Di Pino Insegno si parla spesso in funzione del suo rapporto con la politica e con la premier Giorgia Meloni, ma anche per quel mancato invito a partecipare al Festival di Sanremo insieme ad Amadeus. Insomma, si parla di lui, senza che lui dica niente. Ora, però, in occasione del suo ritorno in tv, ha deciso di prendere parola: “Sono io la novità di quest’anno”. Stanno arrivando, infatti, le nuove puntate di Reazione a catena. Insegno, nell’intervista rilasciata a Francesca D’Angelo, ha comunque negato la “richiesta” di una cena con Amadeus per poter salire sul palco dell’Ariston: “Fake news. Ma le pare che Meloni telefoni per chiedere queste cose? E poi, a che scopo? Tra l'altro io e Amadeus siamo amici. Avoja a fare cene insieme”. E sul flop del ritorno del Mercante in fiera? “Avevo accettato il programma perché avevo voglia di tornare a giocare in tv: mai avrei immaginato tutti quegli attacchi frontali. Era il mio primo flop in quarant’anni di carriera, in una fascia dove era impossibile fare di meglio”. Sul passaggio di Amadeus a Discovery, invece, non si sbilancia, definendolo l’esito di “una scelta personale” che anzi, farà bene alla competizione e dunque alla qualità. Inevitabile la domanda sulla vicinanza a Giorgia Meloni e sulla sua presenza (che non rinnega) al comizio di Fratelli d’Italia: “Non c'è un uomo più democristiano di me. Quando aprii la prima Accademia d'Arte gratuita ringraziando l'allora presidente della Regione Lazio Francesco Storace, nessuno disse nulla. Appoggiai anche Renato Nicolini a Roma, che era di Rifondazione comunista, ma non mi importava: era bravo, diede vita all'Estate romana. Sono amico pure di Rutelli e Walter Veltroni. Poi però vado dalla Meloni e casca il mondo”.
“Vuole davvero mettere sullo stesso piano dei ringraziamenti con un comizio in piene elezioni?”, chiede la giornalista de La Stampa. “Ma io lì appoggiai Giorgia Meloni, come singola persona, perché so chi è e approvo quello che fa. Poi se qualcuno del suo partito sbaglia qualcosa, sono problemi suoi: non è che io appoggio tutti quanti. Ho solo scelto una persona, che peraltro poi è stata eletta. Eppure si è parlato meno di Chiara Ferragni che di me, e senza che io facessi nulla di grave”. Un’attenzione degna di un influencer, quindi, che Insegno non riesce a spiegarsi. E ricorda che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo nominò commendatore della Repubblica per meriti sociali: “Abitando a Monteverde vedevo delle persone dormire in macchina: scoprii che erano i genitori dei bimbi ricoverati al Bambino Gesù. Decisi quindi di adoperarmi per fare sì che potessero dormire assieme ai loro figli, e con la signora Fasanelli e i volontari del Bambino Gesù riuscimmo a donare la prima Casa di Peter Pan”. Ma Pino Insegno, oltre a essere un conduttore, è anche la voce di Aragorn ne Il signore degli anelli, nonché doppiatore di oltre 400 film. E proprio per questa sua esperienza ha per anni insegnato al Centro sperimentale (ora collabora con la Luiss). Ai ragazzi consiglia di “avere l'occhio da tigre: a un provino prenderei chi ha fame di stupire, non il giovane più strutturato. L'entusiasmo è la chiave ed è quello che cerco di trasmettere”. L’entusiasmo è positivo in qualsiasi forma, anche quella della protesta: “Sarò sempre a favore delle prese di posizione (Francesca D’Angelo si riferisce ai presidi universitari dell’ultimo periodo, ndr)”. Basta sapere “davvero cosa si vuole senza derive violente”.