Da novello Napoleone che parte dalla Francia alla conquista del mondo a trentenne senza sorriso. Oggi Joahnnn Zarco compie trent’anni, ma per il due volte campione del mondo di Moto2 non c’è molto da festeggiare. Certo, non che faccia una vitaccia (tra l’altro basta dare un’occhiata al profilo della sua fidanzata Veronika Thielova - qui sotto - per riconoscere che ha modo di consolarsi alla grande), ma per un pilota quello che conta è vincere. O, almeno, avere l’opportunità di provarci.
E siamo sicuri che se Joahnnn Zarco oggi potesse chiedere un regalo speciale per i suoi trent’anni sarebbe proprio quello di tornare ad assaporare il gusto del competere ad armi pari con gli altri. Il pilota francese, infatti, sembrava un predestinato. Uno che dopo aver messo nel sacco due mondiali (il primo con l’aiuto della sorte e il secondo meritato dalla prima all’ultima gara) s’era guadagnato la fiducia e il tifo di una nazione intera che mai prima di allora s’era ritrovata con un pilota capace di portare a casa due allori di fila. Uno che una volta arrivato in MotoGP, con il team satellite Yamaha Tech 3, aveva mostrato di poter competere con tutti, mettendo nel sacco qualche podio e un bel po’ di belle prestazioni, anche con manovre al limite che avevano infastidito l’ambiente (compresi Valentino Rossi e Jorge Lorenzo). Uno, insomma, su cui molti erano pronti a scommettere, se non per insidiare Marc Marquez, almeno per giocarsela con i comuni mortali. Invece quello che sembrava un incendio s’è rivelato (almeno per il momento) un fuoco di paglia. Probabilmente anche a causa di scelte decisamente sbagliate. Ma anche a causa di Fabio Quartararo, il connazionale di nove anni più piccolo e che, pur con molti meno risultati da vantare, gli ha soffiato il palcoscenico in patria.
Era pure un belloccio, Zarco, e adesso fa invece i conti con i primi accenni di stempiatura: per Joahnn è un periodo (anche piuttosto lungo) in cui non ne va diritta neanche una. Il passaggio in KTM dopo le ottime performance in sella alla Yamaha Tech3 si era rivelato, per lui, deleterio. Mai trovato il feeling con la moto e con il team, tanto da annunciare con largo anticipo di non voler andare oltre la stagione. Parole, le sue, che però hanno innervosito la stessa KTM, che lo ha sostituito a mondiale in corsa e lo ha lasciato senza sella. Una gliene ha data nel 2019 il team di Lucio Cecchinello (Honda LCR), facendogli guidare la moto di Nakagaami che era alle prese con i postumi di un intervento chirurgico. Ma i risultati non sono arrivati e il francese non ha convinto. Poi c’è stato il travagliato passaggio in Ducati, nel team Avintia, prima snobbato dallo stesso Zarco e successivamente rimasto l’unico disposto ad accoglierlo. Travagli, insomma, figli di scelte che hanno stranito ambiente e tifosi. Ma adesso è il momento di mettersi tutto alle spalle.
Come farebbe un trentenne, uno che, insomma, non è più un ragazzino. Che la voglia di risorgere c’è è un dato di fatto. E il duro allenamento portato avanti durante il lockdown, così come le prime uscite in pista dopo la fine della quarantena (con la Ducati Panigale V4 di serie portata ad oltre 235 Km/h), ne sono una prova. Lui, non lo ha nascosto, punta al posto di Andrea Dovizioso in questo strano mercato della Ducati ufficiale. Anche ieri, nei test di Jerez, le cose sono andate piuttosto bene, visto che il francese ha chiuso il secondo turno con un settimo posto di tutto rispetto (a sette decimi dal primo, Vinales). Un primo piccolo regalo per chiudere definitivamente i conti con i venti e aprire il conto con i trenta. Perchè questo compleanno che segna il passaggio di decennio dovrà rappresentare la svolta. Non nella vita privata, dove tutto sembra andare a gonfie vele con la bellissima, e vistosissima, fidanzata Veronika Thielova (accusata da parte della stampa francese di essere la causa delle scelte del campione), ma in quella sportiva. Che, come detto, per un pilota conta quasi più di quella privata. Anche perché di talento ce ne è e pure parecchio, visto che di mondiali non ne vinci due per caso. E’ quello che gli auguriamo, ed è quello che ci auguriamo, essendo convinti che più ce ne saranno a giocarsela e più lo spettacolo della MotoGP potrà tenere botta anche dopo l’uscita di scena di un Valentino Rossi che sì continuerà per altri due anni, ma che non è eterno.