Contro la velocità a tutti i costi, il fast food dell’informazione e la piatta presentazione dei fatti ecco 100 minuti, la trasmissione su La7 di Corrado Formigli e Alberto Nerazzini. Un programma d’inchiesta lungo, che richiede tempo e capacità di comprendere la complessità, caratteristiche ormai rare. Così Nerazzini ne ha parlato al Corriere della sera: “Un format semplice e quasi rivoluzionario: il passo lungo dell’inchiesta, pochi interventi solo dove serve, una (breve) intervista a un unico ospite”. La prima puntata, lunedì 8 aprile (il programma è composto da sei puntate, una ogni lunedì), è dedicata al crimine romano e in particolare all'indagine reltiva all'omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”, ultrà della Lazio e personalità centrale all'interno del sistema malavitoso della capitale. Corrado Formigli è uno dei volti più conosciuti di La7, grazie alla conduzione (che dura dal 2011) di Piazzapulita. Nerazzini, invece, seppur meno noto del collega, lavora da anni come giornalista d’inchiesta, soprattutto per la televisione. Comincia in Rai con Sciuscià, Annozero e Report, per poi spostarsi a La7, per la quale ha già realizzato I fuorilegge, un documentario mandato in onda proprio da Formigli in una puntata speciale di Piazzapulita. “Il giornalismo d’inchiesta è la forma più nobile, difficile e costosa del giornalismo”, aveva detto in un’intervista per National Geographic. Ecco chi è Alberto Nerazzini, che condurrà 100 minuti su La7 insieme a Corrado Formigli.
Gli inizi alla Rai: i programmi di Michele Santoro e Report
Mafia, riciclaggio, corruzione, ma anche funzionamento dell’offshore e paradisi fiscali: sono questi alcuni dei temi che Alberto Nerazzini ha indagato nella sua carriera fin dagli inizi in Rai. Comincia a lavorare nei programmi di Michele Santoro (Raggio Verde, Sciuscià, Sciuscià Emergenza Guerra, Annozero) per poi passare, nel 2008, a Report, allora condotto da Milena Gabanelli, per cui ha prodotto numerose inchieste come “Girano le pale” sull’industria dell’eolico in Italia; “La città dei rancori” sugli sprechi e la cattiva amministrazione su Bologna; il racconto del Sistema Lombardia, la sanità e Roberto Formigoni in “Il papa re”; l’indagine sul business della logistica con “Il pacco, la società del futuro”. In questo periodo, sempre per la Rai, va in onda il suo film d’inchiesta “Il Grande Bluff”, dove Nerazzini si muove tra le reti e i meccanismi della finanza globale, tra riciclaggio ed evasione. Nel 2018, poi, arriva la separazione dal programma di Rai Tre (nel 2016 subentra Sigfrido Ranucci alla conduzione). Nerazzini scrisse sui suoi social che “I motivi sono ovviamente seri e svariati, ma diciamo – in sintesi – che non ci sono le condizioni. Qualcuno ha voluto che non ci fossero le condizioni”. È anche autore del podcast 121269, dedicato alla strage di Piazza Fontana.
Presidente del Dig Festival di Modena
“I cittadini spesso hanno paura perché non conoscono o non sentono il bisogno di afferrare un argomento importante per la società. L’approfondimento insito nell’inchiesta riesce invece a inquadrare, e in certi casi ribaltare, la narrazione di situazioni che riguardano tutti”, ha detto Alberto Nerazzini a National Geographic per spiegare il senso del Dig Festival di Modena (città in cui è nato), un evento il cui scopo è comunicare il valore del giornalismo. Quattro giorni di incontri, proiezioni, mostre e spettacoli: l’obiettivo è scavare (“to dig”, il verbo a cui rimanda il nome del festival) nel reale, per evidenziarne le contraddizioni e i meccanismi. Nerazzini, che è il presidente di Dig, ha poi sottolineato la postura necessaria affinché il giornalismo possa davvero avere un ruolo nella società: “Se ben organizzato e mirato, il giornalismo d’inchiesta può mettere in discussione e abbattere sistemi di potere difficilmente scalfibili e sfidare la corruzione del potere. Lo può fare perché lo deve fare: è insito nel suo potere più profondo e ci sono tante storie che lo dimostrano”.
“I fuorilegge” a Piazzapulita
La collaborazione di Nerazzini con Corrado Formigli dura da tanto. Nel 2022 e nel 2023, in alcune puntate speciali di Piazzapulita, è andato in onda il documentario I fuorilegge, un’indagine durata un anno che si articola tra le strade e i palazzi di Anzio e Nettuno, due città piccole ma fondamentali per il funzionamento della vita criminale di Roma. Il quadro che emerge è quello di “un sistema che parte dalla violenza di strada, dal controllo della droga, e poi, come una piramide, sale; coinvolge l’economia, i media e la politica”.
“Il mio obiettivo da sempre è quello di mettere insieme il giornalismo investigativo con la narrazione. In questo vortice di informazione frammentata e rumorosa, credo che gli spettatori abbiano voglia di fermarsi e sentirsi raccontare una storia”. Con 100 minuti a disposizione, Corrado Formigli e Alberto Nerazzini si propongono di fermare gli spettatori per metterli di fronte a una realtà profonda, in cui la giustizia non ha potere. Si torna lì, a Roma (“Roma città aperta” è il titolo della prima puntata), dove si riciclano milioni e tonnellate di cocaina vengono vendute e consumate. Vortici di corruzione che toccano trasversalmente diversi mondi, tra cui quello del cinema. Storie e verità, inchieste che superano la finzione di Gomorra e Suburra. Grazie al lavoro dei giornalisti come Nerazzini, quei muri di potere possono essere scalfiti. E dalle crepe possiamo sbirciare dentro.