Durante lo scorso Festival di Sanremo, quando si profilava l’ipotesi, poi concretizzatasi, dell’addio alla kermesse da parte di Amadeus, dopo cinque anni di impero luigiquattordicesimiano, avevo buttato lì l’idea di guardare una volta tanto a una donna come prossima conduttrice e direttrice artistica. Sarebbe stata la prima a ricoprire questo ruolo nella settantacinquennale storia del Festival, mica roba da poco. Nell’indicare una donna, anche giocando su un certo maschilismo di fondo di chi muove la macchina, dicevo che ci avrei visto bene una donna col nome da uomo. Ora, ammetto, mi sembrava evidente di chi stessi parlando, anche perché già in passato ho avuto più volte modo di esternare la mia stima nei suoi confronti, ma non avevo tenuto conto che in giro c’era anche Eleonora Daniele, che tecnicamente ha un nome da donna e un cognome da uomo, ma magari qualcuno ha frainteso. Volevo dire, è chiaro, le foto e i titoli stan lì per quello, che avrei visto assai bene alla conduzione e direzione artistica del Festival di Sanremo, quello impegnativo post-Amadeus, Andrea Delogu. Lo ribadisco, e vederla al fianco proprio di Carlo Conti, l’uomo indicato da Mamma Rai per sostituire Amadeus a Sanremo, sui palchi del Tim Summer Hits bene lascerebbe anche sperare, non una conduzione e direzione artistica, certo, ma magari una co-conduzione almeno per una serata, volendo anche qualcosa di più. Il fatto è che Andrea Delogu è, oggi come oggi, un rarissimo esempio di professionista nel mondo della televisione che sta letteralmente crescendo (esponenzialmente) davanti agli occhi degli spettatori, senza sbagliare una mossa, una parola, un gesto. Nata quarantadue anni fa a Coriano, e cresciuta da piccola dentro la comunità di San Patrignano, una volta affacciatasi al mondo dello spettacolo ha dato vita a un crescendo wagneriano, fatto di conduzioni o co-conduzioni sempre equilibrate, che fossero al fianco di giganti come Renzo Arbore e Marco Giusti, o più giovanili come Diego Passoni, non ce lo ricordiamo mai abbastanza, ma erano loro le voci che ci accompagnavano nelle serate dell’Eurovision quando Eurovision era ancora una cosa divertente e senza pretese ai nostri occhi. Ma star qui a fare l’elenco dei programmi che l’hanno vista mattatrice, in tanti anni di televisione, è operazione inutile quanto faticosa. Sono stati tanti, alcuni anche su di lei disegnati, penso al programma musicale Tonica, altri che lasciavano ben pensare proprio per un suo approdo sulle assi dell’Ariston, già negli anni passati, ben pensare che però si schiantava puntualmente sul nome di qualcun altro, spinto in avanti non si è mai capito bene perché.
Lei, però, che a fianco al lavoro in tv ha sempre portato avanti anche la radio, e ultimamente si è anche buttata sul cinema e il teatro, a breve ci arrivo, non ha sgomitato, non si è lamentata, non ha fatto quella vessata dall’amica o amico del politico di turno, ha fatto il suo andando avanti senza guardarsi troppo intorno, e concentrandosi sul proprio lavoro, sempre affrontato con dedizione e professionalità. Lavoro che l’ha vista anche esordire come scrittrice, andando negli anni a portare a casa anche risultati importanti, l’ultimo romanzo, Contrappasso, potrebbe benissimo diventare la sceneggiatura di un film hollywoodiano, non disdegnando il suo impegno nel raccontare cosa significhi essere Dsa, per tutti “dislessica”, e anche come ci si debba confrontare col proprio corpo, le sue foto con panciera o senza trucco stanno sui social a mo’ di monito. Certo, facile starsene in panciera se poi, quando la panciera non c’è, sei Andrea Delogu lo stesso, chi ha visto il film Divorzio a Las Vegas, ne ho scritto a suo tempo, dove a un certo punto compariva come mamma l’ha fatta e natura l’ha conservata, avrà magari vacillato, io che le sono amico ho provato un certo rossore alle gote, per dirla come fossimo nell’Ottocento, resta che anche lì, nessuna esagerazione, nessuna scorciatoia, nessuna foto sbagliata, parola sbagliata, gesto sbagliato. Dovessimo oggi allestire un paragone, e ben sappiamo come i paragoni siano la strada più veloce verso il baratro, per chi li fa e a volte anche per chi ne è oggetto, chiedo scusa preventivamente a Andrea, potremmo dire che nessuna e nessuno è oggi come Andrea Delogu nel nostro mondo dello spettacolo vicino a quel che in passato è stato Pippo Baudo, e non tanto per quell’essere superprofessionale e al tempo stesso creativa, andatevi a vedere il suo spettacolo teatrale 40 e sto per credere, ma anche per quella capacità tutta sua di essere affatto divisiva, alta e pop al tempo stesso, ironica ma istituzionale, decisamente bella ma non ingombrante. Con un curriculum come il suo, visti appunto certi sorpassi improbabili che le hanno soffiato da sotto il naso certi programmi che sembravano fatti apposta per lei, fosse stata un’altra avremmo visto lamentazioni degne di una tragedia greca, ma essere in grado di tenere il passo coi cambiamenti senza rimanere sotto le macerie provocate dai continui terremoti che devastano la nostra televisione è a sua volta arte difficile da saper esercitare, solo i migliori ci riescono, Pippo Baudo, appunto, docet. Non ci è dato sapere se il Tim Summer Hits è stato una prova generale di quel che vedremo al prossimo Festival di Sanremo, ovviamente ce lo auguriamo, ma siamo certi che per Andrea Delogu arriverà quel momento, e nel mentre ci sarà comunque tutto il resto, i programmi tv e radio, il teatro, il cinema, i libri, i podcast, tutto quanto, compresi quei post sui social che si chiudono sempre con un reel preso da I Griffin, sempre Peter come protagonista. Ecco, quella è la sola concessione a un politicamente scorretto che però risulta sempre misurato. Oh, anche a voler cercare sotto il tappeto non c’è neanche un briciolo di polvere, Andrea Delogu c’è, come Dio nei cartelloni stradali, sarebbe ora che tutti lo riconoscessero.