Pena di morte per Luigi Mangione: il capitalismo cerca vendetta. Pena capitale, come Gaetano Bresci, che dopo il regicidio disse: “Non ho ucciso Umberto, ho ucciso un re, ho ucciso un principio”. Lo stesso si può dire per il killer italo-americano che ha freddato il Ceo di United Health Care, Brian Thompson. Tre pallottole, proprio come quelle sparate dall’anarchico a Monza contro il reggente di casa Savoia nel 1900. “Deny, Defend, Depose”: una parola di rivendicazione su ciascun proiettile. Questo Bresci non l’aveva fatto, ma la motivazione è comune: vendicare il popolo. Dalle cannonate sulla folla che protestava per il pane, ordinate dal generale Bava Beccaris poi premiato dal Re per la strage, al sistema sanitario-assicurativo americano, che manda a morire i pazienti sacrificandoli al profitto. Il concetto è semplice, e lo aveva già spiegato in maniera molto semplice J-Ax nel suo Non Aprite Quella Podcast, con il giornalista Matteo Lorenzon e il rapper Pedar. La situazione, oggettivamente, è quasi una supplica alla vendetta personale. Se il sistema considera la Salute come un lusso, è una fortuna che ci sia ancora gente per cui essa sia un bene primario. Dati e testimonianze alla mano, è facile capire come mai Mangione sia diventato una sorta di supereroe internazionale: l’omicidio che ha organizzato è stata l’opera maestra di un Prometeo contemporaneo, mixato con La Casa di Carta e gli eroi Marvel. Come Bresci, ripetiamolo, non ha ucciso un Ceo, ha ucciso un principio: quello delle assicurazioni sanitarie, il cui profitto è vincolato al diniego delle cure verso i propri assistiti. Gli americani dipendono da assicurazioni sanitarie private, che quasi sempre vengono accese dopo aver firmato un contratto di lavoro con qualche azienda. Come viene riportato nel podcast: secondo uno studio del 2009, il costo medio di un'appendicite è di circa 33mila euro, ma in alcuni casi è arrivato fino a 180mila. United Health Care, l'azienda diretta dall'uomo ucciso da Mangione, soltanto nel 2023 ha incassato 371 miliardi di dollari, crescendo del 15% rispetto all'anno precedente. A livello di capitalizzazione è due volte Coca-Cola, per dire. E qual è l'unico modo per crescere, se parliamo di una società di assicurazioni quotata in borsa? È semplice: ovviamente, negare il più possibile i rimborsi per le spese mediche ai suoi clienti: tirarla così lunga che nel frattempo muori. Al netto di chi non se la può permettere, il 90% degli americani paga un'assistenza sanitaria, ma il 16% delle volte si vede negare il rimborso. Tanto che gli amici di United Health Care possono dire con orgoglio di rifiutare il 33% di tutte le richieste, il doppio della media di mercato, ed è anche questo che li rende la prima società assicurativa del mondo. Ovviamente nessuno sa che un terzo delle richieste viene negata. Il problema dei sistemi sanitari basati sulle assicurazioni è proprio questo: che la società, per non fallire, deve guadagnare negandoti la copertura. Dal loro punto di vista sono obbligati a pensare agli investitori, non al tizio che ha messo il triplo by-pass.


Come giustamente viene osservato dai conduttori di Non Aprite Quella Podcast: quando hai un mancamento in strada, che fai, chiami l'ambulanza? Ma che sei scemo? Calcolate che in media sono 3500 dollari per una corsetta di venti minuti che ti porta in ospedale, quindi ovviamente uno ci pensa due volte prima di chiamarla. E lasciamo perdere l’elisoccorso, il cui costo si aggira intorno agli 80mila dollari. Lo stesso per le visite: una colonscopia va dai 2mila ai 5mila. La cataratta dai 3500 ai 7mila per ciascun occhio. Dopo una diagnosi di cancro il costo medio per i pazienti si aggira intorno ai 42mila dollari, ma può raggiungere anche i 184mila in caso di tumore al cervello. La chemioterapia costa dai mille ai 12mila al mese. Un’altra compagnia, la Anthem Blue Cross Blue Shield, ha avuto un’idea geniale: il tempo limite prestabilito per l’anestesia durante le operazioni. Se ti stanno ancora operando e finisce l’anestesia, o paghi un costo extra o soffri come un porco. Su questa cosa, le associazioni di clienti e i chirurghi hanno protestato, ovvio, ma la compagnia se ne è beatamente battuta il caz*o. Curiosamente ha però cambiato idea, ritirando la proposta dell’anestesia a tempo proprio dopo che il Ceo di United Health Care è stato freddato e la gente ha festeggiato manco fosse il Capodanno del ‘99. Infatti alcuni hanno osservato che l’unico modo per cambiare il sistema sanitario americano è stato uccidere uno con le pistole. Le testimonianze di alcuni americani finiti nella trappola, portate in onda a Non Aprite Quella Podcast, sono al limite dell’inascoltabile. Un vedovo dice che United Health Care ha negato alla moglie un trattamento salvavita, per poi continuare a fargli pagare la coniuge, ormai morta, nel piano familiare. Un altro racconta di suo figlio, nato con due buchi nel cuore scoperti quando aveva appena quattro ore di vita, a cui l’azienda ha negato la copertura classificandola come condizione preesistente. “La cosa più allucinante di questo episodio”, commenta J-Ax, “è che non capisco come mai nessuno l’abbia seccato prima di Mangione”. Un’altra testimonianza, di un padre che racconta della propria figlia che aveva, da 12 anni, bisogno di un intervento alla colonna vertebrale per risolvere una grave scoliosi, e che se non fosse stato completato avrebbe dovuto usare una sedia rotelle per il resto della sua vita.

La traduzione italiana
La compagnia, anche in questo caso, ha negato la richiesta di rimborso definendola come “elettiva”. Il commento, da padre, del rapper è sottoscrivibile in pieno: “Li ammazzo, li ammazzo tutti. Luigi Mangione for ever. Cosa ti devo dire da padre? Se la negano a me no, ma coi bambini non si fotte, zio. Coi bambini non si fotte”. Un altro, nato con una perdita dell’udito al 90% diagnosticata all’età di due anni perché non parlava ancora. I medici hanno scoperto il problema e permesso al paziente di recuperare la maggior parte dell’udito, anche se la madre ha dovuto lottare per mesi con la compagnia assicurativa. Il motivo va citato testualmente: “Sentire in entrambe le orecchie è un lusso”, quindi volevano che la madre decidesse quale orecchio operare. “Da genitore”, continua J-Ax, “mi ripeto: è un miracolo che nessuno l’abbia fatto prima di Mangione. Ma come fai a dormire? Tu dici a una madre che deve decidere con quale orecchio dovrà sentire suo figlio per il resto della sua vita, un bambino di due anni”. L’ottanta per cento delle bancarotte personali negli Usa è causata dalle spese mediche, e riguarda persone che erano coperte da un’assicurazione sanitaria al momento della malattia. I decessi annuali dovuti alla mancanza di assicurazione sono stimati tra i 40 e gli 80mila morti, mentre i decessi Covid dovuti allo stesso motivo hanno superato quota 300mila. Davvero è così difficile capire come mai sia esplosa tutta questa animosità contro la vittima di Mangione? Brian Thompson, questo il nome del manager ucciso, diventa amministratore delegato di Uec nel 2021. Sotto la sua direzione l’azienda registra una crescita straordinaria dei profitti: il 14% in più in un solo anno. Come ha ottenuto questi risultati? Lo dicevamo prima: 33% di richieste respinte, cioè 22 miliardi di dollari guadagnati sulla sofferenza altrui. Risultati che hanno permesso a Thompson di guadagnare 10 miliardi di dollari in un anno: soldi che, evidentemente, non bastavano, dato che prima di morire è finito sotto indagine per insider trading. Avrebbe venduto azioni della propria azienda dopo aver scoperto, e non divulgato pubblicamente, che la compagnia sarebbe finita sotto indagine per pratiche scorrette. Lo si era venuto a scoprire in seguito a una class action, intentata a novembre 2023, che accusava United Health Care di aver utilizzato consapevolmente un algoritmo difettoso per negare ai pazienti anziani la copertura necessaria. Perché è così: decide l’algoritmo, non il medico. Abbiamo capito perché l’accusa chiede la pena di morte per Luigi Mangione? E perché Mangione, nonostante il delitto, sia considerato un eroe? Senza scomodare l’Antigone di Sofocle, tutta la vicenda è come una tragedia greca, e ci mette di fronte al problema di cosa sia giusto e cosa no. Ognuno si faccia la sua idea, anche se è davvero difficile, in questo caso, non empatizzare con l’assassino.

