Fabrizio Corona vuole fare la fine di Vittorio Brumotti? Stavolta, a quanto pare, ha rischiato. Accantonata la fase comica di Gurulandia, il re delle polemiche si è buttato sulle inchieste serie. Questa volta sta lavorando alla nuova puntata di Falsissimo, dedicata a un caso che in prima istanza sembrerebbe un fatto di cronaca locale: il pestaggio di un ragazzino da parte di una baby gang a Noha, una frazione di Galatina, provincia di Lecce. La notizia è questa: l’aggressione di un 17enne tunisino da parte di una baby gang. Il pestaggio, avvenuto in una stazione ferroviaria, è stato filmato da alcune ragazzine presenti e i video, ovviamente, sono finiti online prima di essere rimossi. Sulle prime il ragazzo aggredito era stato descritto come disabile, anche se Corona, una volta arrivato sopra la notizia, ha smentito. La madre della vittima ha sporto denuncia il giorno dopo l’aggressione. Il ragazzo, inizialmente reticente, ha poi raccontato tutto. I sei minorenni coinvolti sarebbero già stati identificati. Durante le perquisizioni, sono state trovate due pistole giocattolo senza tappo rosso. Le indagini proseguono: si cerca di capire se dietro ci sia una vendetta, visto che il giorno prima il 17enne avrebbe avuto uno scontro con uno dei membri del gruppo. Comunque, il signor Falsissimo ha già coronizzato la notizia, pubblicando su Instagram i nomi dei presunti responsabili e presentandosi direttamente a Noha, posando davanti al cartello d’ingresso del paese con una frase in puro dialetto coronesco: “Ops, siamo venuti a prenderli”.


Infatti è iniziato il casino. Corona va anche sotto casa di uno dei ragazzini coinvolti per parlare con la madre, ma viene circondato da alcuni presenti. Volano parole grosse, e pare ci sia stato pure uno scontro acceso con l’avvocato della famiglia. Intanto le forze dell’ordine, già allertate, tengono d’occhio la situazione. A quanto pare, all'arrivo di Corona il ragazzino e i genitori sarebbero scappati in macchina, e il giornalista li avrebbe inseguiti, destinazione commissariato di Polizia. Una volta lì, sarebbe arrivato l'avvocato della famiglia, e a quel punto è scoppiata la mezza rissa. E non è tutto qui. Corona halasciato intendere che ci sia una storia di clan mafiosi dietro a un semplice ma tragico caso di bullismo, al punto che lui stesso e i suoi inviati avrebbero ricevuto minacce e violenza. Ecco cos'ha scritto in alcune stories di Instagram.

Così Corona, mostrando la foto di una scheda di memoria: “Vi ricordate questa schedina? Dentro c'era tutto il materiale girato a Noha. Interviste, volti, testimonianze. Il cuore del nostro racconto. Ecco, non c'è più. È stata sequestrata dal clan Coluccia, che ha minacciato i nostri operatori nel tentativo di fermare quello che stavamo documentando”. Da Falsissimo a gravissimo, e Corona rincara la dose in un'altra storia. “Non sono solo ragazzi. Non è solo una baby gang. Dietro questa storia c'è la mafia, ci sono famiglie radicate nel territorio, che usano la violenza per controllare, per zittire, per coprire verità scomode. OGGI SIAMO TORNATI A NOHA. Perché se qualcuno cerca di censurarci, vuol dire che l'inchiesta è scomoda e va portata avanti. Quello che era un atto di bullismo tra adolescenti, oggi è un caso che tocca criminalità organizzata, silenzi istituzionali, e un'intera comunità che vive sotto pressione. L'inchiesta è diventata più grande di quello che era. E non si fermerà. Se qualcuno prova a cancellare la verità, la raccontiamo più forte di prima”.

