Jeremy Clarkson torna all’attacco dalle pagine del The Sun e stavolta nel mirino ci finisce la BBC e il suo ennesimo, presunto e prevedibile dramma in costume. L’ex volto di Top Gear: “Sarà perfetto dal punto di vista dei cappellini e del politicamente corretto, ma sarà talmente noioso che nessuno lo guarderà”. Il bersaglio è chiaro: mentre Clarkson elogia The Spider Covenant, il nuovo romanzo thriller del regista Brian Klein – “una buona lettura, e lo dico per due motivi: primo, lo è davvero. Secondo, è scritto da chi ha diretto tutti i segmenti in studio di Top Gear e The Grand Tour” – se la prende con la direzione artistica della tv pubblica britannica, presunta colpevole di aver puntato sull’ennesimo “dramma su una noiosa donna vittoriana uscita da qualche orribile romanzo di Jane Austen”. Per Clarkson, il problema non sono solo le trame inconsistenti, ma un’intera visione estetica e narrativa che soffoca ogni possibile originalità: “Una carrozza si ferma su un vialetto di ghiaia davanti a una grande villa. E poi non succede nulla di realmente importante per circa 16 ore”. Il tutto, secondo lui, condito da “attori che appena indossano abiti d’epoca iniziano a camminare lentamente e parlare in modo affettato”. E rincara: “L’unico motivo per cui si muovono piano è che non puoi correre con un busto o un cappello a cilindro”. Non manca poi una stoccata alla tanto decantata fedeltà storica: “Stanno attenti che le cuciture del cappellino siano fedeli all’epoca, che le spade siano forgiate col metallo giusto... ma poi in un racconto ambientato nel XVII secolo trovi persone in sedia a rotelle e con accento messicano. E ovviamente si parla pure di cambiamento climatico”. Il suo esempio di perfetto dramma in costume? Quel capolavoro chiamato The Elephant Man di David Lynch o il film A Knight’s Tale, con Heath Ledger. “Chaucer era un figo. Gli attori ballavano con i Queen, indossavano abiti da rock progressivo, la protagonista era etnicamente diversa. E funzionava. Perché sotto tutto quel gioco stilistico c’era una vera storia”. E avverte: “La Bbc può anche far correre i personaggi come Usain Bolt e farli parlare come Jamie Carragher, ma se non c’è una trama che coinvolge, continueremo tutti a guardare MobLand”.

Intanto il giornalista torna a parlare di fumo. Incredibile, in Francia pare abbiano vietato di fumare nei parchi, sulle spiagge e persino per strada. Clarkson si dice “raramente scioccato dalle notizie”. E di fronte a una certezza che crolla, si pone altre domande: “Cosa viene dopo? I tedeschi che vietano la birra? Gli americani che bandiscono gli hamburger?”. Sul The Sun non poteva mancare un messaggio al leader laburista Starmer. “Starmer non ha idea di cosa voglia dire rischiare”. Aggiunge: “Dice che sa cosa vuol dire lavorare dieci ore al giorno perché lo faceva suo padre. Ma è come se io dicessi di sapere cosa vuol dire lasciare la scuola a 14 anni e fare il garzone del macellaio, solo perché lo ha fatto mio padre”. Secondo Clarkson, per guidare un Paese servirebbe ben altro: “Quando sei Primo Ministro devi sapere com’è gestire una fabbrica, non lavorarci dentro. È il business che rimetterà in piedi il Regno Unito, non la nostalgia operaia”. E chiude con un attacco feroce sulla politica economica: “Hanno fatto un accordo affrettato con Trump che renderà le auto britanniche il 10% più care in America. Si sono vantati di aver aggirato i dazi, ma ora scopriamo che Trump non poteva nemmeno imporli”.
