono più che altro di natura economica, volendo scavare, le polemiche e le questioni poco trasparenti, o che perlomeno fanno sorgere dubbi, sono davvero numerosissime, cui si è aggiunta nelle ultime ore anche la notizia che ha confermato le dimissioni di Marinella Soldi da presidente della Rai, che passerà all’emittente inglese Bbc.


Molte cose non tornano, ma il quadro generale che emerge è che in Rai da mesi l’organizzazione non stia funzionando, dato i tantissimi volti storici (vedi Amadeus e Fiorello) che dopo anni di collaborazione hanno preferito “migrare verso altri lidi”. Una cosa che però nessuno ha notato in questi mesi è che c’è (stata) una fonte, che potremmo definire “misteriosa” – a dir poco - che ha rivelato in anteprima assoluta tutte queste notizie: stiamo parlando della pagina Instagram @boicotterai che, negli ultimi mesi ha rivelato prima di tutti alcuni scoop. Loro furono i primi a denunciare che, proprio “a causa di tele Meloni”, su Rainews24 Giorgia Meloni era andata in onda per 46 minuti consecutivi senza interruzioni; loro avevano rivelato per primi che l’azienda vinicola di Bruno Vespa, oltre a essere stata scelta per i menù dei Frecciarossa, era stata selezionata anche per il G7 in Puglia dello scorso giugno; loro avevano rivelato molti dettagli sul caso Scurati e la “dipartita” di Fiorello verso il Nove, quando la notizia non era (ancora) nemmeno una vera notizia. C’è però un evidente problema: negli ultimi giorni la pagina di @boicotterai è completamente scomparsa. Finita, sparita, censurata e cercandola su Instagram non appare più alcun risultato.


È difficile parlare di qualcosa che al momento “non esiste” più, senza prove tangibili, evitando di finire alla stregua dei peggiori complottisti del web; ma, verificando la cronologia ancora disponibile su Google alcune tracce di @boicotterai (r)esistono. Ricordiamo per esempio che avesse quasi 40mila follower e migliaia e migliaia di like a ogni post, anche viste le notizie quantomeno clamorose. Ma chi si nasconde davvero dietro a questa misteriosa pagina? Chi sono “loro” che scrivevano di essere "un gruppo di supereroi che salverà la Rai dai cattivi"? La sensazione dall’esterno è che si tratti di un canale gestito, molto presumibilmente, da qualcuno che dentro alla Rai ci lavorava (sempre se non ci lavora ancora) e per questo motivo a conoscenza di fatti eccezionali prima che questi arrivassero alla stampa. Il punto è infatti questo: proprio dopo le tantissime rivelazioni scomode, la pagina è stata chiusa. Forse creava troppi problemi ai dirigenti di viale Mazzini? Vien da chiedersi. E che ne sarà allora del servizio pubblico?
“Mamma Rai” ancora c’è ed esiste, ma se anche la pagina venisse riammessa sui social (cosa che ci auguriamo) è chiaro che l’ennesimo caso di dimissioni (addirittura della presidente) e il fatto che molte notizie come queste vengano oscurate o passino in secondo piano solleva ancora numerosissimi dubbi sulla vera e reale libertà di stampa. Certo, c'è chi in questi mesi ha minimizzato ognununo di questi fatti, definedo le singole situazioni come assolutamente "normali" e "ordinarie". Tuttavia, va ricordato che laddove mancano dibattito e confronto, e laddove si silenzia e censura (sopratutto su una tv pubblica) anche molto gradualmente, i presupporti per il futuro diventano quelli di una sempre maggiore chiusura all'esterno, come ha sottolineato nel suo discorso di oggi anche il presidente Sergio Mattarella:
“Si vanno negli ultimi tempi infittendo contestazioni, intimidazioni quando non aggressioni nei confronti di giornalisti che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo (…) documentazione di quel che avviene, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti, se lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione, canale di partecipazione e appello alle istituzioni. Per citare ancora una volta Tocqueville: “Democrazia è un potere di un popolo informato”. Ecco perché ogni atto rivolto contro la libera informazione e ogni sua riduzione a fake news è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica.”
(Dal discorso del Ventaglio del presidente Mattarella, 24.07.2024)
PS: la pagina, dopo alcuni giorni di misteriosa sparizione, è stata ripristinata su Instagram, ma i dubbi su cosa stia accadendo dietro le quinte di Rai, permangono.
