Oramai leggere le pagelle di XFactor dei nostri giudici di MOW, papà Monina e sua figlia Lucia, è l’appuntamento fisso del venerdì (il giorno dopo la diretta), scritte da due generazioni diverse che si riuniscono ritualmente ogni giovedì per dire la loro sulle canzoni, i concorrenti, gli ospiti e i giudici del reality show. Michele è un critico musicale e Lucia una giovane podcaster. Spietati e divertenti, i due sparano a colpo duro sulla conduttrice, Francesca Michielin (anche le altre volte non le era andata bene) e per stavolta salvano Morgan. Colapesce Dimartino i veri re del live. Fedez? Non pervenuto. Ecco a voi, le Pagelle made in Monina.
FRANCESCA MICHIELIN 0
Sappiamo tutti cos’è la sindrome dell’impostore. Quella particolare condizione emotiva che ci spinge a ritenere che certi risultati raggiunti, una particolare posizione lavorativa, un personale successo, fossero stati ottenuti solo e esclusivamente grazie a fattori esterni. Certo, una chiara mancanza di autostima, in alcuni casi anche la presa di coscienza di aver avuto una gran botta di cul*o, o un incredibile calcio nel medesimo deretano. Ecco, Francesca Michielin non ho idea se abbia o meno della sindrome dell’impostore. Ma dopo averla vista cantare, senza successo, autodefinirsi e essere definita polistrumentista senza saper suonare bene uno straccio di strumento, dirigere l’orchestra a Sanremo, senza averne le capacità, presentare programmi divulgativi, scrivere libri, fare podcast, presto a teatro, presentare X Factor e, prossimamente, avere un ruolo di direzione artistica della milanesissima Music Week, credo che avrebbe delle ragioni per soffrirne. Perché, come ha detto durante la surreale intervista con il Mago Forrest al Gialappa’s Show, lei preferisce fare tutto male, e quella che voleva essere una battuta, ahinoi, sembra in realtà una perfetta fotografia della realtà. Inspiegabile. Anzi, offensiva, perché una che chiede a Colapesce “Wow, nel disco c’è un duetto pazzesco con Ivan Graziani, come è stato lavorare con lui?” meriterebbe non di fare tutte le cose che fa, ma di essere presa a scudisciate in pubblica piazza. Dio santissimo. Immagino lo shock nell’apprendere così, in diretta tv, che purtroppo Ivan non è più tra noi. E dire che ha pure l’auricolare con gli autori che la imboccano (quando saluta Farina degli Stunt Pilots chiamandolo Alex, pur avendolo di fronte, dicendo “scusa, mi hanno detto che c’era Alex”, onestamente, ha fatto quasi tenerezza, proprio una capitata lì per caso).
P.s Comunque: “Il tema di questa puntata è fighissimo: musica ribelle”. A sentirlo mi è scappato un prolasso ana*e, si sappia.
MORGAN 8
Settimana prossima ospite di X Factor sarà Annalisa, lasciatemi sognare che Morgan duetti con lei in Bellissima, inserendo da qualche parte un po’ di dodecafonia. Almeno non sarò costretto anche settimana prossima a dormire, come oggi, solo gli interventi di Morgan, appunto, mi tengono sveglio. Nonostante abbia una squadra che mi sembra decisamente discutibile, e lui faccia di tutto per provare a metterci delle pezze fluo che però finiscono più che altro per trasformare una squadra discutibile in una squadra discutibile con le pezze fluo, Morgan divulga, e questo lo sa fare bene, ma poi spicca se dice “l’ultima schiena” descrivendo il balletto in stile Ultima cena per Matteo Alieno, ciò dimostra quanto il saper divulgare, in un contesto come X Factor, diventi abbastanza inutile. Quando però ha definito “carina” Non è per sempre degli Afterhours, diciamolo, si è toccato vette inarrivabili. Speravo quasi irrompesse in scena Manuel brandendo una diavoletto della Gibson.
P.s Mi sembra evidente che voglia mandare a casa gli Astromare, altrimenti non si capisce perché gli abbia fatto interpretare, male, i Genesis, con un brano immenso che manco loro hanno capito.
P.p.s Morgan, spiegami, perché non hai mandato a cagare l’esperta di musica, quella che parlava di armonie complesse, quando ha palesato di non sapere che Ivan Graziani, wow, era morto?
FEDEZ N.C.
Il fatto che stia a Fedez vestire i panni del saggio in questa giuria ci dice molto non tanto su Fedez, che è scaz*ato ma comunque non molla la posizione, come l’ultimo giapponese sull’isola dopo la fine della guerra, quanto piuttosto sul programma, che è appunto decisamente oltre il tempo limite, privo di qualsiasi appeal, polemicucce a parte, e che ormai appare come un mero esercizio di stile fatto da chi lo stile non ha neanche idea di cosa sia.
AMBRA 5
Ambra è un’ottima attrice. Non sta certo a me dirlo, la sua carriera, per altro iniziata proprio col botto, lo dimostra senza ombra di dubbio. Dovrebbe quindi provare, una tantum, a interpretare un ruolo diverso da quella ferita che empatizza con ragazzi che hanno a loro volta non meglio identificate ferite, rincorrendo una fragilità che, però, va detto, alla lunga appare più una posa che qualcosa di sincero. Gli occhi velati, il ripetere che si è capito qualcosa che agli altri è invisibile, ok, funzionava forse la prima volta, ora però è stucchevole. E la sola cosa che ci appare invisibile, e che ci fa piangere, è lo scarso talento di chi passa di lì. Quanto al suo ruolo di giudice, vederla provare a insegnare a Matteo Alieno a imbroccare Non è per sempre degli Afterhours, e, stando al risultato, direi che qualcosa deve essere andato storto, rasenta il paradossale. Detto questo, la vedo in forma, buon per lei.
DARGEN 5
Tra una battuta, non sempre riuscita, e l’altra, a tratti, quasi impalpabile, anche Dargen dice qualcosa di sensato, sarà il gessato esibito. Del resto è uno che sta sulla scena da un pezzo, e che anche conto terzi, il compare Fedez, qualche hit l’ha scritta. Solo che lui non è lì per dire cose sensate, come un centravanti di serie A che un allenatore svagato ha deciso di far giocare come terzino in Eccellenza, lo sa magari anche fare, ma è fuori ruolo.
COLAPESCE E DIMARTINO 10
Pregevole l’omaggio di Dimartino a Maria Tomba, cui ha evidentemente rubato il pigiama, pur non arrivando all’azzardo di esibire anche le ciabatte di pelo, durante la prima esibizione. Per il resto, che dire? Colapesce Dimartino hanno talento e nella fase di collaborazione con i concorrenti il confronto è davvero impietoso, questi ultimi ridotti ai minimi termini, e la loro ironia è una boccata d’ossigeno in un programma che, nonostante faccia parecchio ridere, si prendere tremendamente sul serio. Sesso e architettura non è la loro canzone migliore, e non è certo l’half playback a X Factor che me la farà apprezzare di più. Comunque giganti in un mondo di nani (si può dire nani?). Il 10 va alla faccia di Colapesce quando ha dovuto spiegare, con tatto, a Francesca Michielin, che Ivan Graziani è morto da tempo. Io avrei reagito diversamente.
SETTEMBRE 2
Conoscete tutti la storiella dei giapponesi che, di fronte a un vaso rotto, invece che gettarlo lo aggiustano utilizzando l’oro al posto della colla, col risultato che le crepe diventano rifiniture di valore pregiato, metafora di come a volte dalle ferite si riesca non solo a curarsi, ma anche a uscire migliorati. Ecco, Settembre, con la sua faccia da schiaffi, la sua voce precisa, il suo cantare napoletano, si tratti di lingua o anche solo di modalità, come nel caso di stasera, quest’anno che Napoli domina, la sua oggettiva bellezza, il suo vestire figo, è un vaso senza crepe, che siano esse d’oro o di semplice mastice. Anzi, a sentirlo cantare le crepe ci si formano a noi, ma lì è complicato aggiustarle e basta, figuriamoci aggiustarle con l’oro. Cyndi Lauper, poi, dai, non scherziamo. Come prendere un classico pop, inno scanzonato e anche vagamente punkeggiante, nelle intenzione, al divertirsi (quello delle cattive ragazze che prendono un brano sessista e lo rovesciano, rivendicando l’idea di fare il cazzo che si vuole) e farlo diventare un requiem.
MATTEO ALIENO 2
Sarà capitato anche a voi. Dovete incontrare qualcuno che ha una caratteristica estetica particolarmente evidente, una particolarità che in tempi pre- politicamente corretto avremmo definito senza problemi un difetto, magari facendoci anche su una battuta. Che so? Ha un occhio di vetro, prendo un esempio raro, ben sapendo che sto camminando su un crinale a precipizio su una scogliera mortale, crinale pieno di muschio e guano. Dovete incontrare qualcuno che ha un occhio di vetro e mentre andate all’appuntamento vi ripetete come un mantra “non fissare mai l’occhio di vetro, non fissare mai l’occhio di vetro, non fissare mai l’occhio di vetro…”. Del resto ve lo ha suggerito anche chi vive e lavora con tipo, “non fissategli l’occhio di vetro, non fissategli l’occhio di vetro, non fissatevi l’occhio di vetro”. Niente di così anomalo. Arrivate. Vi presentate, e la prima cosa che fate è fissare l’occhio di vetro, continuando per altro a farlo per tutto il tempo, finendo per vanificare il senso di quell’incontro. Ecco, la capigliatura da paggetto di Matteo Alieno ha per me lo stesso effetto che ha per voi l’occhio di vetro, lo sento cantare, ma continuo a fissare quella pettinatura discutibile, chiedendomi perché mai si conci in quel modo, visto che ha del talento, da qualche parte. Talento che però stasera non si è visto né, tantomento, sentito, perché la sua versione di Non è per sempre è da ergastolo. Una roba indegna di essere ascoltata. Stonato e fuori contesto. Fortuna che mi ha distratto la capigliatura.
ASTROMARE 2
Una delle prime regole che mi sono autoimposto, ormai tanti anni fa quando ho iniziato a scrivere di musica, è quella di non usare mai il pugno di ferro nei confronti di chi è “piccolo”, leggi alla voce esordiente, indipendente, comunque non di spalle abbastanza larghe da poter sopportare una critica troppo veemente. Credo di aver sempre aderito a questa mia regola, che in quanto mia avrei anche potuto serenamente gettare nel ces*o. Il fatto, quindi, che io sia molto duro con dei ragazzini che partecipano a un talent non va letto come me che devasto dei minorenni (uno dei due lo è) che ancora non hanno fatto esperienza, quanto piuttosto come me che devasto un programma giunto alla diciassettesima edizione che fa sì che dei minorenni (uno dei due lo è) si mettano alla berlina di fronte a un pubblico per loro fortuna piuttosto misero (quando si fanno figure di merda è sempre gradito ci siano pochi testimoni). Perché gli Astromare, a parte una iniziale simpatia dovuta all’idea di vedere dei minorenni (uno dei due lo è) che suonano rock’n’roll delle origini, anche benino, sono la quota “giovani vecchi” di questa edizione, assai più de Il solito Dandy, che almeno non è minorenne e ha una certa consapevolezza di sé. Minorenni (uno dei due lo è) che ripetono come un mantra di saper fare un sacco di cose ma alla fin fine continuano a fare sempre la stessa, e quando, stavolta, vanno fuori dalla loro comfort zone, affrontando l’inaffrontabile, fanno oggettivamente cagare. Giullari alla corte di un re che però non sa che farsene dei giullari, se non darli in pasto ai coccodrilli nel fossato.
MARIA TOMBA 4
Ok i pigiamini e le ciabatte pelose. Ok le risate da indemoniata e le facce buffe. Ok l’innamoramento sbattuto in faccia per Settembre. Ok, toh, anche la bella voce, potente e cristallina. Ora la battaglia coi cuscini, ok. Ma passare da freak, magari anche essendolo, al terzo live ha già stancato, e a poco vale l’idea fatta passare che si può essere eccentrici e di talento senza che l’eccentricità nasconda il talento stesso. Perché una Lady Gaga o un Elton John sono e sono stati Lady Gaga e Elton John per quello che hanno scritto e cantato e perché lo hanno scritto e cantato palesando la propria eccentricità, ma avessero avuto solo la seconda sarebbero stati eccentrici di passaggio. Quando ha detto che non aveva idea di chi fossero gli Skiantos, beh, mi si è crepato il cuore. Quando l’ho sentita cantare, in effetti, la cosa è stata chiara, talmente chiara che avrei voluto piangere. Non capire cosa voglia dire una canzone e andare avanti a testa alta, pensa te. Freak Antoni, ovunque tu sia mandali a caga*e tutti, cantanti di mer*a, lei per prima.
STUNT PILOTS 4
Nel gioco del calcio, star qui a dirvi come il calcio ci offra sin dalla sua irruzione nel nostro immaginario tutta una gamma di sfumature metaforiche a uso di chi voglia raccontare con semplicità l’oggi è esercizio sterile, nel gioco del calcio, dicevo, prima dell’avvento del calcio totale olandese, quintessenza del calvinismo, giusto un filo anticipato da quello del colonnello Lebanovskij, dove al calvinismo si anteponeva un’idea comunista di strategia, via via fino alla zona e al calcio moderno, esistevano ruoli ben precisi, legati a numeri ben precisi. Eri un quattro? Bene, eri un centromediano metodista, a correre tutto il tempo coprendo in fase difensiva e impostando le azioni di attacco. Eri un sette? Ricoprivi il ruolo di ala destra, veloce sulla fascia e prono a metterla al centro per il bomber, o al limite dell’area per il fantasista. E così via. Ruoli precisi che non ammettevano distinguo, giocavano un po’ tutti così, ovviamente chi con propensione più all’attacco, chi al contropiede, specialità di noi italiani. Gli Stunt Pilots sembrano calciatori contemporanei che sono rimasti al calcio anni Sessanta, prima di Crujiff e anche di Sacchi, figuriamoci di Ferguson o Guardiola. Sono la band crossover, tra hard rock e funky, che prende una qualsiasi canzone e la porta dalle parti dei Red Hot Chili Peppers, con tutte le differenze del caso, senza mai riuscire a variare un minimo sulle tabelle di marcia. In italiano, poi, forse proprio per una questione di riferimenti, non entrano proprio in contatto col brano. Certo, stavolta ci hanno fatto vedere il culo, ma direi che non erano lì per quello e l’idea di musica ribelle non credo passi esattamente dal mostrare il culo in tv. Insomma, la noia. Molto meglio quando al ballottaggio fanno Prince, che è dalle loro parti.
ANGELICA 6
Lei invece la palla potrebbe anche buttarla sempre in rete. Perché è brava, ha una bella voce, buca anche lo schermo. Solo che la sua allenatrice, Ambra, la pone sempre nella posizione sbagliata, per cui la palla arriva davanti alla porta, ma lei è a tre metri da lì. Generale è Generale, Dio santo, scappa dalla tua comfort zone, Angelica, scappa lontano e facci vedere se sai davvero fare altro che farci emozionare per quella caz*o di voce angelica e graffiante, in una parola: dolente. Peccato, perché potrebbe anche fare goal spettacolari e magari prima o poi li farà, ma a parte quando ha cantato La notte di Arisa, alle Auditions, finora è sempre andata in bianco. Oggi un po’ meno della volta scorsa. Comunque vince lei, eh.
P.s Il look sexy, in linea con la sua giudice, vista la canzone portata in scena, onestamente, ho faticato a capirlo. Tirare il ballo la guerra che Israele sta portando sulla fascia di Gaza, ancora più onestamente, mi è parso proprio di cattivo gusto, ma qui Angelica nulla poteva fare.
GAETANO DE CARO 2
Lady Gaga e la sua Born this way, mhmmm, non esattamente pane per la bocca di Gaetano, qualcosa che possa portare a casa. E infatti a casa non la porta. La Michielin, che ha precedentemente detto che Anyway dei Genesis è una delle sue canzoni preferite, replica anche stavolta, dicendo che è una delle sue “canzoni prefe”, facendo ribaltare sulla tomba De Mauro. Del resto ha chiesto a Colapesce e Dimartino come sia stato lavorare con Ivan Graziani, senza che nessuno l’abbia presa a maleparole, perché ci dovremmo meravigliare di questo. Di fatto, però, Gaetano canta Lady Gaga con voce potente, ma senza un briciolo di credibilità, ma proprio zero. Il disagio. Riguardo all’eliminazione, avete presente Alla fiera dell’est? Ecco. Sappiamo tutti come funzionava. C’era una strofa, che finiva con una situazione. Poi la strofa successiva portava la storia appena più in là, attaccandosi all’ultimo passaggio della strofa precedente. E così via. Qui funziona così. Vengono eliminati gli Animaux Formidable, al ballottaggio con Asia, che viene eliminata al ballottaggio con Gaetano, che viene eliminato al ballottaggio con, che mio padre comprò.
SICKTEENS 2
C’è stata un’epoca, che speravamo per sempre archiviata, nella quale la discografia è stata attraversata da quel fenomeno da baraccone a uso delle teen agers di mezzo mondo chiamato boy-band. Gruppi di ragazzi spesso costruiti intorno a un singolo talento, sia esso Justin Timberlake o Robbie Williams, con intorno un accolita di bellocci, spesso lì a muoversi come i Mauro Repetto di turno, sono contro al revisionismo storico. Gruppi che oggi minacciano di tornare, ma l’impressione che sia più un’operazione nostalgia destinata a tornare presto in archivio a farci dormire sogni tranquilli. Non che quello che è arrivato dopo sia stato in effetti molto meglio, affacciatevi alla metaforica finestra della discografia per credere, ma trovarsi nella merda non è che ci debba necessariamente far rimpiangere quando eravamo immersi nel vomito. Comunque, i Sickteens sono qui a rappresentare la quota boy-band, piaccia o meno loro, e a parte la faccia belloccia del cantante direi che nulla hanno da dirci, men che meno da cantarci. Morgan, che ha però palesato nelle assegnazioni il suo totale disinteresse a questi scappati di casa, gli affida David Bowie, forse sconvolto, mai quanto me, dalla domanda di Francesca Michielin a Colapesce su come sia stato lavorare con Ivan Graziani. Non smetterò mai più di citarla, ‘sta cosa.
SARAFINE 6,5
La bravura di Sarafine è indubbia. Ha gusto, è originale, e sa come rendere in maniera impeccabile tutte le idee originali e di gusto che le passano per la testa. Come direbbe Ambra è anche una producer donna, una rarità, pensa Ambra, ma comunque figuriamoci se sta a me non sottolineare il talento di una cantautrice. Pur non avendo i suoi macchinari davanti, quindi un po’ monca, spicca. Mi chiedo, e nel chiedermelo so bene di essere a mia volta un cliché come i tanti cliché che critico proprio in questo programma, compreso quello di Sarafine, quella originale e di gusto, mi chiedo se abbia però senso che se ne stia a dispensare gusto e talento lì, nel luogo preposto a esibire ragazze in pigiama e gli occhi pieni di lacrime della suddetta Ambra, oltre che della presentatrice che chiede agli ospiti come sia stato lavorare con un artista morto, ignorando che sia morto. Me lo chiedo e mi rispondo di no, ovviamente.
IL SOLITO DANDY 7,5
Durante le assegnazioni dichiara, impunito, di non conoscere Compagni di scuola di Antonello Venditti, come una Francesca Michielin qualsiasi (tranqulla, Francesca, Venditti è vivo) il che, per uno che si vende o viene venduto come il cantautore che guarda al passato è qualcosa che andrebbe punita con qualcosa di corporale, tipo venir frustato sulle piante dei piedi, essere coperto di pece e piume per andare a camminare per le vie del centro, essere costretto a ascoltare l’intera discografia di Christian. Però lui è bravo, quindi si fa perdonare questa lacuna vergognosa, nella speranza che non accada più. Bella voce, ottimo modo di usarla e una poetica che arriva dritta dritta.
SELMI 2
Pippo Inzaghi, per chi non tifava la squadra nella quale militava al momento, era un calciatore che facilmente stava sul culo agli appassionati di calcio. Perché non brillava particolarmente per talento o giocate, ma alla fin fine si trovava sempre davanti alla porta nel momento giusto per buttarla dentro, che è poi il vero talento che un centravanti di quel tipo dovrebbe avere. Sapeva in sostanza, generalizzo e spingo verso il paradosso, non ha mai giocato nella squadra per cui tifo io, fare una sola cosa, stare a in quel metro dell’area di rigore giusto dove sarebbe arrivata la palla da spingere in rete, e quello faceva, la spingeva in rete segnando. Selmi sa fare una sola cosa, cantare in quel modo finto empatico che gli abbiamo visto esibire sin dalle Audition, ma non la mette mai in rete. Sta in sostanza davanti alla porta, libero, e quando arriva la palla la spara in tribuna. I fischi sono quindi meritati. Non bastasse aver ancora una volta dichiarato di non conoscere Giorgio Gaber, come altri concorrenti hanno fatto rispetto agli autori della canzoni che hanno affidato loro, l’occhio ceruleo a favore di camera mentre canta “la libertà è partecipazione”, dai, ma scherziamo? Dire che siccome ha ventidue anni ci sta che non conoscesse Gaber, un ragazzo di ventidue anni che vuole fare il cantautore, credo che dica molto su che fine dovrebbe fare in quel contesto e in qualunque altro contesto che riguardi la musica.
P.s Nel presentarlo, o meglio, nell’annunciare che canzone andrà a cantare, di Gaber, Francesca Michielin sottolinea che è morto dieci anni fa. Ivan Graziani, è un fatto, non ha un buon ufficio stampa che lavori alla sua memoria.
PAGELLE DI LUCIA
FRANCESCA MICHIELIN 3
Raramente penso che qualcuno che lavora possa definirsi fastidioso, ma Francesca Michielin, a X Factor, è estremamente fastidiosa, e non solo, è anche decisamente fuori luogo, e si nota, si nota in tutto, nelle risposte che da, nelle risatine isteriche e nervose nel non saper tenere buoni i giudici, o nello specifico Morgan. Non è all’altezza di questo palco, e non stiamo parlando dell’Ariston, ma di un palco che oramai non viene visto più da quasi nessuno, e questa la dice lunga.
FEDEZ 3
Vorrei giustificare il voto con qualcosa che riguardi prettamente oggi, ma la verità è che lui non vuole stare lì e noi ci siamo stancati di vederlo lì, il voto che ho dato è solo perché ha dato spazio ad un’intervista a Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, non posso aggiungere altro perché non voglio essere passabile di denuncia.
MORGAN 10
Morgan questo giro dieci solo perché quando ha detto agli Sickteens “questa settimana vi lascio allo sbando, fate il caz*o che vi pare” ho capito che lui decisamente è l’unico che deve stare lì. Se io fossi una concorrente vorrei lui come giudice.
AMBRA 4
Ti prego basta. Un pianto continuo, commozioni su cose che non fanno commuovere, frasi uscite dai Baci Perugina, scelte di brani terribili per i suoi concorrenti, e giudizi privi di sostanza e campati in aria. Il tempo di Ambra a X Factor spero sia giunto a termine con questa edizione.
DARGEN 6
Come sempre un po’ inutile come giudice, ogni tanto una battuta qua e là, che il più delle volte non fa neppure ridere, ma gli do sei comunque perché ho apprezzato il fatto che abbia accennato al genocidio che sta accadendo a Gaza, che anche se appena buttato lì, è sempre da apprezzare quando non si rimane indifferenti o neutrali, soprattutto perché immagino non abbiano tutta la libertà del mondo a livello di argomenti, essendo che sono in diretta.
SETTEMBRE 4
A me dispiace, perché questo ragazzo a differenza di tanti degli anni passati, mi sembra umile, è anche simpatico, ma a cantare è un cane, e oggi con l’esibizione in inglese si è potuto notare anche di più, sembravo io sotto la doccia, e vi assicuro che non è un bel sentire.
MATTEO ALIENO 5
Bellissima la performance dei ballerini dietro. Lui bravino, la sua voce non è brutta, anzi è particolare, e questo brano tra tutti quelli assegnati da Ambra è tra i più adatti a lui, nonostante ciò non credo abbia fatto una bella performance, ha stonato più e più volte e non ne è uscito risaltato come avrebbe potuto.
ASTROMARE 5
Astromare, ho pensieri contrastanti al momento, perché loro non mi dispiacciono, e non trovo vadano particolarmente male, ma è come se tutti volessero ostacolarli, in un modo o nell’altro, dalla scelta della canzone, ai giudizi dei giudici stessi, e questo mi lascia un po’ interdetta, perché non capisco cosa gli abbiano fatto questi poveri ragazzi, non sono sicuramente tra i migliori, ma non sono decisamente i peggiori lì dentro.
MARIA TOMBA 7-
Lei è brava, lo ripeterò a ogni performance, perché lo penso sinceramente. Nonostante ciò oggi mi è piaciuta meno rispetto alle volte precedenti, non so se è la scelta della canzone, o che non era troppo nelle sue corde, ma
STUNT PILOTS 5
Tutto troppo forzato. Tutto troppo fuori luogo. Soprattutto avrei preferito non vedere i loro culi all’aria così. A volte si è più provocatori e ribelli a fare meno.
ANGELICA 7
Questa volta decisamente meglio rispetto all’esibizione della scorsa volta. La sua voce bellissima, ma comunque qualcosa non mi ha convinta totalmente, non tanto la canzone, che come scelta non mi è spiaciuta, ma più nella sua interpretazione, era comunque un po’ vuota, rispetto ai provini, forse è l’ansia, forse è il pubblico, non so, fatto sta che non l’ho trovata al massimo.
GAETANO 4.5
A me dispiace ma Ambra non ne azzecca una, questo brano l’ha fatto malissimo, io sono contenta per lui che era entusiasta di fare questo pezzo, ma il brano l’ha cantato male e sembrava un tronco di legno sul palco. Questa volta no, mi spiace.
SICKTEEN 5
Noiosi, il pezzo bellissimo, ma loro noiosi, monotoni, un gruppo come altri mille passati da X Factor, non che non siano bravi, ma non mi hanno lasciato nulla, non mi rimangono impressi e ogni volta che li nominano prima di farli esibire io ho quei tre secondi in cui devo fare mente locale per ricordarmi chi siano.
SARAFINE 6.5
Non è stata male, la vocalità è buona, il pezzo era figo e anche originale, ma per mio gusto ha funzionato meno, risultava più insipido, mentre le sue solite esibizioni hanno quel tocco in più che la rendono unica, così tende più a sparire, quindi non me la sento di darle più di un sei e mezzo.
IL SOLITO DANDY 8
Lui è bravo, e vederlo commosso dopo i complimenti dei giudici mi ha fatto comprendere quanta passione ha nei confronti della musica, e questo già traspirava dalle sue esibizioni. Mi è piaciuto, meno della scorsa volta, ma comunque molto, nonostante fosse un’esibizione diversa dal solito. Sicuramente meglio di qualsiasi altra persona in gara.
SELMI 4
Parlare di Gaber e poi accostarlo a Selmi mi ha fatto venire un “brividino”, come direbbe la nostra Michielin, ma non un brividino positivo. Sapere poi che Gaber, lui non l'aveva mai sentito prima... No, per me è no.