“Siamo un Paese in rivolta?” chiede Giovanni Floris a Michele Santoro: “No, io credo che siamo un Paese depresso”. A Dimartedì su La7 si è parlato di Carlos Tavares e delle dimissioni da Ceo di Stellantis, che gli avrebbero comunque garantito una buonuscita di cento milioni di euro. “Tutti parlano di questa liquidazione e si indignano, ma la situazione andrebbe spiegata”. Solo l’ultimo anno, dice Santoro, Tavares ha intascato ventitré milioni, per cui la liquidazione a quelle cifre non sembra irrealistica. “Ventitré è un altro numero importante: sono i miliardi che si sono messi in tasca gli azionisti di Stellantis”. Ma cosa ha fatto Tavares come Ceo? Ha studiato i modelli migliori e più competitivi per la sua azienda? Ha cercato di capire se gli operai potevano avere migliori condizioni e salari più alti? “No, ha licenziato, spostato le fabbriche nel nord Africa e soprattutto ha cercato di produrre il meno possibile, lasciando in cassa integrazione migliaia di operai, che hanno dovuto vivere con mille euro al mese, lasciandoli in una situazione di quasi miseria. Per tutte queste orrende attività, ma garantendo ai suoi azionisti miliardi da spartirsi, è stato premiato”. “In realtà è stato licenziato”, puntualizza Floris. “Anche tu vorresti essere licenziato e accompagnato alla porta con cento milioni…”.
Al di là della buonuscita di Tavares, ciò che secondo Santoro dovrebbe farci indignare sono proprio i ventitré miliardi di profitti degli azionisti: “Oggi non conta più gestire le aziende in una maniera corretta, non conta più produrre lavoro, tecnologia e innovazione: conta solo tenere alto il valore delle azioni. E il valore delle azioni si è completamente scorporato dal fatto reale che l’impresa vada bene”. Sempre a Dimartedì vengono poi analizzate le ragioni che hanno portato al licenziamento e si cercano i “colpevoli” di questo fallimento. Tra i motivi del crollo di Stellantis ci sarebbe la transizione ecologica, e questa, dice Santoro, è la posizione sia di Matteo Salvini che di Giorgia Meloni. “Il problema fondamentale di Stellantis è che non ha investito a sufficienza in tecnologia. anche quella che ci raccontano sui cinesi è una balla”. Il riferimento è alla concorrenza per molti imbattibile nel mercato delle auto elettriche: “I cinesi non vincono la concorrenza perché hanno il know how per fare le auto piccole, ma perché sono riusciti a trovare una posizione nel mondo dove si producono materie prime essenziali per le batterie”. Il malessere rispetto alle questioni ecologiche, del lavoro, del precariato secondo Santoro non viene adeguatamente manifestato. E di certo, prosegue ancora il giornalista, né Maurizio Landini né Nicola Fratoianni sono dei capi popolo: “È una rivolta di parole, di chiacchiere, non è una rivolta che infiamma il Paese”.