Vi ricordate quando Nicole Kidman, di fronte alle telecamere di Vanity Fair, decise di sfoderare il suo talento nel mangiare insetti? Mangiò sfingidi vive, larve di scarafaggio, grilli e cavallette fritte. In molti si stupirono e si indignarono. Eppure, ciò che per molti occidentali rappresenta un tabù alimentare, per oltre due miliardi di persone nel mondo è parte integrante della dieta quotidiana. Ma perché ci indigniamo davanti a una ciotola di cavallette quando mangiamo senza problemi gamberi, scampi e aragoste, che altro non sono che i cugini marini degli insetti? È davvero solo una questione di gusti o, più profondamente, una questione culturale? A scardinare stereotipi e pregiudizi ci hanno pensato Giulia Maffei, biologa e comunicatrice scientifica, e Giulia Tacchini, food designer, fondatrici di Entonote, la prima realtà italiana (sottoforma di associazione culturale) nata per raccontare il mondo degli insetti commestibili da prospettive diverse: scientifica, gastronomica, culturale e ambientale. Ma gli insetti sono davvero così sostenibili come dicono? Abbiamo chiesto a Giulia e Giulia di rispondere ad alcune domande legate al consumo di insetti in Italia, anche alla luce delle più recenti novità legislative. Dal 29 dicembre 2023, infatti, anche il nostro Paese ha autorizzato la commercializzazione di quattro specie di insetti commestibili: il grillo domestico parzialmente sgrassato, le larve del verme della farina minore, le tarme della farina essiccate e la locusta migratoria. Il tutto in linea con il regolamento europeo sui novel food, in vigore dal 1° gennaio 2018. Gli altri insetti? Ancora non si possono mangiare...

Voi sostenete che mangiare insetti sia una scelta sostenibile per il futuro. In che senso?
Ovviamente non è l'unica, ma è una delle tante scelte sostenibili. Essendoci chiaramente un problema che va affrontato, bisogna capire quali sono le diverse opzioni. Sicuramente gli insetti non sono da escludere, innanzitutto perché sono già un alimento consumato, quindi non è una novità. Lo è magari per la maggior parte dei Paesi europei, occidentali in generale, perché non fa parte della loro cultura recente. Perché in realtà, in passato, si consumavano anche da queste parti. E poi perché, dagli studi che sono stati fatti fino ad oggi, rispetto a moltissimi altri alimenti proteici, hanno un bassissimo impatto ambientale e un bassissimo consumo anche di risorse. Per cui sono sicuramente una delle opzioni da prendere in considerazione.
Però è sempre meno sostenibile rispetto a una dieta vegetariana o vegana, che non comporta comunque l'uccisione di esseri viventi, no?
Rispetto a una dieta vegana sicuramente sì. Rispetto a una dieta vegetariana, dipende da che tipo di dieta vegetariana si fa. Perché in realtà, come è stato dimostrato anche da diverse ricerche, se io mangio formaggi stagionati due volte al giorno, la differenza è poca. Magari sono onnivoro, mangio anche la carne, ma ho un consumo di carne molto basso e presto una certa attenzione rispetto a quanto sono sostenibili i cibi di cui mi alimento. Potrei potenzialmente avere un impatto inferiore rispetto a un vegetariano, che però abusa di alimenti che hanno un altissimo impatto ambientale. Appunto, mangiando sempre formaggi stagionati o mangiando sempre un certo tipo di legume. Per cui, insomma, dipende.
E c'è il rischio che, per soddisfare una domanda di mercato magari crescente, l'allevamento intensivo di insetti diventi una nuova forma di sfruttamento animale?
Lo vedo molto difficile, perché ora siamo veramente molto lontani da poter ragionare in questi termini. Sicuramente, se vogliamo metterli a confronto con la carne degli animali, comunque la “vittoria” degli insetti rispetto alla carne di manzo è schiacciante. Nel senso che se noi ragioniamo da un punto di vista ambientale, gli insetti hanno un impatto decisamente inferiore. Quindi, se volessimo utopicamente immaginarci un allevamento intensivo di insetti al pari di quello degli animali di grossa taglia che abbiamo oggi, comunque avrebbero un impatto inferiore.
Ci sono associazioni di categoria come Coldiretti che sono contrarie...
Coldiretti so che è contraria. Loro sono molto legati alla tradizione alimentare… “tradizione” è discutibile, bisogna capire da che punto di vista. Secondo me, essendo molto tradizionalisti, molto legati ai cibi della tradizione mediterranea degli ultimi tempi, preferiscono proseguire nella loro direzione.

Qual è la vostra esperienza con il consumo di insetti e da dove li acquistate?
Ci riforniamo da allevamenti che si occupano di allevare insetti a scopo alimentare umano. Adesso piano piano stanno cominciando ad aumentare i consumi di insetti, le aziende autorizzate a livello europeo. Noi comunque siamo un'associazione culturale e tutti gli eventi che facciamo li facciamo riservati ai nostri soci, quindi non è esattamente una commercializzazione di prodotto, perché altrimenti dovremmo fare una certificazione noi stessi.
Come siete nati come associazione?
Siamo nati ormai diversi anni fa, a Expo 2015, perché io sono una biologa e la mia socia è una food designer, quindi entrambe ci occupiamo di tematiche legate al food, e ci sembrava questo argomento particolarmente rilevante e interessante, e quindi l'abbiamo voluto approfondire. Il nostro obiettivo principale è sempre stato quello di fare corretta comunicazione. Poi, chiaramente, essendo un tema nuovo che incuriosisce molto, è venuto anche abbastanza automatico, considerando che tutte e due abbiamo anche una passione particolare per la cucina, fare assaggiare qualcosa agli associati.
E pensate che il disgusto che magari molte persone provano verso gli insetti sia solo una questione culturale?
Culturale, ma anche tanto legale. Purtroppo è diventata auna questione molto politica, però sicuramente c'è una componente di disgusto che fa parte del nostro storico. Per cui, a seconda di come si è evoluta la storia del cibo nei vari Paesi, si è instillata nella mente delle persone anche un certo principio, per cui sganciarsi da quella che è una tradizione ormai decennale non è semplicissimo. Però da quando abbiamo cominciato ad oggi, le cose sono anche molto cambiate. Nel 2015 a stento la gente sapeva che si potevano mangiare gli insetti, oggi è difficile che qualcuno non sia informato sull'argomento. Sicuramente la curiosità è aumentata moltissimo e anche la disponibilità nell’assaggiarli è incrementata moltissimo. Questo lo dicono anche i sondaggi e le statistiche che sono state fatte.
Cosa diresti a Matteo Salvini, che con la Lega è fortemente contrario al consumo di insetti?
Che non è una questione politica. Possiamo argomentare quanto vogliamo, ma non deve essere un argomento di tipo politico, se non da un punto di vista della ricerca, e quindi della decisione a livello europeo di chi si occupa concretamente di alimentazione. Quindi non dovrebbe essere un argomento da non addetti ai lavori.
Qual è l'insetto che secondo te ha il sapore più sorprendente, che magari consiglieresti a chi vuole iniziare?
Tra quelli che sono stati autorizzati, direi la locusta è quella più interessante da un punto di vista organolettico. Il grillo, però, è quello più versatile
