E ora, dopo che tutti hanno elogiato Inter-Barcellona come la partita del secolo e la più bella mai vista nella storia della Champions League; ora, dopo che tutti hanno esaltato l'atmosfera vissuta allo stadio, che Dimarco ha detto: “San Siro è una bolgia, come San Siro non ce n'è”; ora, dopo tutto questo, non è il caso di chiedersi se senza la curva Nord, che ha trascinato lo stadio, che a sua volta ha supportato tutta la squadra in campo, questa cosa sarebbe stata possibile? Perché se Inter Barcellona è e resterà indimenticabile è anche grazie a quella bolgia. Caricata, motivata, sospinta dalla curva Nord. Io sono stato il primo critico della curva per amore dell'Inter, ma adesso credo di essere anche l'unico a esprimi e dirgli ufficialmente grazie. Perché senza la decisione di cantare dall'inizio, invece di cominciare dal ventesimo minuto come prevedeva lo sciopero del tifo, quella bolgia non sarebbe stata quella bolgia.

Già nei giorni precedenti il direttivo della curva aveva diramato appelli sui social, fatto circolare video, messo in giro voci, azionato il passaparola: “Dobbiamo scendere in campo con i ragazzi”. Tutto ha contribuito a creare quell'atmosfera. Ditelo anche a Saviano che se n'era uscito con la frase: “La curva dell'Inter è la più ndranghetista d'Italia”. Ok le inchieste, ok le indagini, ma gli ultimi direttivi sono stati i primi, in un comunicato ufficiale, a prendere le distanze dai metodi di chi ora è in carcere e i primi a parlare di “interessi che niente avevano a che fare con le dinamiche della curva e del tifo”, al contrario della curva Sud che vere distanze da Luca Lucci e gli altri capi non ne ha mai prese. Poi uno può essere critico, può continuare a indagare come faccio io, passando pure per l'infame, ma definirla ora la curva più ‘ndranghetista d'Italia è una stronza*a epocale.

Vi dirò di più: le proteste che portano avanti sono sacrosante. Che i prezzi dei biglietti siano diventati troppo alti è un dato di fatto. Spesso si usa la retorica di “voler riportare le famiglie allo stadio”. Ma quali, se le famiglie ormai fanno fatica a sopravvivere anche con due stipendi, figuriamoci comprandosi pure 4-5 biglietti del Meazza? Le battaglie del caro prezzi dovrebbe riguardarci tutti, non solo la curva. Stessa situazione per il divieto di poter esporre striscioni e la difficoltà a organizzare le trasferte. Perché è bello vedere uno stadio pieno di colori, è bello che una squadra venga seguita anche in trasferta. Gli scontri sono deprecabili, ma cultura del tifo va salvaguardata. Perché senza il tifo Inter-Barcellona sarebbe stata una partita completamente diversa e se vi piace guardare solo le partite e dell'atmosfera intorno non ve ne frega niente allora vi meritate gli stadi vuoti, oppure vi meritate le partite del campionato arabo.

Infine, lo ricordo, le curve sono una delle ultime forme di aggregazione rimaste. In una società che ha la tendenza a farci sentire sempre più soli, sempre più chiusi in casa, sempre più piegati sugli smartphone e controllati e governati dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, dovrebbero essere coinvolte, rese partecipi, come succede in Germania, non osteggiate sempre e comunque. Dalla Procura, dalla questura, dalla società. In questo contesto viva il tifo sano, viva le bolge che fanno tremare gli stadi e rendono un rito collettivo ancora più mistico. Ripeto: senza la carica della curva Inter-Barcellona sarebbe stata un'altra partita. E tra chi abbandona lo stadio perché la propria squadra perde e chi ci crede fino alla fine io non avrò mai dubbi da che parte stare. Mai.
