A Corona On Air si parla di Garlasco, e non solo. Sull'omicidio di Chiara Poggi, si sa, Corona è innocentista nei confronti di Alberto Stasi. La sua tesi è quella dell'errore giudiziario e investigativo, come ha cercato di dimostrare nell'ultima puntata di Falsissimo dedicata al caso. Unendo l'utile al dilettevole, ha deciso di intervistare un personaggio non qualunque: Francesco Bellomo, ex giudice del Consiglio di Stato, destituito dalla magistratura dopo lo scandalo del 2017 relativo all'obbligo di minigonna imposto nella sua scuola di formazione giuridica. Scandalo, bisogna dirlo per cui è stato successivamente assolto. Il fatto non sussiste. “Gli riconosco un’intelligenza fuori dal comune, e quella pazzia che appartiene alle persone un po’ fuori dal comune”: Fabrizio Corona lo introduce così, chiedendogli come sia possibile che un giudice arrivi prima a condannare, poi ad assolvere. Parlando di Alberto Stasi, ecco cosa ne pensa Bellomo: “Il giudice deve essere uno scienziato, deve essere perfetto. Perché, ove mai si scoprisse che non è stato lui il responsabile, non è solo la vita del singolo a essere in gioco, ma è la credibilità dell’intero sistema di giustizia penale. Perché se ti tengono in carcere come responsabile di un omicidio in una condizione del genere, dopo due assoluzioni nel merito, allora i cittadini smettono di credere nella giustizia. Quel principio ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’ è stato fissato proprio perché il rischio di mandare in carcere un innocente è semplicemente insostenibile.”

Stasi assolto due volte e rimasto in carcere, ma quali errori sono stati compiuti? Secondo Bellomo “nel caso di Garlasco sono stati commessi molti errori, perché quello è un caso tecnicamente semplice: un omicidio in un luogo chiuso, con certe caratteristiche. Il colpevole andava scoperto, senza se e senza ma.” Eppure, siamo ancora qui dopo tanti anni, grazie a una trasmissione televisiva che ha riaperto il caso. Ma qui si cambia totalmente discorso: Corona riepiloga tutte le accuse rivolte contro Bellomo, la cui assoluzione non ha cambiato del tutto le carte in tavola: da brillantissimo magistrato dei record, ha perso il ruolo che ricopriva, per presunto abuso del potere coercitivo, per obblighi sessuali e atti persecutori. Secondo Corona il motivo è l'abbigliamento, “non da Circolino”. Bellomo, in maglietta bianca e giubbotto di pelle, illustra la sua posizione. “Torniamo indietro di qualche secolo: le streghe venivano mandate al rogo. Com’è possibile? E magari, tra qualche secolo, ci si porrà la stessa domanda. Non ti viene una spiegazione semplicissima? Hanno sbagliato. Perché tutta questa storia che tu hai raccontato è falsa: non c’è nessun obbligo, nessun potere coercitivo, nessun atto persecutorio, nessun maltrattamento. Mi hanno sospeso dall’insegnamento, cosa che non potevano fare. Gente che viene condannata per riciclaggio, prostituzione minorile, corruzione, poi io vengo punito per il dress code.”

Ma cos'era la clausola del fidanzato a punteggio? “Era previsto nel contratto che il borsista dovesse valutare la propria fidanzata o il proprio fidanzato. Se il punteggio non raggiungeva una certa soglia, dovevano rivalutare il proprio rapporto. La logica era: stai attento alle persone con cui ti accompagni”. “Voleva l'esclusiva?”, insinua Corona, “È un po' dittatoriale. Parlando di borsisti, cioè di studenti privilegiati all'interno del corso, la domanda è: come venivano scelti? “Prima i titoli, il voto di laurea”, spiega Bellomo, “ma lo decido io chi passa o no”. E che privilegi ha il borsista, chiede Corona, garrulo come sempre. “Non paga il corso e libri, ma soprattutto ha un'assistenza didattica personalizzata”. Fabrizio sorride, puntando il ditone tatuato: “Soli?”. “Anche in gruppo”. “Ma dove?”. “In hotel”. Corona spalanca le braccia: “In hotel. Ma per favore avvocato, io sto facendo un programma serio. Ma è normale che poi la denunciano! E qual è la percentuale tra borsisti maschi e borsiste femmine?”. “Erano molte di più le femmine, ma sono molte di più anche quelle che fanno la domanda”. Ma cosa c'entra Giuseppe Conte in tutto questo? Così l'avvocato Bellomo: “Conte è stato il Presidente della commissione disciplinare che mi ha messo sotto inchiesta. Il mio dialogo con lui è l'emblema di un progetto sballato, perché non mi hanno contestato nulla di concreto o di specifico, ma mi hanno detto che ho elaborato un contratto lesivo della dignità delle donne. Senza dirmi nemmeno quali sarebbero stati i punti lesivi. Sai perché? Perché loro non ce l'avevano, il contratto. Sono clausole, dress code compreso, che non hanno nulla di illecito”. Poi, il siparietto finale, che altrimenti non sarebbe un programma di Corona. “Avvocato, lei si ritiene bello?”. “Alla mia età, rispetto a tanti coetanei, sì”. “Lei è convinto che potrebbe sedurre qualsiasi donna?”. “Ma nessuno può essere convinto di questo”. “Io sì”, risponde Corona. “Ma no, neanche tu”. “Secondo lei, dottore, chi è meglio tra noi due?”. “Da che punto di vista?”. “Da tutti i punti di vista”. “Io”, risponde Bellomo. Musica.
