L’ipotesi di Roberto D’Agostino lanciata sul suo sito Dagospia, in cui si profetizzava una caduta del governo con un’alleanza tra Forza Italia e Pd, si arricchisce di croccantissimi retroscena. Quasi un “catfighting” se ancora si potesse usare questa parola, ma non si può usare e non la usiamo. Gelosie, coincidenze, competizione? Chissà. Fatto sta che dopo la dichiarazione d’intenti di Francesca Pascale, che in un’intervista esclusiva a MOW ha dichiarato di essere pronta a scendere in campo sognando un’alleanza proprio tra Forza Italia e Pd, anche Marta Fascina ha ritrovato slancio politico. Complice Antonio Tajani. Ha difatti ospitato ad Arcore un vertice tra la famiglia Berlusconi (Marina e Pier Silvio), Fedele Confalonieri e l’ad di Fininvest Danilo Pellegrino. Argomento dell’incontro: la svolta moderata di Forza Italia. È da tempo (sempre Dago è stato il primo a rivelarlo) che la famiglia Berlusconi rimprovera a Tajani l’eccessivo “inzerbinamento” nei confronti di una Giorgia Meloni che, soprattutto da quando ebbe l’idea di mettere la tassa sugli extraprofitti delle banche, si è messa contro i veri proprietari-fideiussori di Forza Italia, ossia Marina e Pier Silvio. Goccia traboccante, infine, il non avere appoggiato la riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea. C’è da aggiungere il non poco rilevante endorsement di Marina Berlusconi sul tema dei diritti civili, a proposito dei quali ha detto di sentirsi più vicina alla sinistra.
In questa frase transitoria e ricollocantesi è arrivato il fulmine di Francesca Pascale, al Summer Pride di Noto, dove tra un Cristiano Malgioglio e un aperitivo in via Rocco Pirri, ha lanciato la bomba che è stata ripresa un po’ da tutti: “Pronta a rientrare in politica. Sogno un’alleanza Forza Italia-Pd. Sono di destra. Anzi, sono di Forza Italia. Ma non di questa Forza Italia”. Chissà come deve avere preso Tajani queste dichiarazioni della Pascale. Volendo pensare male e fare fantaretroscenismo, mischiando riposizionamenti, alleanze interne, i nemici dei miei nemici sono miei amici, una spruzzatina di primadonnismo (termine che non si può più usare e infatti non lo usiamo), sembra andare in scena una gustosissima commedia all’italiana in cui i veri potenti (Marina e Pier Silvio) stanno a guardare (immagino anche divertiti). Sia come sia è cominciata la caccia ai moderati, sia per quanto riguarda i voti, sia per quanto riguarda gli esponenti politici: Repubblica scrive di abboccamenti nei confronti di transfughi renziani e calendiani. Al momento, ci pare di capire, ci sono due correnti: una Pascale-Renzi sulla linea dello sbarco in Forza Italia con cambio dei vertici; l’altra Tajani-Fascina che vorrebbe i renziani senza Matteo Renzi e i calendiani senza Carlo Calenda. Speriamo che si strappino tutte le capelle: Tajani e Renzi, ovviamente.