Ultimo giro per Le Iene, che salutano la stagione con una puntata che tiene insieme cose che sembrano lontane: Fabri Fibra, la cronaca nera degli ultimi vent’anni, un viaggio in Brasile con Gaia e l’ennesima pagina della storia di Alessia Pifferi. Fibra torna in tv dopo anni di silenzio. Lo fa con un pezzo nuovo, Che gusto c’è, che non ha nessuna voglia di risultare simpatico. È una traccia che spara dritto sull’ossessione per visibilità, numeri, like, fama. Wad lo accompagna dietro le quinte del videoclip, ma soprattutto lo tira dentro a una conversazione interessante, che non è pensata solo per fare promozione (insieme a Tredici Pietro, che si esibisce in studio con lui). Dall’altra parte del mondo, e della puntata, Gaia è in Brasile, tra le favelas e la famiglia materna. C’è Nicolò De Devitiis con lei, ma lo spazio è tutto suo: parla di sé, della musica, di storie vere e inventate, e dell’ayahuasca. Dal Brasile si torna in Italia, con il caso Garlasco è ancora lì, 18 anni dopo. Riccardo Festinese e Alessandro De Giuseppe riprendono il racconto di un testimone, ora morto, che parla di una relazione tra Chiara Poggi e un uomo adulto di Garlasco. Saltano fuori anche delle email. Entra in scena, per la prima volta davanti alle telecamere, l’avvocato di Andrea Sempio. Parla anche la madre di Alberto Stasi, che continua a proclamare l’innocenza del figlio dal carcere. La puntata non risolve niente, ma riapre tutto.

Nel frattempo, si torna a parlare di Alessia Pifferi. Non perché ci sia qualcosa di nuovo da dire, ma perché quello che emerge continua a disturbare. Le Iene mandano in onda nuovi audio inediti, che rimettono in discussione ciò che si pensava di sapere. Nina e Alessia Rafanelli lavorano sulle crepe, sui dettagli che sfuggono, e sulle zone d'ombra. Il prof. Guglielmo Gulotta, voce della psicologia giuridica italiana, prova a leggere quello che c’è dietro. Con lui anche l’avvocato Alessia Pontenani, legale di Pifferi, che aggiunge un altro pezzo al puzzle. Non si cerca il colpo di scena, ma uno spazio dove i fatti possano essere letti per quello che sono. Il caso resta un abisso, e ogni nuovo dettaglio allarga il vuoto invece di colmarlo. E poi c’è Roberto Saviano, in studio con un libro che ha il peso di una denuncia. L’amore mio non muore non è un titolo da fiction: è il racconto di Rossella Casini, una ragazza spinta fuori strada da un amore tossico e da un contesto, quello della ‘ndrangheta, che ha inghiottito tutto. Non è solo cronaca, è la radiografia di un sistema che si regge ancora su paura, controllo e silenzi. Le Iene chiudono così. Nessun arrivederci da palinsesto, nessun brindisi. E una stagione che, nel bene o nel peggio, ha lasciato segni.
