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C’è una minaccia per Carlos Alcaraz e Jannik Sinner? Ecco chi sono i nuovi predestinati del tennis secondo Bertolucci

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

31 marzo 2025

C’è una minaccia per Carlos Alcaraz e Jannik Sinner? Ecco chi sono i nuovi predestinati del tennis secondo Bertolucci
Carlos Alcaraz e Jannik Sinner dominano il presente, ma alle loro spalle si muovono già i primi rivali del futuro. A lanciare l’allerta, o l’investitura, è Paolo Bertolucci che indica i due nuovi predestinati del tennis mondiale. Ecco i nomi dell'ex campione azzurro, ma occhio che c'è spazio anche per l’Italia...

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

Che il tennis sia uno sport in perenne evoluzione lo si dice da sempre, ma stavolta a dirlo con dati alla mano è uno che il circuito lo conosce: Paolo Bertolucci, ex campione e penna della Gazzetta dello Sport. E nella sua ultima analisi non si limita a raccontare l’inizio di stagione: lancia una mappa del futuro. “Pensavamo che dopo l’epoca d’oro dei Fantastici Quattro saremmo entrati in un lungo periodo di buio”, scrive, “e invece sono arrivati Sinner e Alcaraz”. Ma attenzione: perché anche loro, giovanissimi e già dominanti, ora hanno due inseguitori dichiarati alle calcagna. Si chiamano Jakub Mensik e Joao Fonseca, e non hanno nessuna intenzione di aspettare il loro turno. “Mensik, capace di raggiungere la finale di Miami, è l’ultimo prodotto della straordinaria scuola dell’ex Cecoslovacchia, cui appartengono campioni immortali come Lendl e Navratilova”.

Federico Cinà
Federico Cinà

Il paragone non è gratuito, perché il ceco classe 2005 incarna alla perfezione quell’idea di completezza che ha reso grande la tradizione mitteleuropea: “Ha un gioco senza punti deboli in tutti i fondamentali, a partire dal servizio. Impugnature semplici, eleganza e compostezza nelle soluzioni, mano educata a rete, struttura atletica solida e notevole forza mentale. Ci troviamo di fronte a un giocatore in possesso di tutti gli atout per arrivare presto in alto e rimanerci a lungo”. Una visione lucida e anche prudente: perché, avverte, “dovrà affinare le sue armi attraverso l’esperienza di tanti match sulle spalle”. Ma la direzione è tracciata. Se Mensik rappresenta l’eredità classica, Fonseca è la scintilla sudamericana. “Ha riportato al centro del villaggio una nazione che dopo i fasti di Kuerten non era più stata in grado di proporsi ad alti livelli”, scrive Bertolucci. Anche per lui, il confronto con Sinner è inevitabile: “Fin da quando ha mosso i primi passi nel circuito, è stato paragonato a Jannik. Al numero uno del mondo lo accomuna senz’altro la capacità di giocare in spinta, imprimendo accelerazioni formidabili alla palla. A Miami ha giocato un dritto a 180 all’ora”.

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Jakub Mensik
Jakub Mensik

Ma il talento non basta. Per emergere davvero, serve di più. “Fonseca ha mano migliore di Sinner, ma non bastano la pulizia dei gesti e la potenza del braccio: servono testa, cuore, letture tattiche perfette e lucide nei momenti decisivi. E in questo senso, ammette, le sceneggiate con il pubblico a Miami nella partita con De Minaur non mi sono affatto piaciute”. Però una cosa è certa, e su questo Bertolucci è netto: “Ciò che deve far piacere ai cultori della materia è che si tratta di due ragazzi che non esasperano l’aspetto fisico del loro sport, ma invece sanno giocare benissimo a tennis”. Ed è proprio questo il cuore della riflessione: Mensik e Fonseca non sono solo forti, sono anche stilisticamente puri, nonostante l’età. E l’Italia? Non manca nel radar del nostro ex numero uno. C’è una generazione, ma Bertolucci indica un nome su cui tenere gli occhi aperti: Federico Cinà, figlio d’arte, classe 2007: “È ovviamente azzardato metterlo insieme agli altri due, ma ha buonissimi fondamentali e una statura che potrà aiutarlo, anche se il fisico ha bisogno di irrobustirsi”. E qui torna anche il ricordo di un giovane Sinner: “Del resto, anche Jannik alla sua età non spiccava certo per i muscoli”.

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