Le auto elettriche non sfondano sul mercato, uno scenario con cui da mesi ormai abbiamo imparato a convivere, nonostante l’utopia del 2035 continui, almeno fino alla prossima estate, a rimanere solida. I risultati negativi delle Ev (electric vehicle), secondo quanto riportato da Camilla Conti su La Verità, sono deludenti “in tutta l’Europa Occidentale (Ue più Efta più Regno Unito)”; ma se da una parte le vetture full-electric stentano, dall’altra, continua la giornalista, “le ibride accelerano”. Giusto per offrire qualche numero di questo quadro, “a marzo (scorso, ndr) le immatricolazioni di auto elettriche a batteria sono diminuite dell’11,3% a 134.397 unità - dato che fa riferimento all’intero Vecchio continente -. Di conseguenza - continua Conti -, la loro quota di mercato si è ridotta dal 13,9% del marzo 2023 al 13% di marzo 2024, mentre quella delle ibride è salita dal 24,4% al 29%”. In Italia, secondo quanto svelato da La Verità, il mercato Hev (ibrido) ha segnato un promettente +8,3%, mentre in Francia questo dato ha sfiorato addirittura il 30%. I problemi dei veicoli a emissioni zero ormai sono ben noti, dai prezzi di acquisto troppo alti, a un’infrastruttura ancora poco sviluppata e un presagio di un imminente cambiamento sul fronte europeo con le votazioni del giugno prossimo. Inoltre, pesano anche i vari tentennamenti sugli incentivi in Italia; bisogna tenere conto che questi sono stati completamente eliminati in Germania mentre in Gran Bretagna sono stati mantenuti solamente per le aziende e non per i privati. In Italia, però, sembra palesarsi sempre di più l’idea dell’ingresso di un nuovo produttore automobilistico da affiancare a Stellantis, e si prevedono scintille sentendo le parole pronunciate al riguardo da Carlos Tavares (amministratore delegato del Gruppo). Si parla di una società cinese, e dunque specializzata in auto elettriche; eppure, sottolinea Conti, “sarebbe forse più opportuno seguire la strada dell’ibrido (che anche i sindacati chiedono di portarlo a Mirafiori). Coinvolgendo più che le case cinesi, quelle coreane o giapponesi”. E a proposito di Mirafiori…
Lo storico stabilimento (ex Fiat) torinese vive ore di terrore. Dopo una prima cassa integrazione, che sarebbe dovuta terminare proprio in questo mese di aprile, e una manifestazione generale dei lavoratori della scorsa settimana, Stellantis ne ha annunciato una nuova per gli operai a lavoro sulla Fiat 500 elettrica e sulle linee della Maserati che quindi dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, prolungarsi fino a maggio. Una situazione surreale, considerato anche il fatto che il produttore, come rivela Andrea Valle su Libero, “ha immatricolato a marzo in Europa 228.740 auto, l’8,7% in meno dello stesso mese del 2023. La quota di mercato è in calo dal 17,6% al 16,5%, segnando un peggioramento dello 0,9%”. Inoltre, sottolinea sempre il giornalista, “restano le forti preoccupazioni per il futuro degli stabilimenti italiani”. Oltre a quello torinese rischiano anche Melfi e Cassino, “dove i 225 lavoratori di cinque aziende rischiano di perdere il posto di lavoro”. E intanto all’interno di Stellantis si sta vivendo un vero e proprio derby Francia-Italia, che noi stiamo inevitabilmente perdendo (e di tanto anche). In termini calcistici la chiameremmo “stiamo subendo una goleada”, ma Pierluigi Bonora de Il Giornale preferisce dire, anzi scrivere, che questa sfida “vede, tra gennaio e marzo, avanzare Peugeot (+3%) e Citroën (+11,4%), mentre Fiat segna un -2,2% e Alfa Romeo guadagna lo 0,4%”. Insomma, sottolinea il giornalista, “la situazione resta problematica”.