Nel deserto calcistico italiano un’unica oasi porta un po’ di frescura ai viaggiatori: Gigio Donnarumma, il portiere e capitano, il solo fuoriclasse su cui Gennaro Gattuso può contare. A volta pecca nella leadership, spesso protesta eccessivamente, ma non c’è dubbio che il miglior giocatore azzurro in questo momento sia lui. Un titolo riconosciuto anche dalla Fifa, che pochi giorni fa gli ha consegnato il premio come miglior portiere del mondo per il 2025. In patria, però, Gigio ha più detrattori che supporter, complice l’addio al Milan in direzione Parigi, in cerca di gloria e denaro. Con Luis Enrique in panchina ha trovato entrambe le cose, prima di essere messo fuori squadra e costretto a trasferirsi da Pep Guardiola al Manchester City. Comunque resta un mercenario, si dice volgarmente in Italia. Ecco, Paolo Ziliani è uno di quelli che Gigio lo apprezza davvero: “Chiedendo scusa a quelli che dimentico e che avrebbero meritato di essere citati, se dico che Zoff e Albertosi, Tacconi e Peruzzi, Zenga e Buffon sono stati fra i sei migliori portieri italiani degli ultimi 50 anni, dico una stupidaggine?”. Nomi grossi a cui va aggiunto proprio l’attuale guardiano della porta azzurra. È lui, secondo Ziliani, il “settimo portiere” da mettere in lista. “È passata infatti sotto silenzio, e non mi è sembrato giusto, una notizia che nei giorni scorsi lo ha riguardato: il premio come miglior portiere del mondo, ‘The Best FIFA Men's Goalkeeper’, assegnatogli da quattro giurie a dir poco autorevoli”, composte da “211 commissari tecnici delle più importanti nazionali del mondo; i 211 capitani di quelle stesse nazionali; i giornalisti specializzati di ogni continente; gli appassionati di calcio di ogni angolo del mondo chiamati a votare sul sito della Fifa”.
“Un riconoscimento che a me è parso straordinario: anche perché segue di pochi mesi il traguardo (di squadra) più prestigioso cui Donnarumma è giunto in carriera, il trionfo in Champions League col Psg nella notte di Monaco del 5-0 all'Inter”. I parigini all’Allianz Arena ci sono arrivati anche grazie a Gigio e il Pallone d’Oro sarebbe stato un premio per nulla eccessivo dopo simili performance. Ma da portieri è dura, specie se il favorito è francese. Ziliani passa poi in rassegna i vari record di precocità infranti da Donnarumma: debutto in prima squadra; esordio con la Nazionale; il traguardo delle 200 partite in campionato. A 22 anni arriva la consacrazione totale con la vittoria dell’Europeo da miglior giocatore. E nonostante l'Italia non sia andata al Mondiale 2022 e rischi di saltare anche il prossimo - togliendo quindi partite agli azzurri - oggi Donnarumma a 26 anni vanta 79 presenze in nazionale contro le 58 in carriera di Zenga, le 34 di Albertosi, le 31 di Peruzzi, le 7 di Tacconi. Di questo passo fra un paio d'anni avrà raggiunto Zoff a 112; e anche l'esorbitante tetto di 176 partite del recordman Buffon è destinato a sgretolarsi di fronte allo score che Donnarumma, con 10 anni di carriera ancora davanti, saprà realizzare”. Un paragone è quanto mai azzeccato: “Se nel calcio italiano oggi c'è un Sinner, questi è Gigio Donnarumma. Peccato che pochi se ne accorgano e nessuno senta il dovere di rendergliene merito”.