La scelta è stata presa dal Consiglio di indirizzo il 4 agosto, quando il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi non si è presentato, con una scusa tirata fuori all’ultimo momento, alla riunione dell’organo che si occupa di nominare il Sovrintendente della Fondazione San Carlo. Il 4 agosto il ministero della Cultura ha ratificato la scelta dell’ex guida del Teatro comunale di Bologna, Fulvio Macciardi, vicino agli ambienti di Fratelli d’Italia secondo Il Domani, decisione che ha fatto partire il ricorso del primo cittadino. La sentenza del Tar arriverà il 27 agosto, mercoledì, ma Manfredi ha già capito che aria tira e quindi prova a giocare di anticipo. Come? Con un incontro eccezionale del Consiglio d’indirizzo al quale, stavolta, non mancherà. Il 26 agosto, un giorno prima della decisione del tribunale, il sindaco spera di potersi accordare preventivamente con il Cdi, in modo da sovvertire la decisione presa in sua assenza. Fin dall’inizio della nostra inchiesta vi abbiamo spiegato la strana gestione della Fondazione San Carlo, non solo attraverso nomine ad hoc, il piazzamento di figli in cariche servite per organizzare spettacoli senza i permessi, ma anche attraverso la costruzione di un vero e proprio percorso che avrebbe potuto portare alcune figure a diventare Sovrintendenti, la carica più importante, oltre a quella del Presidente, all’interno dell’ente lirico sinfonico. I nomi erano due. Il primo, quello della Direttrice generale, Emmanuela Spedaliere, è stato fin da subito il più problematico. La sua nomina fece infuriare la Regione Campania e Vincenzo De Luca, che ne chiese la rimozione, ed è proprio suo figlio, tra l’altro, ad aver assunto il ruolo di Direttore artistico delle Officine Vigliena, gli ex stabilimenti della Cirio in cui sono stati fatti degli spettacoli senza le autorizzazioni del comune. Manfredi, a metà luglio, ha dovuto quindi togliere il sostegno a questa papabile. Chi restava? Ovviamente l’altra carica pagatissima della Fondazione, anche in questo caso un ruolo inventato dal nulla dall’ex Sovrintendente Stephane Lissner: e cioè il direttore casting Ilias Tzempetonidis.

Mentre Manfredi prova a ripiazzare i suoi, o almeno ad avere voce in capitolo nella decisione, alcune organizzazioni di artisti e melomani hanno organizzato un sit in contro di lui in concomitanza dell’incontro al Consiglio d’indirizzo previsto per la mattina del 26 agosto. Inoltre è difficile che l’attuale Cdi possa cedere alle pressioni del sindaco. Da qui la seconda ipotesi: mentre la scelta sembra ormai presa, i ricorsi possono tardarne l’attuazione, fino a portare a due esiti: il primo, insperato, è il commissariamento, previsto dalla legge e verosimile. Il secondo, inverosimile ma favorevole proprio a Manfredi, è quello di una ristrutturazione in fieri del Cdi con la nomina di un nuovo membro in rappresentanza della regione nel caso in cui dovesse vincere, alle regionali di settembre, una compagine di sinistra sua alleata e non deluchiana. Evenienza complessa, probabilmente difficilmente praticabile a meno che non si diano le condizioni per formare un nuovo Cdi (ma in caso di commissariamento tutto potrebbe accadere). A quel punto Manfredi passerebbe in maggioranza e potrebbe decidere chi mettere alla guida della Fondazione.
