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Il tennis italiano di Arnaldi vs Cobolli ci fa andare oltre il dominio di Sinner. E intanto Draper attacca l’antidoping prima della sfida con Monfils: “Delle volte ti trovi a spingere così forte che ti ritrovi a scoreggiare”

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

29 maggio 2025

Il tennis italiano di Arnaldi vs Cobolli ci fa andare oltre il dominio di Sinner. E intanto Draper attacca l’antidoping prima della sfida con Monfils: “Delle volte ti trovi a spingere così forte che ti ritrovi a scoreggiare”
Altro che Jannik-dipendenza. Il Roland Garros regala al tennis italiano un derby tricolore tra Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli, dopo due vittorie diametralmente opposte ma entrambe significative: rimonta eroica per il ligure su Auger-Aliassime, dominio netto per il romano contro Cilic. Un match che racconta la profondità del nostro movimento e la voglia di andare oltre il monopolio-Sinner. Intanto Jack Draper, amico del numero uno al mondo, avversario di Monfils, si lascia andare a una confessione surreale in conferenza stampa: "Nei controlli antidoping a volte ti sforzi così tanto che... ti scappa una scoreggia". Perché il Roland Garros è anche questo

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

A Parigi tira un’aria tricolore. Il dominio di Jannik Sinner è lì, sullo sfondo, ma intanto la nuova onda azzurra prende forma, e lo fa in grande stile: Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli si affronteranno al secondo turno del Roland Garros, in un derby che profuma di presente e futuro. Uno scontro generazionale che racconta l’identità multipla del tennis italiano: elegante, battagliero, instancabile. Le loro vittorie, arrivate in due modi completamente diversi, raccontano la varietà di caratteri e di strade che oggi portano al successo. Cobolli liquida Marin Cilic con la calma di chi ha appena vinto il suo primo Atp 500 e ha ancora fame. Arnaldi, invece, va a prendersi la partita con le unghie e con la testa, ribaltando un match già scritto contro un ex promessa come Auger-Aliassime. Il derby sarà anche questo. È la conferma di una generazione che non si accontenta di guardare Sinner vincere: vuole far parte del racconto, non restare nei titoli di coda.

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Vuole entrare a gamba tesa nella narrazione di un tennis che parla sempre più italiano. Arnaldi ha vinto una guerra e ora si porta dietro quell’adrenalina. Cobolli vola sulle ali di una fiducia nuova, maturata torneo dopo torneo. E il fatto che il derby arrivi così presto nel tabellone non è un freno, ma un regalo: ci ricorda che l’Italia oggi ha un esercito, non un eroe solitario. Intanto c’è anche spazio per una parentesi surreale, firmata Jack Draper. Dopo aver battuto Bellucci, il britannico, che nel circuito è amico stretto proprio di Sinner, si è presentato in conferenza stampa con una sincerità quasi disarmante. Gli chiedono dei controlli antidoping. E risponde in un modo quasi surreale: “A volte ti sforzi così tanto per fare pipì che ti scappa una scoreggia, e quelli sono lì, accanto a te. È un lavoro difficile anche per loro, lo so. E anche per noi: è una cosa molto intima, e non sempre ci riesci”.

Matteo Arnaldi al Roland Garros
Matteo Arnaldi al Roland Garros

Il tutto mentre a Parigi ci si gioca uno Slam. Bellucci ha perso, sì, ma ha lasciato il segno con un primo set geniale, chiuso con un servizio da sotto, che ha fatto impazzire il pubblico. Poi Draper ha rimesso ordine e ha chiuso la pratica, ma l’impressione è che anche Mattia, con il tempo, possa entrare in pianta stabile in quel gruppo di italiani che oggi fanno parlare il mondo. E intanto là davanti, il numero uno aspetta. Ma dietro, il motore azzurro scalda.

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