“È solo tanto duro lavoro, inutile girarci intorno. Sono uno che si alza alle 5 di mattina e torna a casa alle 21, per cui dietro quello che si vede sui social c’è molto altro. Io faccio vedere la parte bella, ma non è tutto oro quello che luccica”. Così Lorenzo Ruzza, imprenditore e influencer, ha parlato del suo business di orologi. Da tempo i suoi video in cui scopre i falsi sono virali sui social, e ora ha creato una linea esclusiva di Ruzza Watch. All’evento di lancio hanno partecipato personaggi come Fabrizio Corona, Lazza e Fedez. “La mia immagine è ancora importante per questo lavoro. È per questo, quindi, che mi dedico ancora anima e corpo alla mia attività. In poche parole: il segreto e sempre la costanza”, ha detto. La visibilità, però, ha chiarito Ruzza, può essere anche un velo dietro a cui altri nascondono le proprie mancanze: “Purtroppo i social sono uno specchietto per le allodole, vediamo tanti venditori di corsi, fuffaguru e personaggi simili. E la realtà non è quella che ti fanno vedere loro, questi personaggi ti mostrano soltanto uno schema dove, per esempio, si fanno vedere con una Lamborghini”. Nel suo racconto a La Verità, Ruzza si sofferma sugli inizi, nel 2017, in cui “non ho mai sperperato denaro. Quando ho avuto i primi soldini facendo questo lavoro, li ho sempre reinvestiti facendo attenzione a non buttarli”. E sugli obiettivi: “L’ultimo anno ho fatturato trenta milioni e quest’anno stiamo andando per i quaranta”. Gli orologi, complice la diffusione tra rapper, trapper e calciatori, sono diventati uno “status symbol”. Ma sono tutti originali quelli che vediamo in giro?
“Se andiamo in giro la sera, il 70% degli orologi di lusso che si possono vedere al polso delle persone sono dei falsi”, è la stima di Lorenzo Ruzza. “Quando li individuo, a chi li porta faccio la classica domanda: ‘Come mai porti un falso?’. Si vede che sono delle patacche, anche un collezionista lo capirebbe. E mi sento rispondere: ‘Quello vero lo tengo in cassaforte indosso questo’. Ma è tutta una bugia, non è vero, non lo hanno saputo riconoscere quando lo hanno preso”. Tra i marchi ai vertici del mercato ci sono ancora Patek Philippe, Rolex “perché è molto commerciale” e Audemars Piguet, “un orologio di gran classe, elegante, che però ha perso un po’ di hype nell’ultimo periodo”. Al polso, invece, Ruzza porta un Richard Mille da 330 mila euro di listino. L’imprenditore prosegue però dicendo che a lui “non interessa vendere un orologio da 300-400mila euro. Certo, se lo vendo sono contento, ma mi interessa di più fidelizzare il cliente e vendere un orologio di prezzo inferiore perché ho una rendita quotidiana”. Ovviamente, parte del business sono anche i rapporti con Lazza o Sfera Ebbasta, membri di quella clientela vip che può permettersi certe cifre. In chiusura, poi, un’opinione su come si vive a Milano e il sindaco Beppe Sala: “È una città abbandonata a sé stessa. Non voglio sparare sul sindaco Beppe Sala, ma ce ne vuole uno diverso. Ha una gestione del comparto sicurezza che non va bene, non è in grado di tenere sotto controllo la città”. Per questo, dice, “ho una guardia armata, che pago io, per otto ore al giorno”. E la pressione fiscale? “È una vergogna. (Lo Stato, ndr) Si prende milioni di euro senza dare in cambio nulla. Per questo tanti imprenditori scappano all'estero, qui è difficilissimo fare impresa: siamo sotto attacco dallo Stato”.