“Ci vuole la pasticca blu per amarsi di più, contento io contenta tu” cantavano i Management del Dolore Post Operatorio, gruppo rock abruzzese fatto elegantemente fuori dai poteri forti per aver simulato il rito dell'eucaristia ostentando un condom a mo’ di ostia consacrata sul palco del Primo Maggio, in piena diretta Rai. Ma bòni tutti, a Roma la famosa pasticca blu della Pfizer, leggendaria responsabile di matrimoni riaddrizzati grazie ad autostime maschili preservate è diventata l'ingrediente principale del gelato più duro del mondo, quello che attualmente spopola tra i tanti gusti nei bar disseminati per i vicoli della città. Improvvisamente i nostri gelatai si contendono il titolo di primo ideatore del gelato al Viagra e fanno i preziosi, in barba a Charlie Harry Francis, proprietario della britannica Lick Me I’m Delicious, che già lo creò su espressa richiesta di un vip dal nome irrivelabile. Charlie ficcò venticinque grammi del mitologico inibitore della fosfodiesterasi nella ricetta a base di panna e un tot di champagne e il gusto Arousal fu una rapsodia nel blu dipinto di blu. Non ci è dato sapere se il festino accusò un' ondata di improvviso priapismo negli ospiti con ciò che ne consegue, purtroppo, grazie al gelato al sildenafil che si squaglia ma non si ammoscia. Noi, leccatori provetti - di sorbetti, ça va sans dire - ci siamo scapicollati alla gelateria accanto alla fermata della metro Spagna, che sputa cristiani ininterrottamente come la bocca di Mangiafuoco, curiosi di osservare da vicino la fredda creatura turchina ed eventuali effetti collaterali su un soggetto maschio a nostra disposizione.

È noto che Sigmund Freud, nel libro L’interpretazione dei sogni guardi a tutto ciò che si erge verso l’alto – alberi, palazzi, coni gelato…- come a simbolici fallici; ed è noto altresì che la premiata Gelateria Mariotti qui spacci gelato blu a rotta di collo; per questo abbiamo spintonato decine di american girls appiccicate al vetro dell'italian ice cream appropriandoci orgoglioni della nostra coppetta, a scanso di equivoci, al gusto Viagra, rinunciando alla verticalità in formato biscotto tutta da succhiare. Tre euro e abbiamo indi proceduto al test offrendo il prodotto all’esemplare maschile presente, per constatare gli eventuali benefici libidinosi. A parte il fatto che il gelato blu ha un delicato aroma di caramello e lascia la lingua cobalto, non abbiamo osservato variazioni fisiche rilevanti nel tale in nostra compagnia. Per quanto ci riguarda non abbiamo evinto lo spuntare di attrezzature virili su di noi, in seguito all’assaggio, con buona pace dell’invidia del pene femminile cara al Maestro della psicanalisi austriaco. Ci duole dirlo, ma il gelato alla pillola a forma di diamante nata nel 1986 è un comune sorbetto alla vaniglia tout court intriso di colorante. Buono, ci mancherebbe. Chiedendo lumi al proprietario, pare che la ricetta non debba essere rivelata: “A ricetta è segreta, te pare che taa dico; altrimenti nun è più segreta”. Non fa una piega. Ma ha qualche effetto sui gentili consumatori?, chiediamo. “ Fa effetto sulle signorine: se abbraccicano tutte…”. Non dovremmo deludere i lettori, ma a noi questa trovata ci ricorda tanto il gusto Puffo dei gloriosi anni ’80. È così? Lo chiediamo al nostro gelataio. “Pure quanno famo l’ordine è ancora ‘gusto Puffo’...”
