La Guardia di finanza di Pavia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha scoperto e sequestrato due tonnellate di cocaina, hashish ed eroina appartenenti a un’associazione di venti persone (quindici sono in carcere, cinque ai domiciliari) incaricata di portare le sostanze stupefacenti a Milano. Nelle carte c’è anche il nome di Luca Lucci, il capo ultrà del Milan finito agli arresti nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”: il Toro, dopo il sequestro della droga, ha ricevuto un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare. Gli indagati sarebbero vicini alla cosca della ‘ndrangheta dei Barbaro di Platì, la stessa ‘ndrina a cui era legato Islam Hagag, detto Alex Cologno. Un’associazione, quella dei venti arrestati, che viene definita “trasversale”, composta quindi da esponenti del mondo del narcotraffico del nord Italia, non solo lombardo. Il gruppo faceva capo all’organizzazione attiva nella zona della Comasina, un tempo in mano al clan Flachi, sostenuto proprio dai Barbaro, stanziali a Cologno Monzese. Il mercato della droga era possibile grazie all’appoggio della criminalità albanese e sudamericana, che controllano le spedizioni dal Sudamerica verso l’Europa. Ma le grandi quantità importate si spiegano anche grazie ai legami che un membro dell’organizzazione aveva con i vertici della mafia calabrese e con gruppi operanti in Spagna e in Marocco. Una grossa parte dell’hashish ritrovato proviene infatti da quei Paesi. La distribuzione a Milano, invece, si appoggiava alla criminalità attiva soprattutto nel quartiere Barona.
Gli accertamenti degli investigatori sulle attività del gruppo hanno rivelato un giro d’affari di circa undici milioni di euro, che venivano mossi grazie a sistemi bancari sommersi, come il fei eh ‘ien, un circuito che permette di spostare grandi cifre all’estero mantenendo l’anonimato. Sembra che l’organizzazione sia stata in grado di importare nel corso del tempo circa 1000 chili di cocaina, 1000 chili di hashish e 173 chili di eroina, mentre nell’ultima operazione la Guardia di finanza ha sequestrato 250 chili di sostanze e 800mila euro in contanti. Il ruolo di Luca Lucci e degli ultrà del Milan in questa vicenda deve ancora essere chiarito. Diventa sempre più evidente come tra le curve di San Siro, il mondo criminale milanese e la criminalità organizzata calabrese i rapporti fossero consolidati, complici le relazioni strette nel corso degli anni tra i leader ultrà e le famiglie di ‘ndrangheta. Lucci e gli altri tifosi sono ancora in carcere, in attesa del giudizio. Ma la Milano criminale continua a funzionare, anche senza di loro.