image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Abbiamo visto la serie “Zero Day” su Netflix con Robert De Niro: ma com’è? L’ambizione è politica, ma resta un dramma familiare. E la strategia della tensione da anni di piombo? Guardate un film di Bellocchio, che è meglio...

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

22 febbraio 2025

Abbiamo visto la serie “Zero Day” su Netflix con Robert De Niro: ma com’è? L’ambizione è politica, ma resta un dramma familiare. E la strategia della tensione da anni di piombo? Guardate un film di Bellocchio, che è meglio...
Com’è “Zero Day”, la serie Netflix con protagonista Robert De Niro? Una serie che mette insieme teorie del complotto, terrorismo hi-tech e segreti di famiglia. L’ambizione della regista Lesli Linka Glatter e dei creatori Eric Newman, Noah Oppenheim e Michael Schmidt è senza dubbio politica. Peccato che in sei episodi la questione diventa fin troppo personale: la crisi in cui è si trova l’America dopo il cyberattacco dello Zero Day, si tiene sui rapporti tra i singoli, sulle ambizioni individuali. Insomma, quasi un dramma familiare. E gli attacchi alla democrazia, che sfruttano il terrorismo per accentrare il potere, sembrano un po’ quelli degli anni di piombo in Italia. Guardate “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio, che è meglio

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Per risolvere le crisi servono i grandi vecchi, i moderati, quelli buoni per tutte le stagioni. E forse pure per salvare le serie di Netflix. Il 20 febbraio è uscita Zero Day con Robert De Niro, nel suo primo ruolo da protagonista in un prodotto seriale, con la regia di Lesli Linka Glatter. Christopher Mullen (De Niro) è un presidente americano in pensione, ritritatosi dalla vita politica dopo il dramma della morte per overdose del figlio. Ma un imprevedibile cyberattacco mette fuori uso i sistemi elettronici degli Stati Uniti, causando enormi danni sulle linee di trasporti, incidenti, morti negli ospedali: nello Zero Day perdono la vita migliaia di persone. Mullen viene richiamato dall’attuale presidente Evelyn Mitchell (Angela Bassett) per guidare una commissione dotata di poteri speciali, roba che neanche dopo il “Nine Eleven” si è vista, per scoprire i responsabili. Alex, l’altra figlia dell’ex presidente ora deputata, interpretata da Lizzy Caplan, è contraria al rientro del padre e teme la deriva “fascista” di un esecutivo così forte. Fuori dal palazzo c’è chi urla alla dittatura, su tutti Evan Green (Dan Stevens), il faro dei complottisti e del suprematismo bianco made in Usa. Dall’altra parte, c’è chi vede nel caos un modo per fare affari, sfruttando le brecce lasciate aperte da Roger Carlson (Jesse Plemons), un funzionario dal passato torbido e in aria di corruzione, ma che gode della fiducia di Mullen. I primi indiziati dopo l’attacco hacker sono i russi, ma la falsa pista si rivela praticamente subito. A peggiorare le cose sono le ambigue posizioni di Monica Kidder (Gaby Hoffmann), miliardaria e magnate dell’industria tecnologica, che attacca equamente la presidenza e la commissione guidata da Mullen, incapaci di tenere sotto controllo una crisi del genere senza adeguati mezzi tecnologici. Nel mezzo la Cia, i vecchi amici del presidente che provano a dare una mano, l’opposizione dello speaker della camera Richard Dreyer (Matthew Modine) e le misteriose allucinazioni di Mullen/De Niro: solo vecchiaia (Mullen ha 81 anni, come l’attore) o c’è di più?

https://mowmag.com/?nl=1

Insomma, Zero Day è una summa delle teorie del complotto e della “vecchia maniera” di risolvere i problemi: meglio affidarsi all’anziano Presidente, uno capace di ottenere “consensi bipartisan, garanzia di affidabilità e rigore (è maniacale l’accumulo di agende riempite di appunti - naturalmente presi a mano - di Mullen). Peccato che dei rapporti tra il capo della commissione e tutti gli altri personaggi sappiamo ben poco: quelli con la figlia, si dice (appunto, si dice e basta), sono tesi, talmente tesi che Alex presiede l’ufficio predisposto alla vigilanza della commissione di suo padre, quando in realtà il vero motivo sono le insufficienze di Mullen come genitore; dei vecchi agganci del presidente nei servizi segreti siamo costretti a fidarci, non sappiamo nemmeno bene perché; la società americana “sul punto di esplodere” viene rappresentata solo da poco frequentati picchetti appostati fuori dalle sedi delle imprese assicurative. E la storia più che politica – come avrebbe voluto Linka Glatter - rimane personale: è Mullen come padre, non come uomo delle istituzioni, che deve destreggiarsi tra vuoti di memoria, segreti di colleghi e familiari e allucinazioni uditive. Chi se non il rassicurante Mullen, con la sua retorica del “guadagnati i riconoscimenti con le tue azioni”, fa al caso nostro? E infatti sentiamo in loop la Who Killed Bambi dei Sex Pistols, segno inequivocabile che a morire sono gli innocenti: serve unirsi nelle difficoltà, lavorare insieme al di là delle differenze, per fronteggiare il nemico. È facile, in realtà, individuare nelle ambizioni dei singoli l’intero progetto di attacco alla democrazia. Nonostante gli enormi temi chiamati in causa, forzatamente sintetizzati in sei episodi, la serie sembra scritta mettendo insieme i più bassi pregiudizi e i timori dell’utente medio-basso di X. Alcuni elementi, poi, sembrano lasciati lì, come ammiccamenti allo spettatore, su tutti il cappellino “Panoply” di Kidder, così si chiama l’azienda della miliardaria hi-tech, che evoca solo vagamente il concetto di società della sorveglianza. Ma forse ce lo abbiamo visto solo noi. Green, il disinformatore conservatore e razzista, è l’eco sbiadita della Firecracker di The Boys. Infine, alcuni personaggi spariscono senza fare ritorno, magari nella speranza di una seconda stagione. Ma qual è la causa di tutto questo inferno? Una gran voglia di moderazione, in nome della quale si è disposti a far esplodere qualche treno, suscitando l’allarme terrorismo. Come la strategia della tensione negli anni di piombo in Italia, quindi. Leggete La trappola di Paolo Grugni o guardate Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio, che ci guadagnate qualche ora.

"Zero Day" su Netflix
"Zero Day" su Netflix
https://mowmag.com/?nl=1

More

Signori, a Netflix non basta più Drive To Survive: ora il colosso dello streaming vuole i diritti della Formula 1. Ecco perché

di Alice Cecchi Alice Cecchi

Formula 1

Signori, a Netflix non basta più Drive To Survive: ora il colosso dello streaming vuole i diritti della Formula 1. Ecco perché

Oscar 2025, davvero Netflix ha fermato la campagna di Karla Sofia Gascon (Emilia Perez) per dei tweet razzisti? La prima attrice trans candidata all’Academy replica: “Io vittima della cancel culture…”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Paradossi

Oscar 2025, davvero Netflix ha fermato la campagna di Karla Sofia Gascon (Emilia Perez) per dei tweet razzisti? La prima attrice trans candidata all’Academy replica: “Io vittima della cancel culture…”

Anche James Bond diventa woke? Ma l’avete visto lo scontro tra la famiglia Broccoli e Amazon sul nuovo 007 (forse) nero? Ecco perché il problema è più complicato di così

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Fallimenti (non) assicurati

Anche James Bond diventa woke? Ma l’avete visto lo scontro tra la famiglia Broccoli e Amazon sul nuovo 007 (forse) nero? Ecco perché il problema è più complicato di così

Tag

  • America
  • Cinema
  • complottisti
  • Film
  • Marco Bellocchio
  • Netflix
  • Politica
  • Serie tv
  • Stati Uniti
  • Teoria del Complotto
  • Terrorismo

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

L’Oriana Fallaci di Vittorio Feltri? “Zarina” e “bambina”. L’incontro con il Direttore grazie alle Muratti, la malattia, “Cosino” e una strana restituzione…

di Ilaria Ferretti

L’Oriana Fallaci di Vittorio Feltri? “Zarina” e “bambina”. L’incontro con il Direttore grazie alle Muratti, la malattia, “Cosino” e una strana restituzione…
Next Next

L’Oriana Fallaci di Vittorio Feltri? “Zarina” e “bambina”....

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy