La Zanzara ricomincia a volare esattamente come l’avevamo lasciata prima della pausa estiva, dove aveva fatto posto alle zanzare, quelle vere: trash, politica, insulti, beceraggini e personaggi assurdi. Tutto bellissimo, al solito. E nella puntata d’apertura della nuova stagione 2025/2026 Cruciani e Parenzo non si sono fatti mancare nulla. Dopo una partenza soft sulle vacanze e un intermezzo meno leggero con Clizia De Rossi e Mirko De Carli che si sono scannati sulla questione delle pipette da crack a Bologna, in studio a Radio24 è arrivata la vera star della puntata: Ibrahim Traoré, il leader della giunta militare che ha preso il potere in Burkina Faso. Cioè, non era veramente lui, ma un politico vestito in maniera identica al dittatore: Inoussa Bara. Il personaggio non è nuovo a La Zanzara, e vale la pena di spiegare brevemente chi è. Nasce in Burkina Faso, dove consegue quasi due lauree. Poi arriva in Italia e si dà da fare con il lavoro manuale, ottenendo persino il premio come “Lavoratore dell’anno” nel 2009 da Manpower, agenzia per il lavoro interinale. Quindi, la politica, con il partito di Riccardo Magi +Europa, con cui si candida alle elezioni europee. Una carriera esemplare, modello di immigrazione e integrazione. Fino a che non incontra Cruciani, prendendo parte al meraviglioso circo trash di Radio 24.

Nelle precedenti ospitate in studio, Bara aveva già avuto modo di elogiare quella che a suo dire è “La giunta militare più bella del mondo”, sulla falsariga di quanto ricamato da Benigni a proposito della Costituzione italiana, mentre un’altra volta aveva spiegato che Ibrahim Traoré, salito al potere con un colpo di stato nel 2022, è uno dei leader più amati del pianeta. Certo, secondo l’ospite di Cruciani non si tratta di golpe, ma di plebiscito, e lo h a ribadito nella prima puntata di stagione: “Traoré è lì perchè lo vuole il popolo”, attirando naturalmente gli insulti di Parenzo come già era successo in passato. E se da un lato il nostro mancato europarlamentare ha elogiato la dittatura militare del suo paese d'origine, dall'altro ne ha approfittato per insultare Macron, in un’ottica anticolonialista e antieuropea forse non proprio adatta se si vuole essere presentabili in un un partito che si chiama +Europa, e chissà cosa ne pensa Riccardo Magi. “Macron è un pezzo di merda. È uno che ha sfruttato, ma ha preso un calcio nel sedere da Ibrahim, è uno che sta trasportando la guerra che doveva fare in Africa in Ucraina”, aveva detto qualche mese fa a La Zanzara, aggiungendo che “la Francia ha sfruttato l'Africa per 100 anni. Ibrahim Traoré è un ragazzo di 36 anni che ha due palle così”. Nell'ultima puntata invece, vista l'attuale crisi francese, ha espresso la propria soddisfazione soddisfazione per la situazione, invocando un colpo di stato in stile Burkina Faso: “Se l'amico di Parenzo non sta attento, sarà il primo presidente che sarà deposto in Europa. Il dittatore è Macron. Il popolo francese l'ha buttato fuori, ma non vuole andarsene. E vedrete che il 10 di settembre si ferma tutta la Francia”.

“La fine giusta di Macron? In galera”, ha chiuso, prima di passare a un altro tema che, così come espresso nei termini in cui lo esprime Bara, male si sposa con il programma di +Europa: i diritti degli omosessuali. Cruciani lo ha imbeccato: “Allora, in Burkina Faso è stata approvata una legge che criminalizza l'omosessualità, che prevede una condanna dai 2 ai 5 anni e una multa per le persone che hanno relazioni omosessuali. Lei è d'accordo?”. La risposta del finto Traoré non si discosta molto da quella che avrebbe dato il vero leader: “L’ho detto qua l'altra volta e lo ribadisco, il Burkina Faso è un paese sovrano, che fa quello che vuole. Perché il problema adesso in Burkina non è il movimento LGBT, ma la fame, la mancanza di acqua”. Ok, ma la multa, insiste Cruciani con maestria, è giusta o sbagliata? “Allora”, risponde Bara, “Se le persone scelgono di diventare gay, io rispetto la loro scelta, però non lo devono imporre agli altri”. Ancora, ma questa benedetta multa, è giusta o no? “La galera è giusta”.

