Quest’anno Luca Lucci passerà il compleanno in carcere. Oggi, 10 novembre, compie 43 anni. Il “Toro” della curva Sud è uno dei volti più emblematici tra quelli coinvolti nell’indagine della procura di Milano. Per il peso, per le amicizie, per carisma, per tutti i soldi che faceva girare anche fuori da San Siro. E per la sua violenza contro chi minacciava il suo status: Lucci è infatti indagato per concorso nel tentato omicidio di Enzo Anghinelli, colpito da Daniele Cataldo, uno dei fedelissimi del Toro, con due colpi di pistola. Ma in queste settimane sono emerse diverse intercettazioni che restituiscono il quadro dell’amicizia tra Lucci e Fedez. Dopo il pestaggio di Cristiano Iovino che ha seguito la rissa al The Club, infatti, il rapper si era confrontato proprio con Lucci per capire cosa fare con “Jimmy palestra”. E il Toro lo aveva rassicurato: “Ma appena tornano... Ci parlo io”. Insomma, la questione l’avrebbe risolta lui. Sempre in quell’occasione, poi, l’ex marito di Chiara Ferragni aveva chiesto all’ultrà un aiuto per la sicurezza. Non bastava, evidentemente, la protezione di Christian Rosiello. Fedez voleva qualcuno di “più pirotecnico”. Nelle carte della procura, però, ci sono anche intercettazioni che risalgono a gennaio di quest’anno, quando Fedez chiese a Lucci di introdurre la sua bevanda Boem (creata insieme a Lazza) a San Siro. Grazie alla mediazione degli ultras, l’obiettivo era farla circolare prima in curva e poi in tutto lo stadio. “Ma se io vi appalto a voi la distribuzione di Boem? All'interno dello stadio... E vi prendete una percentuale”, sono le parole del rapper catturate nell’intercettazione. Anche in questo caso, Lucci conferma che la cosa è fattibile. E questa, leggiamo ancora nelle carte della procura, è la dimostrazione della sua influenza nei business del Meazza. Un carisma di cui i Banditi della Sud sono ancora orfani, forse, dato che non hanno preso le distanze da ciò che lui e altri come Islam Hagag facevano. E di cui i tifosi non potevano non essere a conoscenza. Nel comunicato (che abbiamo analizzato nel dettaglio qui) le situazioni limite in cui i leader della curva erano coinvolti venivano definite “vicende private”. Gli ultrà non si sono limitati al controllo di San Siro. La volontà era di prendersi i luoghi cardine di Milano. Persino l’Old Fashion, che sempre Fedez voleva acquistare proprio insieme a Lucci, magari usando un prestanome per evitare l’imbarazzo di introdurre la sua figura a Stefano Boeri, presidente della Triennale.
Il Toro però coltivava anche un’altra amicizia celebre, quella con Emis Killa, con cui è stato visto in curva in occasione di Milan-Torino del 17 agosto 2023, la prima di Serie A. “IL JOKER RIDE SEMPRE CURVA SUD MILANO”, fu il saluto dei tifosi al loro leader. E sempre con Killa Lucci aveva aperto a Monza uno dei negozi di Italian Ink, marchio di cui l’ultrà era proprietario: “Ho fatto Italian Ink a nome mio, l’ho registrato, e adesso ho aperto il franchising: gli altri per aprire un negozio mi pagano un fisso mensile”, diceva ai genitori. E, di nuovo, torna il nome di Fedez: “Se vuole glielo faccio aprire in Duomo, con lui e la Ferragni… Vengono gli stranieri, faccio pagare mille euro un tatuaggio di una scritta”. Dopo San Siro, anche il Duomo era tra gli obiettivi. E poi c'è la Calabria, dove grazie alle conoscenze di Islam Hagag, in arte Alex Cologno, e alla società Why Event (qui l’articolo sull’intervista del direttore di MOW a Lo Stato delle cose) gli ultrà milanisti volevano organizzare serate ed eventi. La Why Event era stata aperta dalla moglie di Lucci e da quella di Matteo Norrito. L’inchiesta L’influenza del Toro sembra essere trasversale, dentro e fuori dallo stadio: nel business, nel mondo discografico, nella società di eventi. Da Milano alla Calabria. Compie 43 anni in carcere Luca Lucci, il volto della Sud. Un uomo capace di stare in equilibrio sul filo che tiene insieme calcio, ‘ndrangheta e sottobosco criminale milanese.