Documentare con video su YouTube i furti dei borseggiatori sulla metro di Roma può avere diversi risvolti, sia positivi che negativi. Lo sa bene il content creator Simone Cicalone, che sta dividendo l'opinione pubblica con i suoi video dedicati alla vita di strada, allo stato di degrado delle stazioni metropolitane o dei quartieri popolari delle grandi città. Lo youtuber è stato ospite anche de La Zanzara, la trasmissione di Giuseppe Cruciani su Radio 24. L'occasione è stata il richiamo alla questione sollevata dalla Cgil verso lo youtuber. “Il problema non è Cicalone, ma le borseggiatrici”, è il pensiero di Cruciani, che gli vorrebbe anche conferire delle medaglie al merito per le attività svolte. Lo stesso pensiero della stragrande maggioranza dei suoi radioascoltatori, dei follower di Cicalone ma anche della maggioranza degli italiani che si incontrano per strada. “Ho preso molto a cuore questo argomento perché c'è un'ingiustizia, c'è una sottovalutazione del fenomeno, cioè quello che sta succedendo a Roma si tratta di un'organizzazione criminale orizzontale”, la risposta di Cicalone all'accusa di realizzare i video solo per fare click e follower. In realtà lo youtuber non ha mai negato che la sua attività sia svolta per lavoro. “Se questi video li hanno visti oltre 6 milioni di persone, sostanzialmente è cambiata una cosa, c'è consapevolezza che si può essere derubati”, prosegue ribattendo alle critiche, tutte volte a dimostrare che i suoi video non cambiano e non cambieranno nulla. “Se qualcuno dice che noi usiamo una forma di violenza, anche voi state usando una forma di giudizio, se noi ci siamo sostituiti alla Polizia voi vi siete sostituiti ai magistrati. Se noi usiamo violenza, la persona innocente che subisce una violenza deve denunciarci. Si va lì e si fanno le domande, nessun borseggiatore è stato mai bloccato, tranne il borseggiatore che era ricercato con foto segnaletica dalle guardie giurate”, ci tiene a precisare Cicalone segnalando anche il fatto che le stesse guardia siano presenti in zona mentre vengono realizzati i video, ma che per ovvi motivi non possono intervenire. E aggiunge che nessuno del gruppo avrebbe precedenti ed è sicuro: “Le forze dell'ordine ci dicono che facciamo bene”. Ma davvero le città diventeranno più sicure con il metodo Cicalone?
Di diverso parere David Parenzo, che reputa la cosa gravissima, non tanto il registrare video, ma quello di inseguire la gente per strada o le minacce a chi è senza biglietto. “Non voglio milizie private che fanno i Cicalone in giro per l'Italia, non mi sento sicuro”, la sintesi del pensiero di Parenzo. Da una parte sicuramente c'è un aumento della consapevolezza pubblica, proprio come da obiettivo dichiarato nel lavoro di Cicalone e dalla sua “Scuola di botte”. I video possono sensibilizzare l'opinione pubblica sui pericoli del borseggio nelle metropolitane, aiutando le persone a essere più vigili e a prendere precauzioni. Allo stesso tempo le forze dell'ordine possono utilizzarli come prova per identificare e perseguire proprio i borseggiatori. Possono di fatto studiare i metodi usati dai criminali per migliorare le loro strategie di prevenzione. Una maggiore esposizione mediatica può spingere le autorità ad aumentare la presenza sul territorio o installare più telecamere di sorveglianza. D’altra parte va ricordato che filmare e pubblicare video di persone senza il loro consenso può violare le leggi sulla privacy e portare a conseguenze legali per chi carica i video. Inoltre, potrebbe interferire con le indagini delle forze dell'ordine. Senza contare che i borseggiatori o chi per loro potrebbero cercare di intimidire o vendicarsi contro chi li ha filmati ed esposti, mettendo a rischio la sicurezza del videomaker. E infatti anche Cicalone ha subito minacce durante le sue riprese. Fare video di borseggiatori sulla metro solo per ottenere like può comunque risultare irresponsabile e potenzialmente dannoso. È importante agire con etica e responsabilità, considerando le implicazioni legali, morali e sociali delle proprie azioni. È fondamentale considerare attentamente tutti i potenziali risvolti e agire in modo responsabile per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi come quelli di emulazione da male intenzionati. La sicurezza nelle metropolitane italiane resta comunque una questione complessa che richiede un approccio integrato, combinando misure preventive, tecnologie avanzate, e la collaborazione tra autorità, aziende di trasporto e cittadini. Solo attraverso un impegno congiunto si può garantire un ambiente sicuro e accogliente per tutti i passeggeri. Di sicuro Cicalone ha sollevato la questione borseggiatori, che prima o poi andrà risolta.