La promozione di un film che tratta di violenza domestica è un aspetto delicato: come fare per evitare che il tema venga “degradato” a strategia di marketing? Il caso di It ends with us con Blake Lively, pellicola tratta dal libro di Colleen Hoover, è emblematico. Da più parti, infatti, come vi avevamo già segnalato, sono state mosse critiche verso una presunta romanticizzazione di una problematica simile. Un film po’ a metà tra la commedia e il dramma. A far discutere, poi, è stato anche l’atteggiamento di Blake Lively, considerata troppo “leggera” nella sua campagna promozionale (“Prendi le tue amiche e portale al cinema! Vestitevi con fantasie floreali” è stato uno dei claim usati da Lively) e colpevole, secondo i detrattori, di essersi mossa come se il film non mettesse al centro un tema di violenza. Peraltro, affiancando alla spinta per il film quella per i suoi brand di prodotti per capelli e di bibite, rispettivamente Blake Brown e Betty Buzz. E di questo parere è anche la tikoter Ashley Paige, che si è espressa in un video che ha raggiunto oltre 4 milioni di utenti: “Ciao Blake. Sono una sopravvissuta alla violenza domestica e il mio cuore si è spezzato dopo aver visto il tuo film”, è il messaggio rivolto alla protagonista. Tra le voci italiane non si era fatta attendere quella di Selvaggia Lucarelli, che sulle pagine del Fatto quotidiano aveva detto che “Ora mancano solo l’ospitata da Fabio Fazio e l’intervista a cuore aperto a Candida Morvillo”. La stessa opinionista aveva definito “surreale” la campagna marketing ideata da Lively.
“Non mi sento minimamente rappresentata dalla visione della pellicola. Oltre al film la cosa più inquietante è vedere come questo debutto cinematografico è stato proposto”, ha proseguito Page, che ha poi paragonato la campagna di Lively a quella di un film di Barbie. Sempre secondo la tiktoter, l’attrice non era il volto giusto per interpretare il personaggio di Lily: “Io ho letto il libro lo scorso anno e non l'avrei mai scelta per interpretare Lily”. Un dissenso esplicito che si aggiunge a quello più velato (ma non meno rumoroso) del regista Justin Baldoni, il quale ha deciso di promuovere separatamente la pellicola. Tra vestiti floreali, toni da rom-com e influencer schierati, It ends with us non sta avendo vita facile. E la sua protagonista sta avendo un tracollo in termini di apprezzamento del pubblico che ricorda, con le dovute differenze, quello di Chiara Ferragni post pandoro gate. Spunterà fuori qualcos’altro che farà discutere?