E quindi Luciano Spalletti se ne stava tutta la notte a difendere i prodotti Dop e Igp dagli assalti che fanno i giocatori? E quindi non dormivano mai, nessuno. Ci credo che poi la nazionale era un colabrodo in difesa. Si sono dimenticati del tutto del concetto fondamentale del calcio italiano (altro che sovranità): il catenaccio! La pubblicità dell’italica qualità gastronomica dei nostri prodotti, in mano all’orgoglio nazional-etnico del nostro ministero alla sovranità alimentare, Lollo, detto Francesco Lollobrigida, ha la qualità di un video dilettantesco, tenuto insieme non da uno storytelling ma esclusivamente dalla provenienza certificata. Accade spesso così quando la comunicazione viene dal Potere: quanti drogati hanno creato le Pubblicità Progresso contro la droga? Perché il Potere è solito affidare la comunicazione a parenti e amici, quando non addirittura è il Potere ad avere una pensatona (più lunga è la pensata più grossa è la minchiata, dicono dalle mie parti) nei confronti delle quali tutti dimostrano riverito rispetto. Raramente il Potere ha invece rispetto dei professionisti (in Sicilia i parchi archeologici sono affidati agli agronomi). Ma a difesa di Lollo dobbiamo dire che qualcosa di curioso e strano sta succedendo nelle pubblicità nazionali. Forse vogliono lanciare un nuovo “stile italico” nei commercial, ispirato al neorealismo: riprese povere e attori improvvisati. Soltanto che per fare il neorealismo ci vogliono registi all’altezza. Oppure non si capisce: non sono soltanto le pubblicità che hanno accompagnato la nazionale nel disastroso Europeo a essere profondamente cringe. Ma lo vedremo. Nello spot i calciatori della nazionale, che riescono a recitare ancora peggio di come giocano, decidono di rubare qualche prodotto alimentare per farsi una pasta o un riso al formaggio (la tristezza ci sta facendo venire voglia di cibo industriale, dateci un paninazzo di McDonald’s o le merendine della Lidl) e partono per un’avventura in notturna in cui il direttore della fotografia doveva essere qualcuno che per la prima volta prendeva in mano un telefonino per fare le riprese (non dite che lo avete fatto con una videocamera degna di tale nome, non lo dite, per favore). Finalmente arrivano in dispensa e chi trovano? Luciano Spalletti, che al posto di pensare a come non farsi eliminare, sta lì, nella cucina, a guardare a difendere il fortino dei prodotti alimentari ardimentosi.
Sono lontani i tempi in cui la pubblicità italiana poteva vantarsi di Carosello. Adesso abbiamo Spalletti costretto a stare tutta la notte sveglio perché a Lollo non gli rubino una caciotta. Ecco, girata letteralmente così avrebbe funzionato: in dispensa manca un’oliva e Lollo, in versione Titina De Filippo taccagna, interroga Spalletti in versione Totò con l’oliva in bocca. Non solo. Nella furia pubblicitaria, Luciano Spalletti si avventura fino a promuovere i video fatti con un certo telefonino, in luogo di un altro, e di tessere le lodi della condivisione sui social e dell’intelligenza artificiale. Ecco, a questo proposito, se la nazionale fosse stata allenata dall’intelligenza artificiale, forse, saremmo ancora in gara agli europei. Bastava chiedere a ChatGpt come non farsi eliminare agli ottavi e come difendere gli alimenti. Avrebbe detto: catenaccio e catenaccio.