Com’è andata in termini di ascolti Miss Fallaci, la serie Rai su Oriana Fallaci? Per Aldo Cazzullo “non benissimo”, anche se poi chiarisce: “L’ultima puntata ha superato il 12 per cento di share, quindi non è andata certo male; però Imma Tataranni fa il doppio”. Insomma, si poteva fare meglio, anche se il risultato non è da buttare. Le ragioni, dice il vicedirettore del Corriere della sera, sono molteplici. Per esempio “i personaggi incontrati dalla Fallaci – Khomeini, Gheddafi, Panagulis… – appartengono a un’altra epoca. E poi tanti avevano già visto la fiction precedente, in cui la Fallaci aveva il volto di Vittoria Puccini”. Figure di un passato che per il pubblico Rai è poco interessante, forse. Ma c’è di più: “Ora, non vorrei essere scortese, e cerco davvero di scegliere parole che non suonino irriguardose verso nessuno. Ma per interpretare Oriana Fallaci non basta avere un bellissimo volto e gli occhi azzurri. Non basta neppure essere brave attrici”. Cosa serve, quindi? “Occorre uno spessore non solo intellettuale e culturale ma pure umano che nelle giovani attrici – e sto davvero parlando in generale – non vedo. Le ho conosciute, qualcuna l’ho intervistata, e, chiedo scusa, non l’ho visto”.

La questione per Cazzulo riguarda quello spessore che può darti solo la vita. E nel suo articolo per Io Donna fa degli esempi celebri: “Pensate a Mariangela Melato o a Valentina Cortese. E anche a Sandra Milo: giocava a fare la svampita, facilitata anche dalla voce stridula, ma una donna che ha avuto Bettino Craxi e Federico Fellini va presa molto sul serio. Ma pensate anche ad Adriana Asti e a Milena Vukotic, a Sophia Loren e a Claudia Cardinale. Stefania Sandrelli mi ha raccontato in un’intervista di aver avuto una storia con Luigi Tenco, al tempo in cui stava con Gino Paoli, insomma i padri della canzone d’autore”. Più che di talento, suggerisce il giornalista, sia Miriam Leone che Vittoria Puccini mancherebbero di vita vissuta. Poi chiude così: “Certo una donna non si giudica dagli uomini che ha avuto, però in certi racconti trovi una comprensione delle cose, una consapevolezza della vita, una coscienza di cos’è l’arte, cos’è lo spettacolo, cos’è l’Italia, che magari non sono necessarie a recitare, però aiutano”.
