“Alla sostituta Procuratrice della Repubblica, Dr.ssa Giuseppina Loreto, Procura di Napoli” E lei la destinataria dell’ultimo esposto inviato dal gruppo “Lavoratori che amano il San Carlo”. La nostra inchiesta è finita al centro di queste indagini, che si stanno svolgendo parallelamente a quelle della Corte dei Conti, stimolate dagli esposti dell’ex magistrato Catello Maresca. E ora, all’interno di questa inchiesta, che riguarda nomine controverse e peculato, si aggiunge ciò che molti lavoratori della Fondazione Teatro San Carlo sanno e finalmente possono dire. Noi vi abbiamo raccontato tutto, ma c’è un particolare, nei quattro punti segnalati dal gruppo di lavoratori, di cui ora possiamo parlarvi. Ma ci arriviamo.
Il primo punto riguarda l’incarico affidato ad Almerinda Padricelli. Secondo la nota inviata in procura il materiale disponibile “evidenzia palesemente un bando truccato per favorire una nuova assunta nell’area direzione Sicurezza e Patrimonio. (Ral da 93,000 mila all’anno arch. Padricelli Almerinda)”. Di lei vi avevamo parlato qui. Padricelli è diventata Responsabile della Sicurezza dopo aver vinto un bando abbastanza strano. Non solo il colloquio, previsto con tre candidati, si tenne di domenica, ma al momento della pubblicazione dei risultati nessuna graduatoria di scorrimento venne resa pubblica, nonostante si trattasse di un atto di trasparenza dovuto, dal momento che, nel caso in cui Padricelli avesse rifiutato l’incarico, il secondo classificato avrebbe preso il suo posto. La nota dei lavoratori prosegue: “Secondo il c.p. art 353 è palese la turbata libertà degli incanti con relativo favoreggiamento C.p. art 110, e relativo art. 323 relativo all’abuso di potere in quando beneficiaria dello stesso bando. La stessa con contratti già precedenti presso la fondazione”.

Accanto a questa vicenda ce n’è un’altra, per altro collegata, che riguarda invece le liquidazioni che la Fondazione ha erogato nel corso degli ultimi 2 anni. “Non c’è stata,” scrivono nell’esposto, “alcuna autorizzazione né approvazione da parte del consiglio d’indirizzo della Fondazione. Art. 316 c.p., indebita percezione di erogazione del denaro pubblico”. Si parla di 1,5 milioni di erogazioni su cui nessuno ha mai reso conto. C’è poi un terzo aspetto, segnalato come quarto punto. Anche di questo vi avevamo parlato bene qui. Jonas Kauffman, uno dei tenori più quotati del momento, è ultimamente davvero molto vicino al Teatro San Carlo, che gli affida non solo ruoli da protagonista, ma anche masterclass da tenere durante l’anno. Attraverso questo doppio incarico, Kauffman può “arrotondare” rispetto al normale compenso previsto per un tenore, incarico che deve rispettare i tetti della legge prevista sui compensi degli artisti delle realtà lirico-sinfoniche. È su questo che puntano i lavoratori nell’esposto: secondo loro saremmo di fronte a una “violazione del decreto ministeriale 2006, che fissa dei tetti di compensi per professionisti artistici. Per far sì che si percepiscano somme più elevate ci si inventa la MASTERCLASS. Docenza inventata pagata quanto i compensi”.
E ora arriviamo alla vera bomba. Vi avevamo parlato di Viviana Jandoli, consulente legale alle Officine Vigliena. La storia è semplice. Viviana Jandoli si laurea in giurisprudenza con una tesi ispirata alla sua attività di stage al Teatro San Carlo svolte nel 2017. Da lì si innamora del Real Teatro di Napoli evidentemente, tanto da voler provare a diventare consulente legale della Fondazione San Carlo. Ci prova non una, ma due volte. La prima nel 2022, ma sfortunatamente arriverà solo terza. Il primo arrivato poi rinuncerà all’incarico e, come da graduatoria di scorrimento, assumerà il ruolo di consulente la seconda arrivata. Insomma, Jandoli resta fuori. Ci riprova quindi nel 2024, ma anche anche in questo caso non arriva prima e infatti la Fondazione assumerà Chiara Ucchello. Non uno ma due concorsi persi. Basta così? No, perché come vi abbiamo raccontato, Stephane Lissner, al tempo Sovrintendente, sceglie di assumerla comunque e proprio per l’incarico per cui aveva concorso perdendo due volte, cioè quello di consulente legale, spedita, però, alle Officine Vigliena, dove lavora anche Michele Sorrentino Mangini (il figlio della Spedaliere piazzato anche lui con nomina diretta) e dove si tenevano, finché non li abbiamo denunciati pubblicati qui su MOW, degli spettacoli senza permessi.

Questi sono i fatti, a cui si era aggiunta un'indiscrezione, anzi più indiscrezioni a dire il vero, che ci erano arrivate proprio da alcune persone interne alla Fondazione. E di queste indiscrezioni vi avevamo già accennato: secondo alcuni, infatti, le tempistiche dell’assunzione di Jandoli sono abbastanza peculiari se si tiene conto di alcune donazioni liberali fatte a favore della Fondazione San Carlo di Napoli proprio tra il 2022 e il 2024, per un totale di 80 mila euro, che avrebbero dei collegamenti con la neo-consulente legale delle Officine. Ci eravamo fermati qui, tuttavia, tralasciando un particolare che ora il gruppo “Lavoratori che amano il San Carlo” ha scelto di mettere per iscritto in un esposto indirizzato alla Procura: quegli Art Bonus (e cioè le donazioni fatte a favore di realtà nel campo della cultura), arriverebbero dalla Banca d’Italia. La prima donazione, di 30 mila euro, è un “contributo liberale della Banca d’Italia luglio-agosto 2022” datato 22 febbraio 2022. Il secondo, di 50 mila euro, “un contributo liberale della Banca d’Italia gennaio-febbraio 2024” datato 5 agosto 2024. Ma che c’entra la Banca d’Italia con Viviana Jandoli. Serve fare un altro nome, quello di Raffaele Jandoli, dirigente di Banca d’Italia della Divisione Vigilanza di Napoli. Il papà di Viviana Jandoli.
Ed è questo l’elemento su cui si concentrano i “Lavoratori che amano il San Carlo”: “Viviana Jandoli dopo aver partecipato a due concorsi precedenti nella area Affari legali ma mai idonea, viene assunta direttamente e contestualmente ai due concorsi falliti il Teatro riceve ben n. 2 donazioni liberali da parte della Banca D’Italia sotto il direttorato di Raffaele Jandoli padre di Jandoli. Tot. € 80.000,00. Molto sospetta la procedura poi per l’assunzione diretta con le donazioni del papà attraverso la banca”. Chiariamo comunque un aspetto fondamentale. I fatti sono questi: l’assunzione strana di Viviana Jandoli, che perde due concorsi e viene comunque nominata su decisione del Sovrintendente, una serie di donazioni fatte dalla Banca d’Italia in quel periodo, il ruolo apicale del padre di Jandoli all’interno di Banca d’Italia, sede di Napoli, la coincidenza temporale tra assunzione e donazioni. Ma le donazioni volontarie della Banca d’Italia sono chiaramente anonime. Dunque il passaggio tra le donazioni e l’assunzione di Jandoli è un’ipotesi che arriva dall’interno della Fondazione e ora messa nero su bianco in un esposto integrativo inviato alla Procura di Napoli. Gli unici che potranno rispondere, adesso, sono i diretti interessati.
