Collaborazioni über alles. Tutti collaborano con tutti. Pare quasi che certe coppie siano estratte a sorte da un beffardo bussolotto. Tipo Baustelle e Tananai. Che nel gioco dei featuring ne escono invece bene. Ottima, addirittura, la collaborazione fra Piotta e l’Allegro Ragazzo Morto Davide Toffolo. “Ecchime” è un rap vibrante dedicato alla memoria di Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla morte. E poi c’è Francesco Baccini che ricorda “Matilde Lorenzi”, la giovanissima sciatrice scomparsa un anno fa circa a soli 19 anni. L’unica vera delusione, forse, è firmata Mumford And Sons/Hozier. “Rubber band man” è una ballatona da “vorrei ma non posso” che lascia abbastanza indifferenti.
LILY ALLEN, Pussy palace
Nasce artisticamente come una sorta di “baddie simpatica”, Lily Allen. Oggi ce la ritroviamo qui, prima della pubblicazione del nuovo album (“West End girl”, il quinto, a quasi vent’anni dall’esordio), con questa “Pussy palace”. Pop gelido con cui Lily non scherza mica tanto. Affabula e ammalia perdendosi in un affollatissimo limbo stilistico in cui convivono lolite hyper-pop, voci eteree, mantidi religiose mascherate da sirene incantatrici. In questo calderone che fa molto “flusso da Tik Tok” ora c’è anche questo nuovo pezzo di Allen, brano quasi nobile nel suo incedere sinuoso e flemmatico. Arriva, colpisce e se ne va. Sotto un altro.
5 SECONDS OF SUMMER, Telephone busy
Pop da club dal sapore marcatamente 90’s per anticipare il nuovo “Eveyone’s a star”. Prendeteli sul serio, gli australiani 5 Seconds Of Summer, e rimarrete delusi. Fatevi una risata e non rimarrete certamente seppelliti. Perché “Telephone busy” è divertente ed evanescente in egual misura. Nel finale sbraca (“I’ll never change!”), a suo modo esplode per poi ricomporsi subito dopo. In fondo questo singolo è solo uno strano raid sonoro che sa di teaser. E la band sa giocare con le chiavi interpretative. Ironici? Senza vergogna? Ballabili buffoni? Il giudizio definitivo dopo il nuovo album.
MUMFORD AND SONS/HOZIER, Rubber band man
Prodotta da Aaron Dessner di The National questa “Rubber band man” è l’obbligatorio ballatone della settimana che urla “peccato che ci siano già i Coldplay, ma noi qui ci proviamo verniciando il tutto con una bella patina di Americana”. Anche se non ho premura di conoscerlo, per questa roba un pubblico c’è e va anche a votare. Il pezzo, nel suo ruffiano genere, ci sta. Funziona. Più trascinante di quella lagna perturbante che abbiamo recensito la scorsa settimana (Sam Fender con Elton John), “Rubber band man” vede i Mumford fondere bene le loro esigue forze con il redivivo Hozier – ve lo ricordate quello dell’inno LGBTQ+ “Take me to church” di circa dieci anni fa? Passiamo oltre. Torniamo in Italia.
BAUSTELLE/TANANAI, Pugili impazziti
Ora sgraniamo gli occhi e ascoltiamo. Mi avessero detto che Francesco Bianconi avrebbe incrociato il cammino con Tananai avrei pensato a un clamoroso equivoco, tipo che a una festa un po’ incasinata uno ti sussurra all’orecchio che i Baustelle stanno registrando con Neil Hannon o Greg Dulli e tu, siccome sei al terzo gin tonic a stomaco vuoto, capisci Tananai. “Pugili impazziti” invece esiste sul serio e non è neppure malaccio. Più Baustelle che Tananai, dal punto di vista stilistico, e non poteva essere altrimenti. Qui viene calata, pesante, la carta roboante. Bianconi e soci ci sguazzano, all’occorrenza, con la canzone roboante; meno Tananai, che infatti presto sparisce, inghiottito da questa megaballad ad archi spiegati e trionfanti. Poteva essere un incontro all’inferno, si tratta invece di una piacevole e inattesa convergenza.
FRANCESCO BACCINI, Matilde Lorenzi
Torna con un altro nome e un altro cognome, Francesco Baccini. Lui che i nomi e i cognomi li ha sempre fatti e che a furia di farli si è giocato, consapevolmente, un posto al sole in quel mainstream che tanto si era divertito a prendere per il c*lo. E quindi? E quindi in questo nuovo brano Baccini canta la vita (perché qui si parla quasi esclusivamente di vita) di Matilde Lorenzi, sciatrice di 19 anni morta un anno fa circa – era il 28 ottobre 2024 – dopo una grave caduta avvenuta durante un allenamento in Val Senales. Toccante, mai retorico. Abilissimo nell’inserire una breve parentesi d’altri tempi (il breve frammento in cui canta “Sono irraggiungibile come una meteora che va”) in un brano dalla struttura molto classica, Baccini rischia e ancora una volta vince. Stavolta senza rovesciare il tavolo, ma sempre con gusto.
PIOTTA feat. DAVIDE TOFFOLO, Ecchime
In una settimana in cui i Baustelle fanno squadra con Tananai e Francesco Baccini dedica un pezzo a Matilde Lorenzi, poteva mancare una collaborazione Piotta/Toffolo dedicata a Pier Paolo Pasolini? Gran bel pezzo, questo “Ecchime”. Crudo, sottilmente disperato. Una collaborazione, quella fra Piotta e il più celebre fra i Tre Ragazzi Morti, che ci riporta dritti in una Roma lontana, in bianco e nero, persa nei racconti dei vecchi o sciolta nelle cronache di fine Novecento. Quella spiaggia desolata, quel mare di Ostia di 50 anni fa. “Ecchime” ci riconduce là, sul luogo del delitto. E Roma, attorno, zitta e immobile (“guardala, quanto è grande ‘sta città”).