image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

In realtà questa Serie A è solo la guerra di Antonio Conte

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

  • Foto: Ansa

29 ottobre 2025

In realtà questa Serie A è solo la guerra di Antonio Conte
Mettere pressione, sempre. Questo è il mantra di Antonio Conte. Anche a Napoli ha tirato su un fortino intorno ai suoi, spingendo gli altri (Inter e Chivu compresi) a concentrarsi sulle polemiche più che sul campo. E intanto è primo in classifica. Questa Serie A è una battaglia che Conte sta combattendo contro chiunque (pure contro la sua società)

Foto: Ansa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Prendetevela con me, ma non con i miei ragazzi, sembra dire Antonio Conte, tra le righe, in ogni sua uscita pubblica. Lo ha ribadito anche dopo Lecce-Napoli, finita 1 a 0 per i partenopei grazie a un gol di Frank Zambo-Anguissa. Conte in questa prima parte di stagione se l’è presa un po’ con tutti: prima con la società, poi con Lautaro Martinez durante Inter-Napoli e infine con la sua ex società e Chivu, colpevole di essersi “nascosto” dietro al mantello di Beppe Marotta nel post partita. Così Conte alza la tensione in un gioco delle parti che lo vede spesso vincente. L’allenatore del Napoli ha avuto da ridire sulle scelte di mercato portate avanti dalla società e dal presidente Aurelio De Laurentiis: “Sento parlare di mercato importante, ma il grande mercato è un altro”. Non bisogna considerare, infatti, il numero di giocatori reclutati, perché “se spendi 150 milioni di euro per 9 giocatori significa che ne hai spesi 15 per ognuno”. E nel calcio di oggi i top player hanno costi ben superiori. Ricordiamo che l’acquisto, tra prestito e riscatto, di Rasmus Hojlund si aggira sui 50 milioni e già lo scorso anno De Laurentiis gli aveva regalato Scott McTominay, il miglior giocatore della scorsa Serie A, costato 30 milioni dal Manchester United. A zero poi è stato preso Kevin De Bruyne, fuoriclasse assoluto e leggenda del Manchester City di Guardiola campione di tutto. Non esattamente l’ultimo arrivato, seppur sia evidentemente in una fase calante di carriera. Ora starà fuori diversi mesi, lo rivedremo solo nel 2026. Un’assenza che pesa e che si aggiunge a quella di Romelu Lukaku, l’uomo di Conte, quello su cui il tecnico italiano sa di poter contare, sempre. Loro due, in coppia, sono quasi una garanzia di vittoria. Noa Lang, invece, è stato acquistato più per volere della società che dell’allenatore, il quale ha già messo in chiaro le cose: “Quando deciderò, lo manderò in campo, diversamente rimarrà in panchina”. Il nemico momentaneo, in quella fase, era il suo stesso club: il voltaggio della macchina Napoli aumenta anche grazie a questo. Lang però si è fatto male, ancora non si sa quanto starà fuori, probabilmente poco: per ora è un pensiero in meno per il mister. Con chi prendersela, quindi? Con il cielo, la sfiga e i commentatori: “Dei giocatori infortunati nessuno ne parla”. Tra parentesi: se ne parla eccome. Ma Conte lo sa bene.

Antonio Conte dopo lo scontro con Lautaro Martinez durante Inter-Napoli
Antonio Conte dopo lo scontro con Lautaro Martinez durante Inter-Napoli Ansa

“Non dimentichiamo questo nostro inizio di stagione nel quale facciamo di necessità virtù”, ha detto ancora dopo la vittoria di Lecce. Una virtù di Conte, questo è certo, è la sua capacità di destreggiarsi tra le pieghe psicologiche di una stagione, come i vecchi difensori di una volta o i più abili trash-talker della Nba. Provocare sempre e comunque. Talvolta mentire sapendo di mentire. Così è stato dopo l’Inter e il rigorino concesso dall’arbitro Mariani al Napoli: “Io non lo avrei permesso da allenatore a un mio dirigente, in questo caso il presidente, di intervenire. Così sminuisce anche il tecnico, io mi sono sempre difeso da solo, non ho bisogno di papà”, ha detto nel post partita. Il riferimento è alle parole di Marotta, corso ai microfoni al posto di Chivu per chiedere giustizia alla classe arbitrale. Immediatamente sui social sono comparsi i virgolettati di una vecchia intervista di Conte, in cui lo stesso tecnico leccese aveva chiesto supporto da parte della società. Erano i tempi dell’Inter, tra l’altro: c’è un timing ben preciso per dire certe cose. Ritorniamo a ieri e al post Lecce-Napoli: “Penso sia giusto che siate voi a giudicare quello che è successo. Non è giusto venire a lamentarmi, sono passati troppi pochi giorni rispetto all’ultima partita con comportamenti diversi da parte di altri”. Ora, si può essere tifosi di qualsiasi squadra, anche del Napoli, ma quando Conte dice che lui non è uno che si lamenta è impossibile crederci: è un fatto autoevidente. Poco prima aveva dichiarato, a proposito delle polemiche che hanno seguito il big match del Maradona di sabato scorso: “Non è il caso di parlarne, restiamo sereni e fiduciosi sperando che certe lamentele non condizionino la classe arbitrale”. Spesse volte, però, noteranno anche gli analisti meno attenti, le lamentele e le pressioni vengono proprio da lui. Conte è dunque un gran bugiardo? Evidentemente no. Ma non è questo il punto. Ciò che conta è piuttosto il risultato ottenuto: Napoli primo e polemiche ovunque. Del gioco dei partenopei (e non solo degli infortuni) nessuno parla, o sono comunque pochi a farlo. La vittoria con l’Inter è da stratega. Uno stratega quasi militare. Perché questa Serie A è la guerra (si fa per dire – sempre di calcio parliamo) che Antonio Conte sta combattendo. Un conflitto che se vincerà sarà stato bravo lui, ma che se perderà allora semplicemente non si poteva fare più di così. Colpa degli acciacchi, della sfiga e del mondo intero.

Conte
Antonio Conte, allenatore del Napoli Ansa
https://mowmag.com/?nl=1

More

No, quello che ha detto Capello a Chivu non è il solito complimento: "Stai facendo come ho fatto io al Milan". Una frase così è tanta roba. E Conte, intanto…

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

"NELLA TESTA DEI GIOCATORI"

No, quello che ha detto Capello a Chivu non è il solito complimento: "Stai facendo come ho fatto io al Milan". Una frase così è tanta roba. E Conte, intanto…

Solo adesso si comincia a parlare di Joaquin Panichelli ma sarà l’attaccante del futuro: questo è il figlio devastante tra Van Basten e Higuain

di Andrea Spadoni Andrea Spadoni

Che spettacolo

Solo adesso si comincia a parlare di Joaquin Panichelli ma sarà l’attaccante del futuro: questo è il figlio devastante tra Van Basten e Higuain

Ma a cosa si riferisce Gerry Cardinale quando dice che il calcio in Italia è “un ecosistema molto resistente al cambiamento”?

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Nuovo mondo

Ma a cosa si riferisce Gerry Cardinale quando dice che il calcio in Italia è “un ecosistema molto resistente al cambiamento”?

Tag

  • Antonio Conte
  • Napoli
  • Inter
  • Serie A
  • Calcio

Top Stories

  • Ode a Giovanni Galeone, maestro di Allegri e di tutti noi: "Se c'ho una Ferrari sotto al culo vado a 120 pure in centro"

    di Emiliano Raffo

    Ode a Giovanni Galeone, maestro di Allegri e di tutti noi: "Se c'ho una Ferrari sotto al culo vado a 120 pure in centro"
  • Ma come sta messa la Rai? Kimi Antonelli fa podio in Brasile e loro mettono in piedi un servizio dedicato alla (disgraziata) Ferrari

    di Luca Vaccaro

    Ma come sta messa la Rai? Kimi Antonelli fa podio in Brasile e loro mettono in piedi un servizio dedicato alla (disgraziata) Ferrari
  • Jorge Lorenzo a MOW: “Farò il coach in MotoGP. I fischi a Valentino? Sbagliati, ma finalmente gli spagnoli tifano per noi. Nel mio team vorrei Marquez e Acosta”

    di Cosimo Curatola

    Jorge Lorenzo a MOW: “Farò il coach in MotoGP. I fischi a Valentino? Sbagliati, ma finalmente gli spagnoli tifano per noi. Nel mio team vorrei Marquez e Acosta”
  • Clamoroso, Valentino Rossi subissato dai fischi a Valencia: il video esclusivo e la risposta di Marc Marquez

    di Luca Vaccaro

    Clamoroso, Valentino Rossi subissato dai fischi a Valencia: il video esclusivo e la risposta di Marc Marquez
  • Per capire la vera misura di Marc Marquez (e della Ducati) ascoltate Enea Bastianini e Luca Marini

    di Emanuele Pieroni

    Per capire la vera misura di Marc Marquez (e della Ducati) ascoltate Enea Bastianini e Luca Marini
  • Nessuno vuole Alex Marquez? Tra la follia di Acosta, il talento di Quartararo e la magia di Bezzecchi è lui che sta cavalcando il drago

    di Cosimo Curatola

    Nessuno vuole Alex Marquez? Tra la follia di Acosta, il talento di Quartararo e la magia di Bezzecchi è lui che sta cavalcando il drago

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Foto:

Ansa

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Come stanno davvero Noah Dettwiler e José Antonio Rueda? Ora c’è finalmente qualcosa di ufficiale da dire

di Emanuele Pieroni

Come stanno davvero Noah Dettwiler e José Antonio Rueda? Ora c’è finalmente qualcosa di ufficiale da dire
Next Next

Come stanno davvero Noah Dettwiler e José Antonio Rueda? Ora...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy