Perse è tornato, dopo lo stop imposto da Belve. Come vi avevamo raccontato, gli avvocati del programma di Francesca Fagnani avevano oscurato il podcast più trash e divertente che si possa trovare. Il motivo era che il format ricalcava, omaggiando, la simbologia di Belve. Il graffio rosa, gli occhi da belva ma con le ciglia finte. Era stato contestato persino lo sgabello, come ci aveva raccontato Rocco Cosentino, social media manager del Borgo. Ora, le puntate vecchie sono rimaste oscurate, ma per qualche strana congiunzione o congiuntivite astrale, il team legale del programma Rai ha gentilmente concesso di mandare in onda la ultimate due puntate, già pronte al momento dello stop fatale. Così, godiamoci una ventata di sano trash, quello buono, che fa bene alla salute. Ospite Rosario Muniz, massimo teorico trasandato della fi*a nel c*lo e bandiera pelosa del dipreismo quando l'avvofatto era nel suo prime. Un'intervista piena zeppa di “insomma” e di “oddio”, che l'arte retorica non è certo il punto forte di Muniz. E meno male che Sabrina Bambi, con le domande, è almeno un decennio avanti agli altri conduttori. Quando le diamo un Sanremo, o quantomeno i programmi di Cattelan?

Si parte: Muniz è quasi vestito bene. Quantomeno è vestito. La domanda di rito: “Che Persa si sente?” “Una tr*ia”, risponde con la sua vocina da Chipmunk, e dopo aver raccontato un paio di episodi tristi sul bullismo subito, del poster di Michael Jackson e del suo amore per Fiorello, il tutto tra diecimila “oddio”, si entra nel vivo. “Lei esordisce palesando al mondo un talento unico che, cito testualmente, è la fi*a nel c*lo, e questo diventa il suo slogan nazionalpopolare. Oggi c'è Tutta l'Italia, con lei c'era fi*a nel c*lo. Lei afferma che ama fare scoregge sulle cappelle. Lei arriva a rimpiangere la scomparsa dei maniaci sessuali nei parchi?.” “Sì”. Ma il rapporto con Andrea Diprè? “Diprè è arrivato in un momento della mia vita abbastanza turbolento in cui, insomma, hanno approfittato di me, insomma, io in realtà ho sempre sognato di fare l'artista, di lavorare nello spettacolo e mi sono lanciato nel trash con Diprè, insomma. Ero ingenuo, avevo voglia di emergere, voglia di fare sempre quello che sempre sognato, diciamo.” “Comunque in quel periodo spopolate, cavalcate l'onda e cominciate a fruttare perché le vostre interviste fanno migliaia di view. Ma lei personalmente, ha guadagnato molto?” “Purtroppo sono stato abbastanza fregato, ero ingenuo.” “Quindi chi decideva le percentuali di pagamento, Andrea Diprè?” “No, il mio primo agente che è un altro figlio di, si può dire mignot*a?” “È tutta la sera che dice sono una tr*ia e ora mi chiede se si può dire?” Ma, per chi se lo fosse perso, Rosario Muniz aveva fatto anche un film. A volerlo chiamare tale. “Diciamo non non sono proprio arrivato al p*rno perché io non dovevo fare scene p*rno, diciamo, dovevo interagire con i protagonisti.” “Cioè lei era il giullare”, chiude Sabrina. “Poi il film si chiama La fi*a nel culo, quindi mi hanno fregato anche lì, insomma.” “Ah, lei voleva mettere un copyright sulla fi*a nel culo?” “No, no, però diciamo m'hanno fregato finanziariamente, insomma.”

Ma parlando di fi*a, Sabrina Bambi richiama una delle interviste bloccate, quella a Urtis. “Siccome da noi Jenny Urtis ha detto che la vulva sapeva di batteria scarica, secondo lei che sapore aveva? Lo ricorda?” “Oddio, io mi ricordo che, insomma, la protagonista di questo film mi ha fatto, si può dire una pompa? E poi io, insomma, mi ricordo di aver leccato una vagina, ci stavo prendendo gusto.” “Quindi l'esperienza è stata piacevole. Preferisco gli uomini, ma comunque piacevole. Fra l'altro il protagonista era pure mezzo gay perché guardava me invece che la protagonista.” “Qualcuno ha scritto che senza Andrea Diprè Muniz sarebbe finito in mezzo a una discarica nei rifiuti organici. È Diprè che le deve qualcosa, o è lei che deve essere eternamente riconoscente a Diprè?” “No, guarda, a Diprè non devo niente, cioè qualcosa gli vorrei fare, ma non si può dire. Non avrei voluto averlo mai conosciuto.” Ma basta con gli avvofatti, si passa alla carriera musicale di Rosario Muniz. “Vado con i titoli, ok? Io amo la mazza. Voglio scoreggiare, Venite ad arrestarmi. Ecco, forse questo era una confessione, un desiderio. Quanto ha guadagnato da questi suoni? Li voglio chiamare così perché io non ce la faccio a chiamarli musica.” “No, purtroppo diciamo che non ci ho guadagnato. Magari avrei dovuto denunciare, diciamo, all'epoca.” “Ma si trovano in rete? Glielo dico perché io per trovarli ho dovuto fare un rutto su Shazam.” Poi Muniz confessa di avere degli estimatori, che aveva Tinder, forse Grindr, ma l'ha scaricato poi tolto. Gli rimane OnlyFans, ma non si capisce perché: “E cosa fa su OnlyFans se non si spoglia?” “Sì, capita, insomma, dai, capita.”

“Senta, lei mi ha partecipato a un talent?” “A un talent no, però mi piacerebbe moltissimo.” “E a The Voice Senior parteciperebbe?” “Beh, sì, forse non ho ancora l'età.” “Quanti anni ha lei?” “Una quarantina. 48.” “È distante una quarantina. Però allora non è ancora pronto per The Voice Senior. La Clerici aspetterà perché le mancano ancora 12 anni. Dove vuole andare, a X factor?” “No”, “Amici?”, “No”. “Senta, l'altra settimana so che è stato ad Avanti un altro. Bonolis l'ha pescata nel pubblico, ma era tutto un caso o una scenetta preparata?” “No, no, era tutto, diciamo, un caso, gli stavo simpatico, ogni volta mi chiamava, insomma, mi ha messo a mio agio, è stato molto carino, gentile.” “Lei per scelta è sempre così trasandato?” “Perché, sono trasandato?” “Oggi sta decisamente meglio, ma in altre situazioni era un po' sudicio, i capelli aglio olio e peperoncino, no? Cioè, lei ha deciso di far morire di infarto Enzo Miccio o è una scelta?” “No, no.” Poi la chiusura perfetta, sulla vita sentimentale di Rosario Muniz. Un po' di sano gossip. Ha un fidanzato, di nome Marcello. “Da quanto state insieme?” “Oddio, un annetto.” “L'ha mai pubblicato sui social?” “Mi sembra di no.” “Lo fa regolarmente con Marcello? Quante volte a settimana? Al giorno?” “Al giorno. Due volte.” “Ah, quasi come Sting. Senta Rosario, una domanda, forse la più profonda di tutta l'intervista. Lei ha realizzato i suoi sogni di bambino?” “Eh, oddio, ancora no, diciamo, insomma.” “E cosa farà da grande Rosario Muniz? Eh, insomma, eh, oddio, mi piacerebbe realizzare tante cose, insomma, che ancora sono nel cassetto, diciamo. Mi piacerebbe molto condurre, cioè il mio sogno insomma è condurre, insomma, cioè un qualsiasi tipo di programma, diciamo.” I responsabili dei casting di tutta Italia si considerino avvisati.
