John Elkann: un nome, molti volti; o perlomeno due, secondo i maligni. Infatti, il presidente del chiacchieratissimo Gruppo Stellantis ultimamente è stato definitivo in modi differenti, “tagliatore di teste” dal quotidiano Libero e “ape operaia” da Dagospia. Visioni completamente differenti, ma entrambe irriverenti, dell’imprenditore che ha ereditato dal nonno Gianni Agnelli praticamente tutto, tranne il suo romanticissimo savoir faire, che tante volte ha salvato l’Avvocato; e invece per Jaky… No, John non è immune alle critiche, e non essendo forse un affabulatore ai livelli del suo avo, non riesce a nascondere le magagne, se così si possono definire, dei suoi affari. Quindi, non è passata inosservata l’ultima campagna di deindustrializzazione dell’ex Fiat. Da storica azienda italiana, a un brand che di italiano sembra voler mantenere solo lo slogan “made in Italy”, che sul mercato aiuta a vendere. Così, il giornalista Sandro Iacometti racconta l’Elkann “tagliatore di teste”, e rivela che “mentre trasloca la produzione in Algeria, Stellantis lascia a casa altri 3.597 addetti in Italia”, e pensare che in soli tre anni, “il personale è sceso da 51.300 a 42.700 unità”, e tutto questo, sottolinea ancora Iacometti, “con aiuti dallo Stato”. Sarebbe gradito, dunque, un po’ di riconoscimento in più nei confronti dell’Italia, no? E invece, sostiene il direttore Mario Sechi nel suo editoriale, per gli Agnelli, che sono “fortunati tre volte: prima i governi hanno concesso alla Fiat di essere l’unico costruttore di auto del Paese; poi le banche hanno salvato la società dal fallimento; infine quel genio di Sergio Marchionne li ha fatti diventare ricchissimi”, ora “l’Italia sembra un peso”…
La lente di Mario Sechi fa luce su tutte le operazioni della Exor, la holding di famiglia Agnelli-Elkann. Questa lo scorso quattro marzo “è salita al 10,1% del capitale e ha fatto ingresso nel consiglio di amministrazione di Clarivate, una società quotata alla borsa di New York […] dopo aver acquistato quote importanti di Philips, Institut Mérieux e Lifenet”. Continua, quindi, l’interesse per il settore della sanità. Inoltre, sottolinea sempre Sechi, “i manager di Stellantis illustrano grandi piani per il futuro, ma nel nostro Paese si fabbricano sempre meno automobili”, tant’è che, rivela il direttore di Libero, “quest’anno la storica fabbrica di Mirafiori ha prodotto solo 12 mila auto”. Ma questo è solamente il ritratto di John “tagliatore di teste”, che “a Wall Street forse lo applaudono - conclude Sechi -, ma a Torino no”; e adesso è arrivato il momento di mostrare il John “ape operaia”, quello “fashionista” che scia sulle piste imbiancate di St. Moritz. La simpatica definizione animalesca è opera di Dagospia, che riprende le immagini dell’imprenditore (pubblicate da Chi) durante la sua fuga in montagna, con degli outfit a dir poco eccentrici. Con piumino giallo e pantaloni e guanti neri “al Corviglia Ski Club, uno dei più esclusivi club del mondo, che conta appena 150 membri (molti dei quali reali)”, come riporta il settimanale. Per l’occasione Elkann è stato raggiunto anche dal fratello Lapo Elkann e dalla sua dolce metà Joana Lemos. A chiudere il quadretto erano presenti anche “Beatrice Trussardi con il marito Federico Roveda, Coco Brandolini d’Adda con il marito Matteo Colombo e il fratello Marcantonio Brandolini”. Ma dov’è finita Lavinia Borromeo? La moglie del maggiore tra gli Elkann, infatti, è la grande assente; ma Chi rassicura: “Nessun mistero sulla sua assenza: ha solo preso un po’ di raffreddore”. Insomma, a quanto pare una vacanza esclusiva è proprio ciò che serve per staccare la testa quando si si hanno delle cause in corso (per l’eredità della nonna Marella Caracciolo) e quando la propria azienda continua a lasciare a casa migliaia di dipendenti…