Continua la commedia infinita lanciata da Falsissimo. La celebre espressione “occhi spaccanti”, resa popolare sui social dopo lo scandalo legato alla presunta relazione extraconiugale dell’attore Raoul Bova con la modella 23enne Martina Ceretti, potrebbe presto diventare un marchio registrato. Secondo Repubblica, il 5 agosto l’attore romano avrebbe depositato all’Ufficio Brevetti due richieste: una per la sola formula “occhi spaccanti” e l’altra per l’intera frase di un audio ormai diventato virale: «Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti». Il messaggio, che secondo le ricostruzioni sarebbe stato inviato da Bova alla modella, era stato diffuso da Fabrizio Corona nella trasmissione Falsissimo, facendolo diventare virale. L’iniziativa legale, seguita dall’avvocata Michela Carlo dello studio dell'ex suocera di Bova Bernardini De Pace, avrebbe lo scopo di limitare la circolazione di video e contenuti che sfruttano la frase a fini commerciali, come era successo con alcune pagine social già diffidate dall'attore, tra cui Ryanair, il Napoli e il Torino. L'idea è assurda, ma potrebbe funzionare. Registrare un marchio, con validità decennale, costa dai 100 ai 337 euro massimo. Resta da capire cosa se ne farebbe Raoul Bova di un marchio del genere per dieci lunghi anni, visto che il trend praticamente già si è esaurito sui social. Una linea di occhiali da sole? Intanto c'è un problema. Un problema grosso, tatuato e onnipresente: Fabrizio Corona.

Anche nel caso del marchio depositato il signor Falsissimo avrebbe fregato Raoul Bova. Non appena Repubblica ha dato la notizia, subito ripresa da tutti gli altri giornali, la pagina Instagram di Falsissimo ha acceso la circonferenza rosacea intorno alla foto profilo: nuova storia in arrivo. Fabrizio Corona è in vacanza, ma ci ha tenuto a far sapere ai follower, ma soprattutto a Raoul, chiamato direttamente in causa, che lui “gioca in un altro campionato”. Lo screenshot di una chat WhatsApp. Qualcuno ha mandato a Corona la notizia della registrazione del marchio. Lui risponde, come al solito tutto in maiuscolo massiccio: “Peccato che l'ho già registrato prima della puntata”. Segue emoji del pugno alzato. Se mister Falsissimo dice il vero, all'attore non resta che rassegnarsi. Al momento sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy non c'è traccia, ed è presto per avere contezza della vittoria di Corona o di Bova. Certo, pensare a Occhi Spaccanti come un marchio registrato è da commedia, se pensiamo che la definizione giuridica fornita dal ministero è questa: “Il marchio è un “segno” usato per identificare i prodotti/servizi di una impresa e distinguerli da quelli della concorrenza. Possono costituire marchi d'impresa tutti i segni, in particolare le parole, compresi i nomi di persone, o i disegni, le lettere, le cifre, i colori, la forma del prodotto o del suo confezionamento, oppure i suoni, a condizione che tali segni siano adatti a distinguere i prodotti o i servizi di un'impresa da quelli di altre imprese”. Dal punto di vista legale, poi, l'unico appiglio possibile, utile a Bova in caso di effettiva registrazione del marchio, sembra quello per cui si configuri un uso non autorizzato, nella misura in cui la frase venga utilizzata per danneggiare la reputazione o l'immagine del titolare. Cosa che comunque avviene, essendo in questo caso il marchio stesso lesivo della reputazione. Un gran pasticcio, insomma, e se gli occhi spaccanti siano un servizio o un prodotto rimane la grande domanda di questa strana estate senza tormentoni né turisti.



