Roberta Benvenuto è una videoreporter, specializzata in giornalismo investigativo. Prima di arrivare a Piazzapulita ha lavorato in diverse redazioni. Il Fatto Quotidiano, Globalist, Michele Santoro. Poi le collaborazioni con Repubblica, Fanpage, e diverse inchieste video per Il Foglio, fino ad arrivare sull'emittente di Urbano Cairo, prima a In Onda, il programma di Luca Telese e Marianna Aprile, poi con Formigli a Piazzapulita. È tra i fondatori del Centro di giornalismo permanente, un collettivo che lavora a progetti di inchiesta e reportage e che sostiene i reporter freelance nelle spese di realizzazione dei progetti. Oggi il nome di Roberta è finito sulla bocca di tutti grazie a quel clima frizzante che contraddistingue le campagne elettorali, quel modo spavaldo di raschiare voti, dove i politici si svelano per quello che sono. Le campagne elettorali sono un apostrofo di verità tra un Governo e l'altro.
Me lo porti uno spritz? No. Chiamiamolo siparietto, se vogliamo. Però se lo infiliamo in un contesto di continuo discredito verso i giornalisti, il sapore dell'aperitivo cambia. Il filmato è diventato virale: alla manifestazione elettorale in Piazza del Popolo, a Roma, c'è il ministro Nordio, in testa un cappellino da baseball con la scritta "orgoglio italiano", che si rivolge a una giornalista come se fosse una cameriera. Roberta Benvenuto, inviata di Piazzapulita, il programma in onda su LA7 condotto da Corrado Formigli. Lei rifiuta con fermezza, quasi incredula e stupita dalla richiesta. Simpatico o maschilista? Offensivo o spiritoso? L'ha trattata come una cameriera perché giornalista, perché femmina o perché voleva solo fare una battuta? Come in tutte le questioni c'è spazio per fare polemica da entrambe le parti, e l'ideologia fa il resto, a meno che non si contestualizzi il problema, per capirlo fino in fondo.
Perché poi si potrebbe farla passare come una berlusconata, una di quelle trovate al limite della decenza utili a dividere il pubblico, fornendo la spalla a chi offende per accusare la controparte di eccessivo moralismo. E ci potrebbe anche stare, se non fosse contestualizzato in un clima, questo sì eccessivo, di ripetuti attacchi ai giornalisti. Le censure, gli scioperi in Rai, gli interventi di Giorgia Meloni al telegiornale e su LA7, con gli sfottò ai radical chic verso Corrado Formigli e il pubblico. L'editore Antonio Angelucci, schierato con la Lega, che manda a fare in cu*o i giornalisti. Alberto Dandolo di Dagospia preso a botte e minacciato e Francesca Fagnani sotto scorta per essere finita nel mirino della malavita romana. Mettendo tutti questi elementi insieme, è facile interpretare male una battuta sullo spritz. E forse la si interpreta bene, interpretandola male. Lo diceva anche Giulio Andreotti: a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina.