È venuto il momento di tirare le somme per questo 2024 e capire chi sono stati i peggiori food influencer e perché si sono guadagnati questo riconoscimento. Lo abbiamo chiesto a chef Guido Mori, docente di cucina e deinfluencer ormai temuto, noto in particolare per la sua esperienza nella cucina scientifica e molecolare. Laureato in chimica presso l'Università di Firenze, ha stroncato i volti più noti nel panorama culinario italiano, spiegandoci dove e come commettono determinati errori. Da Bruno Barbieri fino al famoso gruppo Giallo Zafferano e agli improvvisati su TikTok, ecco la sua flop five 2024.


5) Andrea Mainardi
"In fondo alla classifica, al quinto posto, non può che esserci il Mainardi, che di cucina qualcosa conosce, ma è la rappresentazione di un problema enorme nel mondo dei food influencer. Loro non cucinano più il cibo ma le rappresentazioni di esso. Quindi tutta la tecnica che ci può essere dietro alla cucina di un risotto, piuttosto che un arrosto, diventa solo un manierismo senza finalità. Abbinare gli alimenti e fare una riflessione sull’equilibrio delle componenti tra di loro, diventa puramente aleatorio perché quello che cucina lui non è cibo, ma un horror della cucina".
4) Giallo Zafferano
"Al quarto posto ci va Giallo Zafferano, perché è un gruppo che si occupa di parlare di cibo sui social, ma lo fa senza alcuna cognizione di causa. Quello che a loro interessa fare è mettere dentro persone che hanno tanti numeri e che facciano tanti like, ma non curano minimamente il messaggio culturale che dovrebbe esserci all'interno della costruzione di una ricetta piuttosto che su un alimento. Nonostante loro abbiano una potenza editoriale notevole, sembra che non gli interessi il contenuto in sé, ma solo follower e interazioni. Facendo così trasformano la cucina in qualcosa di buffo e ironico. Quello che vediamo spesso sono torte crude, carne mal cotta, roba con una marea di cose industriali messe l'una sull'altra. Non sembra che si occupino di cucina".

3) Bruno Barbieri
"Al terzo posto non posso che mettere uno dei food influencer che fa più bordelli che altro in cucina: Bruno Barbieri. Dopo che ha lasciato le cucine una decina di anni fa, ha comunque mantenuto la spocchia dello chef, ma la narrazione dello chef degli anni Duemila in cui sembra che stia facendo un'operazione a cuore aperto o lanciare un missile sulla luna. E invece no, sta solo friggendo un uovo. Oltre alla spocchia gli è però rimasta la preparazione tecnica piuttosto misera di quel periodo storico. Speriamo che prima o poi apra un libro sulle tecniche di cucina, perché non se ne può più di tutte le castronerie che provengono dalla sua bocca dette, peraltro, a un pubblico piuttosto ampio e fatte passare come se fossero cose serie".

2) Tommaso Tarantino, in arte "Lo spadellatore"
"Al secondo posto non possiamo non mettere “Lo spadellatore”, Tommaso Tarantino. Lui rappresenta la deriva lavorativa e culturale propria di questo periodo storico, ovvero pensare di poter fare un lavoro, quello del food influencer, senza avere nemmeno la conoscenza delle nozioni base. Siamo ai livelli di uno che non ha mai cucinato nemmeno in casa con sua nonna, non dico seguito un corso professionale. Diventare importanti e competenti nel panorama enogastronomico italiano necessita, invece, una cognizione non solo delle tecniche ma anche degli alimenti. È la rappresentazione più che valida delle brutture della nostra contemporaneità in chiave food, qualcosa che spero che con le nuove generazioni ci si possa lasciare alle spalle dando spazio a studio e approfondimento, perché altrimenti danneggiamo il nostro patrimonio culturale".

1) Rafael Nistor
"Il primo posto va indiscutibilmente a Rafael Nistor, che merita la corona come peggior food influencer del 2024. Penso che abbia danneggiato fortemente la cucina italiana e tutto ciò che circonda l'ambito alimentare. Non ce l'ho con la persona in sé, come sempre, ma il problema è che ha un seguito enorme: su TikTok ha 8,5 milioni di persone che lo seguono. Una sponsorizzazione che fa lui è l'equivalente dell'anticipo per l'acquisto di un appartamento. In tutto questo tempo non ha avuto modo di leggere e informarsi? Il suo problema non è nemmeno che non conosca la tecnica, ma non conosce nemmeno le ricette, sbaglia gli ingredienti, non sa cosa va aggiunto o cosa non va all'interno di un piatto. Poi è totalmente estraneo al discorso sulla qualità degli alimenti, al chilometro zero, alla stagionalità, agli sprechi, alla regionalità. Non valorizza la cucina italiana, ma usa quattro ingredienti in croce di cui non conosce la storia e la provenienza. Lui non è famoso perché è bravo, perché ha fatto la gavetta, ma solo per una questione di caso. Ma questo caso esonera chi lo guarda dal concetto di studio e dall'applicazione in un determinato lavoro".
