“Chi non mòre se rivede”, si suole dire a qualcuno che riciccia dopo tempo. “Anvedi chi c'è” è generalmente la risposta che precede il caffettino e una cifra di chiacchiere superficiali come solo la romanità sa fare nelle pause lavorative (e anche durante il lavoro). E lì, come in un film di Verdone dinanzi alla predica di un prete sciroccato, talvolta escono fuori i defunti, sotto forma di anatema. Gigi Proietti disse infatti che i cosiddetti 'morti' - la celebre invettiva dei romani – nascondono una raffinata poeticità, perché nell’evocare l'anima, aulico elemento che eleva, ma, attenzione, esclusivamente de “li meglio mortacci” di qualcuno, rende creativo l’insulto e anche autorevole, visto che anche il Belli non disdegnava. Per ulteriori chiarimenti ai forestieri, comunque, rivolgersi a Wikipedia, alla voce “Mortacci tua”.
D’altronde proprio su questa svagatezza dell'Urbe di promettersi solenni magnate davanti all'estremo saluto durante il 'mortorio', citando D’agostino, Taffo ha fondato il suo impero e i suoi esilaranti slogan. Noi, avendo saputo del lancio di un croissant a forma di bara nel cuore del profondo Infernetto - i fratelli poveri di Casalpalocco, quartiere adiacente presidiato invece da calciatori e borghesi benestanti - abbiamo approfittato di un funerale in zona per fare un aprèsmidi in questo bar, Il Dolce Sorriso, a pochi passi dalla chiesa del funerale.
Come si dice, avemo fatto trenta, famo trentuno, insomma. Di Infernetto ci limiteremo a dire che trae il nome dal fatto che agli albori della nascita della zona vi erano dei focolai nelle carbonaie ivi presenti, che da lontano facevano sembrare quel territorio di villette alla “Nero bifamiliare” un piccolo inferno appunto. Il bar pasticceria è nascosto in un vicolo tra un fruttarolo e una farmacia. L'interno è semplicemente un bar come tanti e in vetrina giacciono i famosi coffins e dei New York Rolls, oltre all'ultimo nato Croissant Schiacciato. Le bare sono certe sleppe notevoli ripiene di caramello salato e noci pecan, crema e frutti di bosco e nutella e pop-corn, ognuna con il suo nome come ogni feretro che si rispetti: frassino, noce, ciliegio, rovere, ed effettivamente spaventa l'idea di dover mordere tutto sto popò di croissant, perché cornetto non è.
E invece una volta preso il coraggio di accettare l'ignoto infilandoselo in bocca, si scopre letteralmente la piccola morte. Un orgasmo del gusto composto dalla giusta friabilità dell'impasto color mogano, come il classico cappottino di zinco. Perfettamente bilanciato nel gusto poco dolce, che lega alla grande con il caramello salato e le noci pecan finalmente prive del solito sentore di muffa dei dolci scadenti. Una gran bella sorpresa questo incontro con la morte a quattro euro l’uno, che se non mori per davvero, affretti la dipartita per il prezzo. Davvero boni da morì, insomma, sti coffins, ai quali diamo 5 per gusto, fantasia, e qualità e 4 al prezzo. Purtroppo Raffaello Fracassi, il genio creatore di questi originali croissant di casa a metà tra Roma e Ostia, che abbiamo scoperto essere proprio un grande fan di Taffo, ne prepara in esigue quantità e si consiglia di telefonare a Il Dolce Sorriso per trovarli pronti all'arrivo. Accompagnare la propria cassa da morto con un caffè bollente e un cappuccino non sarà un atto di grande sacralità ma di sicuro è bono. E finché ci è dato essere passeggeri su questa terra iniqua, è bene approfittare di ciò che ci addolcisce il percorso, fatto di innumerevoli colazioni al bar. D'altronde, come diceva nonno “La vita è n'affacciata di finestra!”.