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Vediamo, mi è arrivata questa lettera. Allora c’è scritto: buon World Press Day direttore a te e a tutta la redazione di MOW. Buona libertà di stampa. Ah già, oggi 3 maggio è il World Press Day. E siccome non è diventato trend social nessuno se lo sta inculan*o. Eppure ci sono ancora centinaia di giornalisti che vengono ammazzati in giro per il mondo. L’ultima è una giornalista ucraina, Viktoriia Roshchyna, solo qualche giorno fa rapita e torturata dai russi, è stata ritrovata senza cervello, occhi e laringe. Ma anche in Italia siamo messi male come libertà di stampa; siamo messi male in tutto il mondo. Andate a cercarvi i dati, andate a cercare quanti giornalisti ancora vengono ammazzati, feriti, rapiti e quanti sono ancora sotto scorta. Me ne accorgo pure io nel mio piccolo: appena tocchi cose più delicate in cambio ricevi intimidazioni, messaggi dal sapore minatorio, diffide, querele, nella migliore delle ipotesi omertà. Credete che sia una cosa che non ci riguarda? Allora vi racconto questa storia, successa solo qualche giorno fa. Riguarda Green Peace e il Corriere della sera, il più importante quotidiano nazionale italiano. Che non ha mai smentito questa notizia.
Green Peace ha denunciato il rifiuto, da parte del Corriere della sera, di una pubblicità che Green Peace avrebbe regolarmente acquistato. La pagina in questione metteva in discussione la qualità dell'informazione italiana sul clima e soprattutto attaccava Eni, che a dispetto del suo marketing green continua a inquinare bellamente in giro per il mondo. Piccolo particolare: Eni è uno dei maggiori inserzionisti del Corriere. Infatti la pubblicità di Green Peace continuava così: “Di fronte al potere che le compagnie di combustili fossili possono esercitare sui media ci sentiamo ingannati, abbiamo bisogno di un'informazione completa, libera. Crediamo che il buon giornalismo sia cruciale”. Bingo. Vero. Applausi. Ecco di questa cosa in Italia non ne ha parlato nessuno. Nessun altro giornalone di serie A, nessun sito ha gridato allo scandalo. E sapete perché? Eni fa pubblicità pure su di loro. Eni fa pubblicità ovunque. Quando sentite parlare di potere o poteri forti, in Italia e non solo in Italia, il potere, o perlomeno uno dei più forti tra i poteri forti, è Eni. Dietro e dentro Eni ci sono partecipazioni statali italiane e non solo. Interessi pubblici ma anche privati, molto privati. È un centro di potere che condiziona - e molto - l'informazione in Italia. Tutti lo sanno, in pochi possono dirlo. Greenpeace dici bene: il buon giornalismo è fondamentale per sviluppare una società sana, democratica, con spirito critico. Ma dove è finito il buon giornalismo? Dov’è la libertà di stampa? E comunque: Corriere, che fai, dici qualcosa, o continui a fare finta di niente? Ah, la lettera me l’ero scritta da solo, chiaramente, perché nessuno se l’è inculato il World Press Day.
