È febbraio, siamo lontanissimi dai gossip estivi, e qualcuno, cioè Fabrizio Roncone sul Corriere, si pone una domanda inaspettata, quasi con affetto: dov’è finito Francesco Lollobrigida? Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare sembra essersi eclissato. Niente più uscite roboanti, solo qualche dichiarazione sporadica, quasi prudente. Un silenzio strano per chi, fino a poco tempo fa, era il più potente ministro del governo Meloni. Uno con la fila di questuanti alla porta: “Chiedi a Lollo. Senti Lollo. Ci pensa Lollo”. Lollobrigida, spinge Roncone, a Montecitorio era un’istituzione vivente. Petto in fuori, muscoloso, piacionesco, belloccio, tra i camerati già ribattezzato “Beautiful”, soprattutto spavaldo. Forse troppo. Parlava a ruota libera, senza filtro. Diceva che bisognava fermare la sostituzione etnica. Dichiarava l’etnia italiana a rischio. Spiegava che i poveri mangiano meglio dei ricchi. Esultava perché la siccità colpiva la Sicilia. Si dispiaceva che la nostra Costituzione fosse nata dall’antifascismo. Un giorno, addirittura, faceva fermare un Frecciarossa in una stazione non prevista: doveva correre in tv, aveva fretta. Era sceso, proseguendo il viaggio con l’auto blu. Quando raccontano la scena a Giorgia Meloni, lei pensa a uno scherzo. Poi sbianca. E s’infuria. Dal giro di Lollo provano a minimizzare: “In realtà qualsiasi passeggero, volendo, può fermare un treno”.
E poi c’è la storia del suo portavoce. Un certo Paolo Signorelli, che porta lo stesso nome del nonno, storico esponente dell’estrema destra, e con amicizie discutibili: tra queste, Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultrà della Lazio e boss criminale, finito giustiziato perché si stava allargando troppo. Polemiche a parte, torniamo al gossip. Agosto, Puglia. Scenografia: i trulli. Arianna Meloni, che nel frattempo ha preso le redini di Fratelli d’Italia, annuncia la fine dell’amore. Lei e Lollone si lasciano. Di colpo. E, guarda caso, Lolluccio evapora. Da allora, solo amministrazione ordinaria: difende il carciofo romanesco, inaugura la sagra del fungo porcino. Tutto molto sobrio. Solo che il vecchio Lollo manca. “Liberatelo, please”, conclude Roncone. Noi di MOW, e non solo noi, lo avevamo scritto tempo fa: Francesco Lollobrigida era sempre più isolato dentro Fratelli d'Italia, e persino Giorgia Meloni, sua ex cognata, aveva preso le distanze.
Già allora era chiaro che il problema non fosse solo il divorzio da Arianna Meloni, ma un intreccio di eventi e scandali che lo avevano trascinato in una spirale discendente. C’erano stati i dossier di cui parlava Alessandro Sallusti, le inchieste su Acca Larenzia, lo scandalo poi risultato assurdo che aveva travolto Nello Trocchia e Sara Giudice, fino alle accuse di Maria Rosaria Boccia sulle nomine pilotate, in cui spuntava anche Arianna Meloni, e le polemiche sui veri rapporti tra la Boccia, appunto, e lo stesso Lolly. Intanto, a Lollobrigida sembrava essere rimasta solo la gestione del G7 dell'Agricoltura a Ortigia, in tenuta da spiaggia, segnale inequivocabile di un ridimensionamento. Lo avevamo detto anche quando, all’improvviso, Lollobello era sparito dai social e aveva smesso di rilasciare dichiarazioni pubbliche: sembrava chiaro che il suo destino politico fosse appeso a un filo. Il tempo sembra aver dato ragione a questa teoria, ma forse ha ragione Roncone: ridateci il Lollo dei bei tempi, e magari anche Sangiuliano.